Conforama, confermato lo stato di agitazione
In data 26 novembre, le segreterie nazionali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno incontrato la società Conforama a seguito di richiesta inoltrata il 22 ottobre scorso, a fronte del perdurare delle situazioni denunciate da tempo riguardanti i numerosi trasferimenti unilaterali, “coatti”, di lavoratrici e lavoratori, realizzati in sedi molto lontane dalla propria residenza, che hanno inevitabilmente comportato stravolgimenti nella vita dei lavoratori e delle loro famiglie, e in molti casi, hanno comportato la risoluzione dei rapporti di lavoro.
Durante l’incontro, le organizzazioni sindacali hanno stigmatizzato la condotta aziendale che sta continuando a deteriorare l’azienda rispetto allo stato delle relazioni sindacali.
Le stesse sono ormai fortemente compromesse dalle azioni intraprese unilateralmente dall’azienda che, oltre a colpire le lavoratrici ed i lavoratori costretti a trasferimenti forzati, ha operato una vera e propria politica volta a “licenziamenti mascherati” attraverso l’accettazione di incentivi all’esodo in assenza di alternative sostenibili, condizionando il clima aziendale intriso di paura, incertezza e di un malessere diffuso che porta ad una chiara disaffezione all’azienda, che non può certamente favorire il percorso di rilancio di Conforama.
Durante l’incontro, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno richiesto aggiornamenti circa il business plan che era stato oggetto di revisione, come peraltro comunicato durante l’incontro di luglio 2024, e dati aggiornati e dettagliati rispetto ai dati economici a consuntivo, considerato che l’anno finanziario per l’azienda si conclude a settembre, e i dati aggiornati degli organici negozio per negozio con il raffronto con l’anno precedente.
In particolare, sono stati anche richiesti i dati sui trasferimenti realizzati, i dati sui lavoratori che hanno accettato l’incentivo e sulle trasformazioni a tempo parziale e le riduzioni orarie dei contratti di lavoro part time, sull’esito della fase sperimentale di modifica degli orari di apertura e chiusura dei negozi e sull’individuazione del paventato nuovo partner commerciale.
Inoltre, è stato chiesto quali criteri sono stati adottati per la realizzazione della scelta dei lavoratori oggetto dei trasferimenti, anche alla luce del fatto che in alcune filiali qualche lavoratore inizialmente trasferito è rientrato in sede mentre altri non sono rientrati.
Sono state inoltre richieste informazioni sulla ricollocazione dei lavoratori del deposito di Cusago e sulla situazione del negozio di Tortona.
L’azienda, riservandosi di produrre in seguito i dati, ha evidenziato che i criteri adottati sono: esigenze tecnico-organizzative-produttive, carichi familiari e anzianità lavorativa, esattamente quelli previsti dalla Legge n. 223/91.
Inoltre, ha sottolineato che, in pari data, era in discussione tra i soci il bilancio del gruppo.
L’attuale organico invece sarebbe pari a 1070 dipendenti.
Le organizzazioni sindacali hanno messo in luce pertanto che, dal confronto con i dati forniti da Conforama al 30 aprile 2024, il calo di occupati è pari a 140 unità e hanno richiesto di conoscere le misure volte a contrastare l’emorragia occupazionale.
L’azienda ha sostanzialmente ribadito la propria posizione in merito ai trasferimenti, dichiarando che la società necessita di un cambio di marcia che deve passare da un’attività di comunicazione efficace che si concentri sulla pubblicizzazione del nuovo brand, ovvero sulla nuova formula che caratterizza Conforama.
A tal proposito, ha proposto ancora una volta la condivisione di un piano formativo, rivolto a tutti i lavoratori affinché questi possano “masticare i fondamentali delle tecniche di vendita” attraverso il fondo For.te.
Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno ribadito la volontà di sottoscrivere il piano formativo presentato dall’azienda soltanto qualora venga ripristinato un sistema di relazioni sindacali proficuo e costruttivo basato sulla reciprocità.
Le organizzazioni sindacali, inoltre, hanno rappresentato all’azienda la disponibilità ad affrontare la situazione attraverso un accordo che definisca strumenti, modalità e tempi, dopo avere ricevuto dall’azienda la procedura nella quale si evidenzi chiaramente la situazione aziendale e gli obiettivi del piano industriale e a seguito della revoca dei trasferimenti intimati.
L’azienda ha confermato il proprio punto di vista circa la legittimità dei trasferimenti intimati, riducendo il tutto a una questione squisitamente giuridica che fa registrare una visione chiaramente miope e poco lungimirante dell’azienda rispetto al futuro delle relazioni sindacali ma anche dei rapporti con i propri collaboratori.
Avendo registrato una evidente chiusura al dialogo costruttivo per ricercare soluzioni condivise, le organizzazioni sindacali si sono riservate di assumere le conseguenti determinazioni all’esito di un coordinamento unitario che si concorderà nei prossimi giorni.
Nelle more di condividere unitariamente le azioni comuni, si conferma lo stato di agitazione.