Lavoro domestico, aumenti minimi nel 2025 e salari ancora in affanno
Non hanno vita facile colf, badanti e baby sitter.
Le lavoratrici e i lavoratori, ai quali viene applicato il contratto collettivo nazionale lavoro domestico, vedono un adeguamento dei minimi retributivi nel 2025 insufficiente (QUI LE TABELLE AGGIORNATE)
L’adeguamento segue ancora una volta il consueto meccanismo previsto dall’articolo 38 del Ccnl del settore; un meccanismo che impone l’aggiorddpdomesdddnamento annuale in base all’80% della variazione dell’indice Istat dei prezzi al consumo. Secondo Mauro Munari, responsabile del settore lavoro domestico per la Uiltucs, “l’incremento applicato appare del tutto insufficiente rispetto all’aumento generale del costo della vita. Colf, badanti e baby sitter sono ulteriormente penalizzate e non vedono un adeguamento del salario che compensi la perdita del potere d’acquisto del salario”.
Come avvenuto negli anni precedenti, il tavolo negoziale tra organizzazioni sindacali e datoriali non ha portato a un accordo che potesse garantire un incremento salariale superiore a quello imposto dall’automatismo contrattuale dell’art. 38.
Le proposte di aumento salariale fatte dalle organizzazioni sindacali, Uiltucs in testa, sono state fortemente osteggiate sostenendo che le famiglie datrici di lavoro domestico non avrebbero potuto sostenere incrementi retributivi maggiori senza una adeguata riforma del sistema fiscale che consentisse di ridurre gli effetti del costo del lavoro.
La Uiltucs sostiene da tempo la necessità di una revisione complessiva della normativa relativa al lavoro domestico che tenga conto delle peculiarità del contesto nel quale si svolge la prestazione lavorativa, pur tutta via non può essere trasferito sugli assistenti familiari la perdita del potere d’acquisto conseguente all’inflazione e vanno individuati tra le parti firmatarie del contratto collettivo soluzioni che consentano di attenuare l’effetto inflattivo sui salari che colpisce non solo le famiglie, ma anche gli assistenti familiari.
Colf, badanti e baby sitter, che spesso percepiscono solo il minimo salariale e lavorano in condizioni di scarsa stabilità, si trovano a dover affrontare bollette più alte, spese per l’affitto in continua crescita e rincari sui beni di prima necessità.
Molti lavoratori del settore svolgono turni lunghi e gravosi, soprattutto nel caso dell’assistenza agli anziani non autosufficienti, senza tuttavia ricevere un compenso adeguato alla loro professionalità. Le famiglie datrici di lavoro beneficiano di un servizio essenziale, ma lo Stato non ha ancora predisposto misure di sostegno sufficienti per riequilibrare il costo del lavoro domestico.
Il problema principale rimane il mancato riconoscimento della professionalità di queste figure. Il lavoro domestico continua a essere considerato marginale e privo di tutele reali, nonostante rappresenti un pilastro per milioni di famiglie italiane.
La ripresa delle trattative per il rinnovo del Ccnl
Le organizzazioni sindacali firmatarie il contratto collettivo di settorie hanno chiesto con forza ed ottenuto la ripresa delle trattative per il rinnovo del Ccnl del lavoro domestico. Sul tavolo della trattativa ci sono due questioni centrali:
L’adeguamento strutturale dei salari, con aumenti più significativi rispetto a quelli imposti dall’articolo 38 del Ccnl in modo da garantire stipendi più equi e in linea con il costo della vita.
Il miglioramento delle condizioni di lavoro, con l’introduzione di norme più stringenti per tutelare la dignità e la sicurezza di colf, badanti e baby sitter.
Il responsabile del settore per la Uiltucs nazionale Munari incalza: “Chiediamo una revisione complessiva della disciplina contrattuale, affinché il settore non venga più considerato una forma di lavoro “secondaria”, ma una vera e propria professione con diritti e tutele adeguate”. Possiamo – conclude – fare molto se ci muoviamo uniti come parti firmatarie del contratto collettivo (sindacati dei lavoratori e sindacati delle famiglie) nei confronti delle istituzioni. Sono molti gli interessi convergenti di lavoratori e famiglie che possiamo e dobbiamo portare avanti assieme”.
Senza una vera valorizzazione di questo settore, sarà sempre più difficile contrastare il lavoro nero ed irregolare con conseguenze negative sia per i lavoratori che per le famiglie.
La ripresa delle trattative per il rinnovo del Ccnl rappresenta un’opportunità importante per colmare queste lacune e garantire dignità e giusto riconoscimento al lavoro domestico.