Contratto Federfarma, Uiltucs: “I 360 euro sono un diritto”
La Uiltucs non rinuncia alla richiesta di 360 euro, quello che spetta alle lavoratrici e ai lavoratori delle farmacie private, la richiesta della piattaforma unitaria che prende in considerazione anche la perdita del potere di acquisto dei salari subita nel periodo 2021/2024 .
“Non siamo disposti a svendere il valore del lavoro e la professionalità di chi ogni giorno garantisce un servizio essenziale per il Paese”.
È quanto afferma la Uiltucs dopo il confronto con Federfarma avvenuto a seguito dell’interruzione della trattativa per il rinnovo del contratto collettivo nazionale.
“Ora Federfarma ha richiesto di incontrare le parti sindacali presso la propria sede nazionale – spiega la Uiltucs – Una disponibilità giunta solo grazie alla mobilitazione avviata, con presìdi in tutta Italia e la partecipazione attiva di centinaia di farmacisti, lavoratrici e lavoratori del settore”.
Federfarma ha esordito “chiedendo la regolamentazione del diritto di sciopero, proprio ora che per la prima volta è stata proclamata una mobilitazione ancora in corso”. Una richiesta che lascia molti interrogativi: perché ora? “Forse perché la protesta ha colpito nel segno. Forse perché, finalmente, la voce di chi lavora è arrivata forte e chiara”.
Sul fronte salariale, Federfarma ha rilanciato una proposta da 180 euro, distante anni luce dalla piattaforma sindacale. Una cifra che ignora la perdita reale del potere d’acquisto tra il 2021 e il 2024, e che non considera nemmeno l’indice Ipca di riferimento, pur depurato dai beni energetici.
“Ancora una volta, si guarda solo alla sostenibilità delle imprese, dimenticando chi ogni giorno garantisce la dispensazione dei farmaci e l’erogazione di servizi sanitari, servizi essenziali per garantire la salute dei cittadini “.
La Uiltucs ha ribadito in modo netto che la proposta è insufficiente e ha chiesto che si entri nel merito dell’intera trattativa per valutarne la reale portata. Non c’è stato nessun avvicinamento delle posizioni.
“La nostra è una richiesta chiara – spiega la segretaria nazionale Marianna Flauto -, basata su numeri, dati e sulla realtà dei fatti: 360 euro. Restiamo al tavolo, ma lo facciamo con lo sguardo fisso sull’obiettivo e il rispetto dovuto a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori del settore”.
La mobilitazione continua, con le modalità già annunciate. Perché il salario non è una concessione, è un diritto. E la valorizzazione della professionalità non può prescindere dalla giusta retribuzione.