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Turismo
Home›Turismo›Atahotels, rischio licenziamento per 500 persone

Atahotels, rischio licenziamento per 500 persone

Di master
12 Febbraio 2016
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L’8 febbraio le segreterie nazionali dei sindacati Filcams, Fisascat e UILTuCS, insieme ad una delegazione di strutture territoriali e delegati, hanno incontrato a Milano prima UNIPOL-ATAHOTELS e poi il Fondo ANTIRION in relazione alla situazione determinata dalla conclusione del rapporto contrattuale di gestione di 8 strutture alberghiere tra il Fondo ANTIRION (E.N.P.A.M.) e ATAHOTELS, da cui è derivata l’apertura di una procedura di licenziamento collettivo da parte di ATAHOTELS.

Nel primo confronto, avvenuto nell’ambito della procedura ex legge n. 223/1991, UNIPOL ed ATAHOTELS hanno ripercorso le tappe del negoziato intercorso con E.N.P.A.M. nel 2015 e con il Fondo ANTIRION tra la fine del 2015 e gli inizi del 2016, finalizzato al rinnovo degli affitti di gestione delle strutture alberghiere di proprietà di E.N.P.A.M.- ANTIRION.

Ancora una volta UNIPOL e ATAHOTELS hanno ribadito di essersi impegnati per il buon esito della trattativa per il rinnovo dei contratti di affitto, con una “stretta” tra la fine del 2015 e gli inizi del 2016 che aveva consentito alle parti di avvicinarsi all’accordo e infine con un ”improvviso e non motivato” abbandono della trattativa da parte del Fondo ANTIRION.

Lo scenario determinato dall’esito negativo della trattativa – secondo UNIPOL/ATAHOTELS – fa sì che il Fondo ANTIRION attende ora la restituzione degli immobili in data 15 febbraio 2016 (tranne il Residence Atahotel Class di Milano, che è rimasto di proprietà della Fondazione E.N.P.A.M. e che sarà restituito entro il 28/02/2016).

Filcams Fisascat e UILTuCS hanno chiesto a UNIPOL/ATAHOTELS di ritirare la procedura di mobilità in ragione della continuità dell’attività ricettiva nelle 8 strutture alberghiere a cui la procedura fa riferimento; portando ad esempio il caso del residence Ripamonti, nel quale è già stata dichiarata la prosecuzione dell’attività dopo il 15 febbraio.

I sindacati hanno dichiarato di ritenere più congrua e pertinente una procedura di trasferimento di ramo d’azienda, secondo la disciplina dell’articolo 2112 del Codice Civile e l’articolo 47 della legge n. 428/1990 (cessione e trasferimento di azienda o ramo di azienda).

Le organizzazioni sindacali hanno anche sottolineato come si potrebbe prefigurare una continuità dell’attività alberghiera svolta nelle 8 strutture, con il passaggio, insieme alle strutture (immobili), anche del personale che vi lavora e delle attrezzature e dei beni funzionali a tali attività.

Al di là degli aspetti formali, è stato rimarcato il forte impatto sociale della vicenda che tocca, nel complesso, quasi 500 persone (tra diretti, terzisti e stagionali, molti di più di quanti compaiono in procedura) e rispetto alle quali non c’è stata ancora una sufficiente assunzione di responsabilità da parte di tutti gli attori interessati, fermi ai confini procedurali di quanto finora si è determinato.

UNIPOL ed ATAHOTELS hanno dichiarato l’indisponibilità a ritirare la procedura, dichiarando di non poter continuare l’attività nelle strutture in questione. L’attività di ATAHOTELS, dal loro punto di vista, cessa il 15 febbraio 2016, data in cui devono essere riconsegnati gli immobili.

Cessando l’attività ritengono di dover fare la procedura di mobilità e di non aver le condizioni giuridiche per poter fare invece una cessione di ramo d’azienda. Le aziende hanno sostenuto che, a fronte dell’uscita di ATAHOTELS, ENPAM si è fatta carico di 2 situazioni oltre la data del 15 febbraio: il residence Ripamonti, dove ci sarà prosecuzione dell’attività e il residence Planibel, dove invece fino al 30 aprile rimarrà ATAHOTELS per finire la stagione invernale).

UNIPOL ed ATAHOTELS hanno dichiarato di aver già fatto comunicazione dei recessi nei confronti dei terzisti che operano nelle 8 strutture fino ad oggi da loro gestite. Come Filcams Fisascat Uiltucs è stato ribadito l’impegno nel verificare l’eventuale ricorrenza dei presupposti di configurazione di un trasferimento d’azienda e quindi di una procedura ex legge n. 428/1990.

I sindacati di categoria hanno comunque dichiarato che intendono “comporre” la vertenza, costruendo un terreno di confronto al quale far sedere tutti gli attori di questa vicenda, ovvero ENPAM, fondo ANTIRION controllato da ENPAM e UNIPOL-ATAHOTELS, preannunciando la richiesta di convocazione di incontro al Ministro del Turismo, al Ministero del Lavoro e al Ministero dello Sviluppo Economico, finalizzata a garantire la continuità delle attività e la salvaguardia dell’occupazione di tutte le persone che vi lavorano.

Hanno in ogni caso sollecitato UNIPOL-ATAHOTELS alla massima trasparenza e collaborazione anche alla luce dei pochi ammortizzatori sociali disponibili per i lavoratori del settore. Un nuovo incontro con UNIPOL-ATAHOTELS si terrà il 19 febbraio 2016 alle ore 10 a Firenze.

Successivamente i sindacati hanno incontrato il Fondo ANTIRION, proprietario degli immobili che ATAHOTELS deve restituire, controllato al 100% dalla Fondazione E.N.P.A.M. ANTIRION ha dichiarato che, dopo una trattativa durata diversi mesi, ha deciso di “lasciar andare a naturale scadenza” il contratto di affitto di gestione delle attività alberghiere che si protraeva con Atahotels da 18 anni.

Ora la priorità del fondo è quella di ottenere la riconsegna degli immobili e la ricerca di nuovi gestori. L’attività alberghiera per gran parte degli immobili non continuerà da subito (per ora è certa solo la prosecuzione del Ripamonti). Il fondo si definisce come “traghettatore” di un’attività alberghiera che non sarà ANTIRION a gestire, essendo una SGR.

Ciò conferma che nelle strutture che ATAHOTELS restituirà ci sarà attività alberghiera ma per lo più con una fase di interruzione di attività. Secondo ANTIRION ogni confronto con il sindacato circa la prospettiva e gli assetti occupazionali dovrà tener conto di chi subentrerà nella gestione degli alberghi. Al momento possono dire di avere sul tavolo diverse offerte di più operatori del settore italiani ed esteri.

Il Fondo ANTIRION vuole comunque che gli immobili continuino a essere destinati ad attività alberghiera, negando che ci sia volontà di conversione e modifica delle finalità di uso.

Filcams, Fisascat e UILTuCS hanno rinnovato ad ANTIRION le stesse sollecitazioni rivolte ad UNIPOL-Atahotels. Per i rappresentanti dei lavoratori, ENPAM ed ANTIRION sono soggetti pienamente in causa e devono rispondere del futuro occupazionale di centinaia di lavoratori e lavoratrici. Sono stati sollecitati a fare chiarezza sul futuro delle strutture di cui sono proprietari e che vorranno ovviamente lasciare a reddito e rispetto alle quali si prefigura una prosecuzione delle attività alberghiere.

I sindacati hanno preannunciato anche ad ANTIRION la richiesta di convocazione del tavolo al Ministero per lo Sviluppo Economico. ANTIRION ha concluso dicendo di attendere la convocazione del Ministero, nella convinzione che quella sarà una sede in cui potranno essere discusse le possibili soluzioni. Terminati questi primi due incontri, le organizzazioni sindacali hanno inoltrato al Ministero dello Sviluppo Economico la richiesta di attivazione di un tavolo di discussione della vertenza. Sarà invece di competenza del Ministero del Lavoro, eventualmente e in un secondo momento, la gestione della fase amministrativa della procedura di mobilità ai sensi della legge n. 223/1991.

Foto: napoliqube.it

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Tagsantirionatahotelsenpamfilcamsfisascatlicenziamentiuiltucsunipol
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