Basi Usa, 4mila dipendenti civili in sciopero
Basi Usa, il 29 e 30 giugno in sciopero i 4mila dipendenti civili. Presidii in tutte le installazioni militari statunitensi in Italia, manifestazioni a Vicenza e a Napoli. La protesta, indetta da Fisascat Cisl e Uiltucs, contro il mancato rinnovo del Contratto nazionale scaduto nel 2021
Si inasprisce la protesta dei 4.000 dipendenti civili delle installazioni militari statunitensi italiane di Sigonella (Catania), di Camp Ederle e Del Din (Vicenza), di Camp Darby (Pisa), della Base Usaf (Aviano) e della Base U.S. Navy Naval Support Activity di Napoli contro il mancato rinnovo del Contratto nazionale di lavoro, scaduto il 30 ottobre 2021. Dopo la proclamazione dello stato di agitazione nelle scorse settimane, le organizzazioni sindacali Fisascat Cisl e Uiltucs, in virtù del Memorandum d’intesa, degli accordi tra l’Italia e gli Stati Uniti D’America e del Ccnl, hanno indetto due giornate di sciopero. Il 29 giugno incrocerà le braccia per l’intero turno di lavoro il personale dipendente dall’Aviazione, dall’Esercito, e dall’AAFES il 30 giugno sarà la volta del personale dipendente della Marina e dalla Navy – Exchange.
La mobilitazione sarà supportata da presidii davanti a tutte le Basi Americane dove opera il personale civile non statunitense. Previsti anche due concentramenti dei lavoratori: nella prima giornata su Vicenza e nella seconda su Napoli, a sostegno dell’occupazione e del rinnovo delle condizioni di impiego del personale civile italiano.
Nella lettera di indizione trasmessa alla Commissione statunitense Jcpc, e per conoscenza ai Ministeri degli Interni, della Difesa e del Lavoro, i sindacati stigmatizzano anche “la condotta assunta da parte della JCPC e le comunicazioni che hanno raggiunto circa 41 dipendenti della Base di Vicenza avente ad oggetto la risoluzione dei rapporti di lavoro”.
“Il CCNL di lavoro è scaduto nel 2021 e nonostante i numerosi incontri – recita la nota sindacale congiunta – la commissione trattante di parte datoriale si è resa indisponibile a migliorare le condizioni economiche e contrattuali del personale civile italiano. Condotta aggravata dalla richiesta pedante di peggiorare alcuni istituti contrattuali vigenti, a titolo esemplificativo e non esaustivo, la malattia, rigettando tutte le richieste oggetto della piattaforma rivendicativa dei rappresentanti dei lavoratori, causando l’interruzione del negoziato”.
Ignorato l’appello di Fisascat Cisl e Uiltucs a convocare un nuovo incontro con la Commissione Jcpc finalizzato ad individuare “soluzioni pattizie e a ristabilire la giusta armonia che da sempre contraddistingue i rapporti tra le parti”.
Senza esito anche il tentativo “di conciliazione e raffreddamento” svoltosi il 30 maggio 2023 presso l’Ambasciata degli Stati Uniti, “ben oltre i termini prescritti dal CCNL, solo a fronte dello spirito costruttivo e responsabile delle organizzazioni sindacali”; alla presenza di tutta la delegazione trattante americana, dei rappresentanti delle tre armi (Marina, Aviazione ed Esercito) e dei rappresentanti dell’Exchange (Aviazione, Esercito e Marina) “le risposte fornite dalla JCPC sono state assolutamente incongrue rispetto alle istanze dei lavoratori” denunciano i sindacati, che sollecitano con forza la ripresa della trattativa.
Nel merito Fisascat Cisl e Uiltucs individuano tre macro-tematiche di intervento:
- Inquadramento del personale, con il superamento della discriminazione operata “tra il personale americano e il personale italiano a parità di mansioni”, perpetrata “anche tra i lavoratori italiani che effettuano le stesse attività presso Basi differenti”;
- Miglioramento delle condizioni economiche, con l’introduzione anche di misure di welfare riservate ai lavoratori. La disponibilità americana, asseriscono i sindacati è “una misura non solo insufficiente ma di gran lunga inferiore rispetto a quanto messo a disposizione delle negoziazioni avvenute in altri Stati”;
- Relazioni Sindacali, con il miglioramento dei rapporti tra le diverse rappresentanze. Il riferimento è agli esuberi comunicati direttamente ai lavoratori della Base USA di Vicenza ma “non alle Segreterie Nazionali nel mese di settembre come prescritto dal CCNL”. Ad aggravare la situazione le “voci in merito ad ulteriori possibili esuberi presso la Base di Aviano”.
“Fisascat Cisl e Uiltucs procederanno ad informare della mobilitazione le Istituzioni locali garantendo il pieno rispetto della normativa vigente e restano a disposizione dei Dicasteri e dell’Ambasciata per qualsivoglia esigenza”.
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