Biglietterie musei, Ministero Cultura mette l’App al posto dei lavoratori
Un’innovazione non condivisa che si può trasformare in un ulteriore elemento di precarizzazione.
Questo l’allarme lanciato dalla Uiltucs con le altre sigle al Ministero della Cultura che è intervenuto a gamba tesa e, soprattutto, senza il minimo confronto con i sindacati, cancellando di fatto tantissimi addetti alle biglietterie dei musei, e sostituendoli con la app Ad Arte.
I lavoratori e le lavoratrici sono da tempo in lotta per contratti più adatti e che rispecchino meglio il loro ruolo. Ma anche per una paga piu equa.
Per queste ragioni avevamo chiesto, senza successo, un incontro.
Ma il ministero che fa? Toglie di mezzo le cooperative che hanno in gestione il servizio e annuncia la nuova piattaforma pubblica Ad Arte, che gestirà direttamente la prenotazione e la vendita dei biglietti per i musei da mobile e web.
Che fine faranno i servizi di biglietteria di 43 istituti? E le conseguenze sul fronte occupazionale?
“Abbiamo appreso tutto questo dai media – commenta il segretario nazionale Uiltucs Gennaro Strazzullo – e siamo fortemente contrariati. Non si può fare innovazione sulle spalle dei lavoratori. Abbiamo avanzato diverse richieste di incontro al ministro Sangiuliano, anche il 10 marzo scorso, e mai abbiamo avuto un confronto”.
“Non siamo contrari – aggiunge Strazzullo – al processo di digitalizzazione nell’ambito museale, ma alla gestione che non tiene conto delle persone e non prevede nessun confronto”.
Infatti in questi termini a fare le spese dell’iniziativa di modernizzazione del ministero, saranno solo le centinaia di lavoratrici e di lavoratori che potrebbero rimanere senza lavoro.
Per non parlare del fatto che tutto questo potrebbe avere gravi ricadute su accoglienza, didattica e bookshop.