Capgemini, accordo sul lavoro agile: proposta aziendale rimandata al mittente
Il 27 marzo 2025 si è tenuto l’incontro tra l’azienda Capgemini e le organizzazioni sindacali del terziario e dei metalmeccanici, unitamente alle rappresentanze sindacali aziendali e unitarie e le strutture territoriali, per discutere dell’accordo sul cosiddetto flexible working (lavoro agile) che è in scadenza il 30 aprile 2025.
L’azienda in apertura ha comunicato che intende rivedere l’accordo prevedendo un ridimensionamento delle giornate di lavoro da remoto. In tal senso, l’operazione è già stata messa in atto a partire dai dirigenti con la possibilità di fare 8 giorni al mese di smart working con l’obiettivo di aumentare le giornate di lavoro in presenza.
Con questa premessa, è entrata nel dettaglio proponendo un nuovo accordo basato su: 8 giornate lavorative di smart working al mese per tutti i dipendenti con una media di 2 giorni di lavoro agile a settimana e prevedere un’estensione delle giornate di lavoro da remoto per chi ha figli minori di un anno, ai periodi di chiusura collettiva aziendale (indicativamente il mese di agosto), per i dipendenti della sede di Roma in vista delle giornate giubilari; mentre per chi lavora in bench lo smart working è sospeso per facilitare la ricollocazione in altri progetti secondo le intenzioni aziendali. Capgemini ha inoltre comunicato che il modello attuale crea problemi di organizzazione di lavoro e la scelta di fare questo cambio è stata deciso a livello di gruppo internazionale.
In conclusione, ha posto la necessità di chiudere il confronto per un nuovo accordo sindacale di flexible working entro il 10 aprile. In caso contrario, si passerà a un regolamento aziendale.
La delegazione sindacale presente al tavolo ha respinto la proposta aziendale di un nuovo accordo sul lavoro agile su queste basi. I motivi sono molteplici: il ritardo nell’avvio del tavolo di discussione, i tempi stretti per chiudere l’accordo, le criticità nella disponibilità di postazioni nelle sedi, la mancanza di dati sulla produttività legata al lavoro in smart working, l’organizzazione carente della formazione per chi lavora in interprogetto, il rapporto con i manager, i tempi di percorrenza da e per le sedi di lavoro con i relativi aumenti di costo per l’uso dei mezzi di trasporto tra i punti principali. A questo si aggiunge anche un problema di tenuta occupazionale che è emerso nello specifico a seguito di contrazioni di commesse nel settore automotive.
Come categoria del commercio abbiamo anche evidenziato che a distanza di tempo dall’unificazione tra Altran e Capgemini permangono delle distanze sul piano contrattuale non più accettabili. Anche su questo punto riteniamo indispensabile avviare un negoziato produttivo che unifichi i trattamenti ed elimini le intollerabili differenze retributive e di trattamento contrattuale complessivo in essere.
L’azienda ha risposto che il problema sul tempo breve per definire l’accordo è riconducibile al ritardo sulle nuove disposizioni dettate dalla casa madre nei vari Paesi dove Capgemini è presente. Nonostante questo, ha ribadito la disponibilità a discutere dei termini dell’accordo, facendo tesoro delle osservazioni emerse durante il confronto.
Al termine della riunione, considerate ancora insoddisfacenti le risposte aziendali e le forti preoccupazioni della delegazione sindacale, abbiamo dichiarato che saranno messe in campo iniziative di informazione per condividere con le lavoratrici e i lavoratori di Capgemini lo stato della trattativa.
Si invitano pertanto le strutture territoriali a convocare le assemblee sindacali, anche in accordo e coordinamento con le rappresentanze sindacali presenti in azienda e a riportarne alle strutture nazionali l’esito in tempo utile per organizzare un coordinamento unitario e poter riavviare il confronto con l’azienda con cui abbiamo già fissato il prossimo incontro per il 9 aprile 2025 alle ore 10 in modalità videoconferenza.