Cerved, futuro e programmi aziendali: il punto con la nuova dirigenza
Giorno 9 luglio si è svolto in modalità videoconferenza la riunione con la direzione aziendale di Cerved group.
La riunione è stata l’importante occasione del primo confronto con la nuova dirigenza rappresentata dal dott. Luca Peyrano (CEO) e dal dott. Giuseppe Del Deo (Presidente).
Naturalmente alla riunione era anche presente la dott.ssa Cavalli e la dott.ssa Sala in rappresentanza dell’ufficio del personale e delle relazioni sindacali.
L’importanza della riunione sta nel fatto che arriva dopo l’avvio della mobilitazione, con la dichiarazione dello stato di agitazione e la richiesta di incontro che abbiamo inoltrato al Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Nello stato di agitazione e nella lettera al ministero sollecitavamo chiarezza sui programmi aziendali e sulle scelte imprenditoriali che si stanno realizzando. Tra i motivi di preoccupazione che abbiamo più volte espresso c’era anche il fatto che i cambi al vertice della società tolgono certezze sui programmi futuri e sulla stabilità aziendale. Fatto che aumenta l’incertezza che le persone vivono nella loro attività lavorativa quotidiana.
Su questo primo aspetto il dott. Peyrano ha voluto chiarire che le scelte che sono state fatte in realtà non sono frutto di instabilità (lui proprio è presente nel gruppo da diversi anni) ma di passaggi fisiologici dettati anche da scelte individuali dei manager che si sono succeduti alla guida della società.
In questa ottica la comunicazione aziendale ha voluto sottolineare che proprio dalla proprietà dell’azienda arrivano le prime rassicurazioni sulla stabilità aziendale: infatti Ion intende operare in un arco temporale lungo, agendo su programmi di ampio respiro che non devono dare risultati in breve tempo. Una modalità in controtendenza rispetto a quanto fanno altri gruppi finanziari.
Rispetto ai programmi futuri la società, come illustrato anche dal presidente Del Deo, vuole esplorare nuovi campi di azione e creare prodotti che rispondano a questa esigenza: la sicurezza di impresa negli investimenti internazionali e quindi i rischi legati all’instabilità geopolitica di alcune aree del mondo, la cyber security e la difesa degli investimenti di fronte ai problemi legati alla catena degli approvvigionamenti che a volte influenza negativamente l’andamento della produzione i nuovi ambiti di produzione che affiancheranno le attività tradizionali del gruppo.
Questo rafforza il ruolo strategico nel sistema paese del gruppo che su questa centralità strategica intende rafforzare il proprio potenziale.
Queste scelte sono indispensabili perché alcune attività (ad esempio il credit manager) oggi sono in crisi e la difesa dell’impresa passa anche attraverso la diversificazione dei prodotti.
Come organizzazioni sindacali abbiamo fatto notare che questi concetti hanno bisogno di azioni pratiche che devono essere conosciute e condivise nel loro sviluppo: cosa che in questi ultimi anni non è successa.
Quindi meccanismi comunicativi, programmi formativi coerenti e non penalizzanti come sono stati i PIP, accompagnamento al cambiamento che non può e non deve essere imposto.
Nell’analisi del futuro della società quindi alcuni punti sono di centrale importanza:
- Innovazione del prodotto e difesa delle produzioni tradizionali ma sapendo scegliere dove continuare ad investire
- Centralità nel sistema paese dell’azienda pur nella sua natura di impresa privata
- Programmi a medio e lungo termine
- Capacità di cambiamento e modifica di alcuni processi che modifichino le debolezze oggi presenti nella struttura
- Formazione, apertura alle capacità individuali nel rispetto delle diverse capacità di ognuno
- Comunicazione che crei consapevolezza nei processi
Se sul piano del rilancio della società abbiamo ascoltato proposte positive su cui lavorare in maniera positiva sull’aspetto organizzativo connesso allo smart working, il ragionamento aziendale desta molta preoccupazione.
Vero è che l’azienda ha ribadito che intende confermare lo smart working tra gli strumenti organizzativi ma la volontà di contenerne l’utilizzo (accompagnata da espressioni come “limitiamone l’abuso”) denota una scarsa conoscenza (o considerazione) della dinamica contrattuale che ha determinato le regole in uso.
Su questo punto restiamo fermi sulla nostra idea del “tutto si tiene” in termini contrattuali e organizzativi.
Abbiamo colto l’occasione per chiedere conto della richiesta di consegna dei curriculum vitae individuali: su questo punto la società ha ribadito la semplice esigenza di conoscere al meglio le professionalità esistenti e poterle indirizzare verso le attività migliori.
In tale ottica sono stati previsti anche una serie di colloqui individuali (appuntamenti segnalatici da diverse lavoratrici e lavoratori) che l’azienda ha voluto spiegare non aver altro scopo che la migliore conoscenza delle professionalità presenti in azienda.
Nel corso della riunione abbiamo anche affrontato i temi relativi ai part time (l’azienda ha dichiarato che intende soltanto allineare le scadenze e nulla viene messo in discussione) alla sede di Bologna e al suo trasferimento ancora avvolto nell’incertezza, e il sistema complessivo delle relazioni sindacali.
Le relazioni sindacali sono uno strumento indispensabile per poter governare i processi, di cambiamento siano essi operativi o contrattuali: non possono essere trascurate.
Le parti si sono lasciate con l’impegno a ritrovarsi dopo il periodo estivo per rafforzare la conoscenza degli obiettivi e dei progetti. Nel periodo successivo alle ferie sarà inoltre organizzata una campagna di assemblee nel corso delle quali verificare assieme a lavoratrici e lavoratori l’andamento dei progetti aziendali.