Cibis, licenziamenti: manca un piano di rilancio
Il giorno 8 marzo 2018 si è svolto a Roma il secondo incontro, in fase sindacale, relativo alla procedura di licenziamento collettivo avviata da CIBIS s.r.l. con lettera del 16 gennaio 2018.
L’azienda – come richiesto dai sindacati di categoria nella precedente riunione – ha illustrato il proprio andamento economico e la situazione relativa agli organici occupati.
È emerso, dall’esposizione dell’impresa, nel periodo compreso tra il 2011 e il 2017, un ridimensionamento del fatturato e dei ricavi della società; il “perimetro” di CIBIS si è nel frattempo ridotto, in virtù della cessione di 3 punti vendita (Venezia, Padova, Pistoia), finalizzata a recuperare risorse finanziarie.
Il ricorso agli ammortizzatori sociali, nel recente passato, ha diminuito il monte ore lavorate.
Tra gli elementi di difficoltà segnalati dall’azienda rientrano i costi dei contratti di affitto, il costo delle materie prime, e soprattutto la difficoltà di attingere al finanziamento bancario, senza il quale sostiene di non poter fare gli investimenti necessari al rilancio.
CIBIS ammette che i locali avrebbero bisogno di essere ristrutturati per consentire loro un rilancio e che anche il servizio/prodotto alla clientela dovrebbe essere rinnovato.
In ultimo la società ha dichiarato, sul fronte del lavoro, di avere difficoltà per le molte ore di assenza non sostituite e per rigidità contrattuali e nell’organizzazione del lavoro, concentrate in particolare su alcune realtà territoriali (Milano).
Da parte sindacale è stato sottolineato ancora una volta la debolezza dell’impresa nel mettere in atto scelte indispensabili per migliorare la situazione illustrata, ovvero le ristrutturazioni dei locali e il miglioramento del “prodotto” offerto.
Ciò che pesa è la mancanza, secondo le organizzazioni sindacali, di un credibile piano di rilancio.
Sul fronte del personale, contestato all’azienda il dato sull’assenteismo (nel prospetto aziendale erano compresi anche gli infortuni, le ferie, i r.o.l. e le maternità), i sindacati hanno spiegato che alcuni dei temi toccati attengono alla contrattazione territoriale ed individuale, e non a quella nazionale.
Alla luce di quanto sopra, si è preso atto dell’esito negativo del confronto in sede sindacale. La discussione della procedura proseguirà pertanto ora nella fase amministrativa.