Conad Auchan, confermati i timori della Uiltucs: nuovi, gravi ostacoli
Si è svolto per conferenza telefonica l’annunciato incontro in sede ministeriale in ordine alla procedura di Cigs attivata da Margherita Distribuzione per un centinaio di punti vendita della ex-Auchan retail.
L’azienda ha riepilogato la situazione in essere (evidenziando tra l’altro che 6 punti vendita sono nel frattempo fuoriusciti dal perimetro della Cigs in quanto già trasferiti ad altri soggetti: gli ipermercati di Ancona, Cagliari Santa Gilla, Mestre e Padova, i supermercati di Arco e Motta Visconti); ha ricordato di aver presentato – poche settimane prima dell’inoltro della procedura di Cigs per crisi aziendale sulla rete – anche una procedura di mobilità per le sedi in vista della loro chiusura una volta che la rete di vendita fosse stata trasferita a soggetti terzi, sia facenti
capo a Conad che ad altre aziende od operatori; ha dichiarato che c’è un confronto sindacale in atto su tutte e due le procedure avviate, e rimarcato l’urgenza di definire soluzioni, acuita dall’emergenza sanitaria in atto.
Da parte nostra abbiamo altresì ribadito le problematiche che non ci hanno consentito di sottoscrivere un’intesa, riconducibili in sostanza ai seguenti punti:
a) alla totale evanescenza degli impegni che l’azienda risulta disposta a fornire in ordine al tema delle ricollocazioni del personale sia di sede che a maggior ragione della rete nelle strutture facenti capo al consorzio Conad (fatte sempre dipendere dalle autonome valutazioni del soggetto terzo), condizione aggravata dalla circostanza che da parte dell’azienda ci si rifiuta pervicacemente di coinvolgere il Consorzio tra le parti stipulanti dell’intesa, ragione per cui qualsiasi impegno alla ricollocazione risulterebbe vincolante solo in capo a Margherita Distribuzione e a nessun altro;
b) La pretesa di avere “mano libera” nella fissazione dei limiti di ricorso alla Cigs e della rotazione del personale in Cigs aggravata dalla circostanza che finora l’azienda si è limitata a indicare solo il numero delle persone presenti nei diversi punti vendita, senza fornirne la disaggregazione in base al livello d’inquadramento e alla tipologia d’impiego (full-time/parttime) richiesta dalle norme di legge vigenti anche al fine di poter stimare l’onere che da tale misura deriva in capo alle sedi pubbliche incaricate dell’erogazione dell’integrazione salariale.
Il fatto nuovo più rilevante emerso dalla riunione consiste nel fatto che da parte dei Ministeri coinvolti (Mise e Lavoro), e in particolare da parte dei funzionari del Ministero del Lavoro, è stata sollevata la questione della congruenza tra l’istituto di integrazione salariale richiesto (Cigs per crisi aziendale) e la situazione effettiva in cui l’azienda si trova, ossia l’imminente cessazione totale di attività da parte di Margherita Distribuzione, che viene dimostrata al di là di ogni ragionevole dubbio dalla stessa procedura di mobilità per cessazione di attività avviata in relazione alle sedi.
Negli incontri avuti con Margherita Distribuzione a Roma il 14 febbraio e il 5 marzo si ricorderà senza dubbio che tale perplessità venne fin dal principio sollevata proprio dalla UILTuCS, avendo rilevato la circostanza innegabile che l’azienda aveva presentato una procedura di Cigs per crisi in capo a un centinaio di punti vendita di cui in alcuni casi era imminente la cessione a terzi in forza di contratti già definiti o in via di definizione, negli altri casi apertamente manifesta l’intenzione di procedere alla loro cessione, e comunque operanti nell’ambito di un’azienda destinata entro pochi mesi, con ogni probabilità già alla fine di quest’anno, ad essere messa in liquidazione.
In quella sede lo “scienziato” che al tavolo negoziale rappresenta Margherita Distribuzione, ma che parla anche a nome di Conad, non aveva risposto, o per meglio dire aveva banalizzato la questione dicendo – come al solito – che “non è un problema”.
Ora che il problema evidentemente c’è, non siamo in grado al momento di poter prevedere quale soluzione l’azienda cercherà di trovare, se in altre parole cercherà di ottenere dal Ministero una “trasformazione in corsa” della procedura di Cigs avviata per crisi in una procedura per cessazione dell’attività aziendale (con tutte le ovvie conseguenze che ciò comporta quanto alla sua durata e alle modalità di effettivo svolgimento della cassa medesima) o se invece sceglierà (sempre che non sia il Ministero a costringerla) di ritirare la procedura avviata per avviarne
immediatamente dopo una di Cigs per cessazione di attività.
Il Ministero ha provveduto a riconvocare le Parti per il giorno 23 marzo, sempre in via telematica.