Conforama, presentato il nuovo piano industriale
Il 23 aprile 2025 si è tenuto al MiMIT il secondo incontro con la società Conforama, richiesto dalle organizzazioni sindacali, con l’obiettivo di conoscere il nuovo piano industriale volto a garantire un percorso serio di risanamento e rilancio dell’azienda, con il sostegno del Ministero, senza gravare sui lavoratori attraverso trasferimenti illegittimi che, nella maggior parte dei casi, hanno determinato risoluzioni non volontarie dei rapporti di lavoro.
Tali trasferimenti, infatti, non rappresentano e non hanno rappresentato, una soluzione efficace per la sostenibilità aziendale.
Come ricorderete, durante il precedente incontro, a seguito della richiesta unanime delle organizzazioni sindacali e del Ministero, la società aveva comunicato la sospensione temporanea dei trasferimenti, iniziativa accolta con favore da tutte le parti.
Nel corso del secondo incontro, Conforama ha comunicato di aver richiesto la composizione negoziata della crisi e che la stessa gli è stata accolta, illustrando il nuovo piano industriale, definito “il più ragionevole possibile e senza finanziatori”, precisando che potrebbe essere soggetto a modifiche qualora venisse raggiunto un accordo con un investitore a supporto del piano di rilancio.
La società ha dichiarato che, in questo momento, sono in corso interlocuzioni volte a trovare possibili investitori.
La stessa ha dichiarato inoltre di non aver mai conseguito utili in Italia, specificando che l’esercizio fiscale 2023, chiuso a settembre 2023, aveva finalmente registrato un incremento positivo dell’Ebitda.
Tuttavia, l’esercizio 2024 ha segnato un’inversione di tendenza, tornando a risultati negativi in termini di ricavi, con conseguente modifica delle previsioni di raggiungimento del pareggio di bilancio.
Conforama ha presentato il proprio modello di business, fondato su quattro categorie commerciali: mobili, elettrodomestici da incasso, decorazione d’interni e abbigliamento.
È stato evidenziato che circa l’80% del fatturato deriva dalle vendite di mobili, mentre la decorazione d’interni rappresenta il 10% delle vendite.
L’azienda, individuando le cause della crisi attuale in diversi fattori, ha inoltre riconosciuto che il mancato successo iniziale della nuova formula commerciale è stato causato da una transizione strategica non accompagnata da adeguati investimenti in marketing, nonostante le organizzazioni sindacali ne avessero più volte sottolineato l’importanza.
L’azienda ha dichiarato che i due principali problemi da affrontare per ridurre i costi sono rappresentati dal costo del lavoro e dagli spazi eccedenti.
Alla situazione di crisi hanno inoltre contribuito la diffidenza dei fornitori e le difficoltà nei rapporti con il sistema bancario.
Il piano strategico presentato si articola in tre macroaree: Business model review, valorizzazione del punto vendita, efficienza operativa.
Conforama ha dichiarato che, a fronte della crisi che interessa l’intera rete dei negozi, la strada per poter procedere ad un risanamento e a finanziare il piano strategico, oltre alla monetizzazione di alcuni asset attraverso la cessione di parte del patrimonio immobiliare, si concretizzerebbe attraverso il ricorso allo strumento della composizione negoziata della crisi.
Oltre a ciò, a fronte delle motivazioni sopra esposte, l’azienda ha dichiarato che l’attuale forza lavoro vedrebbe la presenza di 109 FTE (Full Time Equivalent) come esuberi strutturali.
Un numero in realtà più ampio che verrebbe in parte, secondo le dichiarazioni aziendali, assorbito attraverso il “turnover naturale”.
La collocazione di tali esuberi riguarderebbe prevalentemente il Centro Sud, area geografica già interessata dal ricorso agli ammortizzatori sociali nel recente passato e ove insistono gli asset di proprietà che erodono la produttività.
Particolare attenzione è stata riservata alla situazione del punto vendita di Padova, dove sono stati dichiarati ulteriori 36 esuberi, corrispondenti all’intero organico, a seguito della prevista demolizione e ricostruzione dell’immobile in locazione che potrebbe avvenire entro la fine del 2025.
A compensazione di tale scenario l’azienda ha comunicato l’intenzione di avviare un progetto pilota su una superficie da locare di circa 2.000 metri quadrati.
Tuttavia, ha evidenziato che la durata del piano sarà piuttosto lunga, generando così incertezza circa la sua piena riuscita.
In considerazione della delicatezza dello scenario prospettato, le organizzazioni sindacali hanno ribadito la necessità di una migliore efficacia delle relazioni sindacali, non potendo le stesse essere messe a conoscenza di decisioni così impattanti solo a cose fatte.
Il Ministero, in tal senso, ha sollecitato l’azienda ad attivarsi per far sì che vi sia un percorso condiviso finalizzato a ridurre quanto più possibile l’impatto occupazionale.
Le parti si incontreranno nuovamente al MiMIT mercoledì 4 giugno 2025 alle ore 15.