Coop Alleanza 3.0: un nuovo piano industriale che penalizza il lavoro
Meno occupazione diretta e taglio dei salari.
“I lavoratori di Coop Alleanza non possono pagare il prezzo dovuto agli errori della cooperativa. Serve un confronto e un cambio di rotta.” commenta Paolo Andreani della UILTuCS.
Lo scorso 5 maggio si è svolto l’incontro con Coop Alleanza 3.0, inerente la revisione del piano industriale. Le novità emerse impongono approfondimenti e giudizi espliciti.
La cooperativa al 2021 si pone l’obbiettivo di stabilire un rapporto 1 a 1 tra prestito sociale e patrimonio netto e di tornare nello stesso arco temporale alla positività della gestione caratteristica.
La Cooperativa annuncia che il bilancio consuntivo 2017 si chiude con un risultato consolidato di gruppo negativo per oltre 49 milioni di euro.
La problematica più rilevante sembra essersi manifestata sul versante delle vendite e la scarsa redditività degli investimenti. La situazione appare ancora più problematica alla luce della positiva gestione finanziaria che ha concorso a “limitare i danni”. La stessa previsione del bilancio consolidato di Gruppo del 2018 si annuncia in perdita per 64 milioni.
Le criticità emerse hanno determinato la revisione del piano industriale che si rivela da subito problematico sul versante “del lavoro”.
Annunciata una “tenuta maniacale dei punti vendita” così definita dall’amministratore delegato Cattabiani, prevista anche una attenzione più decisa ai soci (attraverso le promozioni) e la crescita dell’impiego del prodotto a marchio.
Lo sviluppo dovrebbe essere sostenuto anche dalla “liquidità di cassa” e quindi dal risultato corrente della gestione caratteristica e ciò lascia intendere una stretta sulla difesa del patrimonio e una relativa incertezza della quantità degli stessi.
Tuttavia nel quadriennio 2018-21 risultano confermate nuove 15 aperture e interventi vari per ristrutturazione e innovazione per complessivi 400 milioni entro fine 2021.
Desta preoccupazione la prevista crescita del franchising con particolare riferimento al Sud. Saranno interessate Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia.
La politica del franchising dovrebbe riguardare lo sviluppo, tuttavia potrebbe riguardare anche la dismissione di punti vendita critici, come nel caso dell’ipermercato di Avellino della controllata Distribuzione Centro Sud.
Il piano prevede 24 punti vendita in dismissione, cessione e/o chiusura al 2021 e risultano coinvolti oltre 380 lavoratori. Entro il prossimo giugno dovrebbe essere chiarito il perimetro dei punti vendita.
Relativamente alle politiche del personale il piano prevede l’avvio della trattativa per il contratto aziendale unico già nella prima metà del 2018.
Previsto un piano straordinario di assunzione di apprendisti, fino a 1000 entro il 2021 e l’utilizzo di piani di formazione continua utilizzando anche il “fuori orario di lavoro”.
Gli obbiettivi dichiarati dall’impresa e relativi al contratto unico aziendale sono stati declinati nella variabilizzazione dei trattamenti salariali fissi, nell’utilizzo del welfare aziendale, nella riduzione del costo medio orario e nella valorizzazione del rapporto tra salario e redditività territoriale/apporto individuale.
Dichiarato anche un progetto di riorganizzazione della Sede che prevede la chiusure di sedi distaccate, l’utilizzo dello smart working e la ristrutturazione delle sedi restanti con la conseguente riduzione del costo del lavoro e la messa in discussione dei livelli occupazionali esistenti.
La Uiltucs ha manifestato perplessità sulla capacità della cooperativa di governare i processi in atto e messo in discussione la stessa credibilità e problematicità del piano dichiarato.
Preoccupante la politica di diffusione del franchising e provocatorio e sbagliato l’approccio della Cooperativa al Contratto Aziendale Unico per gli obbiettivi dichiarati.
Essere più flessibili e produttivi, con meno ore e meno salario, per i lavoratori della cooperativa è davvero troppo. Chi non ha le leve della gestione, rischia di pagare gli errori dei chi è nella stanza dei bottoni.
La Uiltucs si riserva di compiere una valutazione approfondita e assumere azioni unitamente alle altre organizzazioni sindacali utili a modificare gli intendimenti manifestati dalla Cooperativa.
L’attivo nazionale dei delegati e delle strutture della Uiltucs si terrà il prossimo 9 maggio a Roma.