Coop Alleanza, Cia: evitare lo spezzatino della rete commerciale

Il 31 marzo 2022, le organizzazioni sindacali Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs, nell’ambito del confronto negoziale per il Contratto integrativo aziendale per i dipendenti da Coop Alleanza 3.0, hanno incontrato la direzione della medesima impresa cooperativa.
Le parti sopra citate hanno affrontato i seguenti argomenti:
– franchising ed appalti,
– lavoro agile.
In relazione al primo nucleo tematico oggetto di approfondimento, da parte aziendale sono stati forniti ragguagli in ordine all’attuale consistenza della dimensione del franchising nell’ambito di Coop Alleanza 3.0, che possono così sintetizzarsi:
- il franchising classico consta soltanto di 7 negozi ubicati in Camposampiero (Pd), Este (Pd), Rossano Veneto (Vi), Poianella di Bressanvido (Vi), Nove (Vi), Ostra (An) e Morrovalle (Mc) (va evidenziato il fatto che tale formula di affiliazione ha subito una riduzione significativa con la risoluzione del contratto con Armonie Srl);
- il master franchising, che rappresenta certamente una parte quantitativamente rilevante della rete commerciale riconducibile indirettamente alla Cooperativa, conta attualmente 490 negozi (di cui 337 sub affiliati) facenti parte dei network Gruppo Az SpA in Calabria, Tatò Paride SpA in Puglia e Basilicata, Le Due Sicilie Srl in Campania e la New Fdm Spa in Sicilia;
- il volume delle vendite del franchising di Coop Alleanza 3.0 nel 2021 ha raggiunto gli 800 milioni di euro (al lordo d’Iva); più nel dettaglio, la Cooperativa, nello stesso esercizio, ha venduto prodotti al franchising per 510 milioni di euro (erano stati 310 milioni l’anno precedente). L’esercizio corrente ha già fatto registrare vendite verso la rete franchising per 211 milioni di euro (+34% rispetto al valore incluso nel budget). L’Ebit conseguito da Coop Alleanza 3.0 sulle forniture ai propri affiliati commerciali l’anno passato è stato di 4,6 milioni di euro (in netto miglioramento rispetto al 2020, quando si era fermato ad 1,8 milioni di euro).
I sindacati hanno ribadito la loro contrarietà alla “frantumazione” della rete commerciale a gestione diretta, auspicando che non sia quest’ultima a pagare, a colpi di progressive riduzioni e dismissioni, lo sviluppo della presenza del franchising.
Inoltre, Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs hanno anche ribadito la richiesta di prevedere, in seno al Contratto integrativo aziendale, un articolato relativo a tale delicatissimo tema.
L’obiettivo delle Federazioni sindacali nazionali è quello di garantire l’applicazione di standard normativi e retributivi alle lavoratrici ed ai lavoratori dipendenti dai franchisee tali da non creare differenze marcate col personale diretto di Coop Alleanza 3.0 (non solo per le ovvie ed intuibili implicazioni di natura valoriale).
Assecondando una precisa richiesta sindacale, contenuta peraltro anche nella piattaforma unitaria, la direzione aziendale ha dato il suo benestare a ricomprendere nel contratto collettivo aziendale le pattuizioni raggiunte negli accordi sottoscritti dalle parti, rispettivamente, nell’accordo per la gestione del franchising del 30 luglio 2018 e nell’accordo quadro sul piano di rilancio del 23 luglio 2020.
Sugli appalti, invero in maniera molto laconica, la Cooperativa si è impegnata a fornire, in un testo dedicato anche al franchising, la propria proposta di formulazione di regole ad hoc per i soggetti terzi che le forniscono servizi.
Anche rispetto a tale tema, le organizzazioni sindacali hanno ribadito la necessità di agire in una logica di salvaguardia delle lavoratrici e dei lavoratori, soprattutto sulla scorta delle recenti determinazioni assunte da Alleanza 3.0, che, per ridurre i costi gestionali, sta rivedendo i capitolati di pulizie e vigilanza presso i punti vendita, col conseguente calo del presidio precedentemente garantito in tali ambiti di supporto.
In tema di lavoro agile, le parti hanno condiviso la necessità di integrare nel futuro Cia buona parte delle soluzioni pattuite nell’apposito accordo sottoscritto il 16 dicembre 2020.
Tuttavia, i sindacati hanno esternato il bisogno di approfondire nuovamente l’argomento per rendere maggiormente coerenti le pattuizioni testé menzionate, che sono state raggiunte in piena pandemia, con un contesto auspicabilmente affrancato dal Covid-19.
A conclusione dell’incontro, Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs hanno invitato la direzione aziendale a compiere un significativo sforzo per abbandonare posizioni improntate ad un irragionevole oltranzismo sui temi che sono stati sinora oggetto del confronto negoziale, in particolare in relazione al superamento del premio aziendale, alla riduzione del trattamento economico per il lavoro domenicale e festivo ed alla destrutturazione dell’organizzazione del lavoro (con l’introduzione di forme di flessibilità spinte e tese unicamente a deprimere il lavoro: turni spezzati all’inverosimile, orari “elastici” volti ad annullare di fatto la vita sociale e relazione delle lavoratrici e dei lavoratori, programmazione delle prestazioni effettuate con un preavviso pressoché nullo, mancata retribuzione della pausa ecc.).
Qualità del lavoro e competitività delle imprese possono coesistere, anzi devono necessariamente combinarsi e compenetrarsi per consolidare le capacità performanti delle aziende.
In replica, i rappresentanti di Coop Alleanza 3.0 hanno manifestato la volontà di compiere uno sforzo nella direzione auspicata dal sindacato, indicando l’istituto del premio aziendale fisso e l’organizzazione del lavoro ma senza avanzare proposte specifiche che sia possibile valutare.
Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs verificheranno se a tali dichiarazioni seguiranno comportamenti coerenti e se, dalla ossessiva riproposizione delle proprie posizioni, chi rappresenta l’impresa cooperativa sarà in grado di raccogliere la sfida di concorrere alla determinazione di un equilibrio che soddisfi anche le lavoratrici ed i lavoratori.