CSL, accuse insensate. Tentativi di intimorire? Non ci spaventano
Dura la UILTuCS: “Noi denunciamo il vero. E guarda caso lo confermano proprio loro, nero su bianco.
È davvero singolare l’accusa mossa dalla CSL di Civitavecchia per voce del suo Presidente nei confronti della UILTuCS, a cui si sono rivolti alcuni lavoratori in difficoltà.
“Il Presidente della CSL – spiega il sindacato – a margine dello sciopero del 29 giugno scorso indetto dall’organizzazione sindacale contro i continui attacchi da parte della cooperativa alla dignità e ai diritti dei lavoratori, ha fatto dichiarazioni gravissime. Ha accusato il sindacato di screditare l’azienda. Il nostro intento è migliorare il posto di lavoro, non certo affossarlo”.
“Se le richieste avanzate da quando abbiamo iniziato a rappresentare i lavoratori della CSL sono infondate – continua il sindacato – non capiamo come mai la stessa società in un verbale d’incontro del 09 settembre 2016 riconosceva l’esistenza di differenze retributive impegnandosi ad effettuare conciliazioni con i lavoratori.
Se le richieste avanzate sono infondate non capiamo come mai nello stesso verbale la CSL si impegnava ad attivare l’assistenza sanitaria in favore dei lavoratori.
Se quanto contestato alla CSL è diretto ad infangare la Società come mai la stessa ha dovuto prendere atto e farsi carico di molte delle nostre richieste?”
“C’è sicuramente un nervosismo da parte del datore di lavoro che non lo rende lucido nelle dichiarazioni, tanto da non fargli comprendere le motivazioni di tale azione sindacale”.
Ribadiamo che è la Società che si è manifestata ostile nei confronti dei lavoratori che hanno avuto la forza di credere che finalmente qualcuno potesse aiutarli.
Lavoratori rei quindi, per l’azienda, di pretendere buste paga regolari, senza l’inserimento di incomprensibili voci, forse dirette ad eludere norme fiscali, e colpevoli di rivendicare il diritto a differenze retributive per aumenti contrattuali non corrisposti e di rivendicare il diritto contrattuale dell’assistenza sanitaria integrativa.
“Per la UILTuCS la sicurezza dei lavoratori è al primo posto – conclude il sindacato –, ed è per questo che si chiede chiarezza. Non si può assistere passivamente a casi limiti come
quello di un dipendente al quale il nuovo medico competente non ha riconosciuto le precedenti limitazioni e prescrizioni e, nonostante operato per due volte di sinusite cronica è stato cambiato di reparto e messo a lavorare in una cella frigorifera in forma punitiva.
Casi del genere rasentano davvero l’assurdo e obbligano il sindacato a fare chiarezza. Cosa che faremo ogni volta che vedremo comportamenti vessatori e coercitivi che limitino i lavoratori nell’esercizio dei propri diritti”.