Deliveroo, nuovo taglio alle tariffe per i rider
I fattorini: “Nessun confronto, serve più trasparenza”
Nuovo capitolo sulle condizioni di lavoro dei rider delle consegne a domicilio. Questa volta, al centro della polemica, è il calo delle tariffe da parte di Deliveroo nei confronti dei rider che collaborano con la piattaforma di food delivery.
Uno dei rider iscritti alla UILTuCS, in rappresentanza dei suoi colleghi fattorini, ha inviato qualche giorno fa un’e-mail all’azienda lamentando del fatto che ultimamente Deliveroo abbia abbassato le tariffe minime di consegna senza avviso e, al tempo stesso, abbia aumentato le distanze di consegna.
“Ti ringraziamo molto per il feedback: puntiamo sempre a migliorare il servizio offertovi”.
Questa la risposta automatica arrivata ai rider, alla ricezione della quale è scattata la protesta.
I lavoratori sono stati trattati alla stregua di utenti di passaggio: i fattorini non sono stati ricontattati né hanno ricevuto, in altri modi, chiarimenti.
La tariffa minima a consegna sembrerebbe arrivata oggi a 3,80 euro. Quando – all’inizio dell’estate 2018 – i rider firmarono il contratto dinamico (il cosiddetto “dynamic fee” che prevede la somma di una tariffa minima a consegna e di una parte di pagamento variabile a seconda della distanza percorsa dal fattorino) la tariffa minima era 4,80 euro, e le zone di consegna erano più piccole con percorsi di consegna più brevi.
Da allora, si è registrato un costante e inesorabile calo: il 2 ottobre 2018 Deliveroo già annunciava un nuovo abbassamento a 4,10 euro a consegna.
Adesso, arriva questa ulteriore stangata.
I rider che collaborano con Deliveroo subiscono periodicamente le scelte unilaterali dell’azienda, nonostante la loro condizione lavorativa che dovrebbe prevedere almeno un confronto tra le parti prima della definizione dei compensi.
Inoltre, i fattorini sono costretti a sostenere i costi del lavoro, perché le spese del carburante, la fatica fisica, mentale e la manutenzione dei mezzi, sono tutti a carico del rider.
A completare il quadro anche l’abbassamento delle statistiche causate da problemi tecnici – come afferma l’azienda – che vengono gestiti da Londra con tempi lunghi. È successo infatti, come testimoniano alcuni rider, che il problema delle statistiche sia stato risolto in 14 giorni, ovvero lo stesso tempo necessario per recuperarlo lavorando senza ulteriori penalità.
Mario Grasso, funzionario della UILTuCS nazionale, categoria della Uil che rappresenta i lavoratori della gig economy, oltre ai settori del turismo, del commercio e dei servizi, esordisce: “Sarebbe bello confrontarsi con l’azienda per capire questi cali delle tariffe. Perché stridono con gli aumenti di fatturato e di vendite che sono cresciuti a dismisura nell’ultimo anno, come riferito dall’azienda settembre scorso in un loro comunicato. L’occasione data dalla nuova legge sui rider potrebbe essere utile per approfondire il problema e trovare delle soluzioni di comune accordo con i rider”. “Ci auguriamo – conclude Grasso – che il silenzio dei mesi passati possa trasformarsi in dialogo per realizzare un accordo collettivo di settore che i rider richiedono ormai da tempo”.