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Commercio
Home›Commercio›Douglas inaffidabile, sindacati: “No spezzatino”

Douglas inaffidabile, sindacati: “No spezzatino”

Di Sara Frangini
1 Ottobre 2019
1817
0

Il 27 settembre, preceduto dal coordinamento unitario dei delegati e delle strutture, si è tenuto a Roma l’incontro con la direzione di Douglas in relazione alle prospettive aziendali. L’incontro era stato da noi richiesto poiché lo scorso 6 settembre l’Azienda aveva preannunciato la chiusura di 35 negozi, in parte per effetto di contratti d’affitto non rinnovati, in parte per redditività negativa, con un impatto su quasi 130 dipendenti, dei quali solo una parte ricollocabili in negozi vicini.

In apertura Douglas ha dichiarato che sta continuando le trattative per la rinegoziazione degli affitti, tra questi i negozi collocati all’interno di Oviesse: dall’esito positivo di tale azione potrebbe derivare una riduzione del numero di negozi da chiudere.

Il negozio di Varese, inserito inizialmente nell’elenco, dovrebbe rimanere aperto; sono in corso trattative per i negozi di Gemona, Colle Val D’Elsa e Cosenza.

Le prime chiusure, imminenti (tra dicembre 2019 e gennaio 2020), dovrebbero riguardare Roma, Ravenna e Torreano di Martignacco.

Secondo l’impresa sulla piazza di Roma ci sarebbe possibilità di ricollocazione di tutto il personale, così come per il negozio di Torreano di Martignacco qualora il negozio di Gemona non chiudesse. Comunque bisognerà in ogni caso attendere alcuni giorni per conoscere gli esiti di tali rinegoziazione ancora in corso.

A tale scarna e del tutto insufficiente illustrazione delle determinazioni di Douglas abbiamo replicato che per noi l’azienda è inaffidabile, perché a gennaio di quest’anno avevamo insieme sottoscritto un verbale d’accordo, in occasione dell’ultima proroga del contratto di solidarietà, in cui si dichiaravano superati i problemi di carattere occupazionale, con il mantenimento del perimetro esistente.

Il venir meno di Douglas all’impegno assunto e sottoscritto proietta incertezza anche sul futuro, alla luce del fatto che tutti i negozi di Douglas sono in affitto; a ciò si aggiunge il fatto che i lavoratori hanno già affrontato riduzioni orarie in conseguenza del contratto di solidarietà.

In attesa dell’esito delle trattative per il rinnovo dei contratti di locazione, che auspichiamo possano avere esito positivo, rimane comunque l’annunciata intenzione dell’impresa di chiudere un significativo numero di negozi giudicati negativi per andamento di redditività.

Abbiamo rimarcato la mancanza di chiarezza relativamente al reale andamento dei negozi giudicati negativi per redditività: cosa si intenda per essa, quali le ragioni che l’hanno determinata.

Nel ribadire la nostra contrarietà alle chiusure, nel rispetto di quanto sottoscritto in gennaio scorso, abbiamo chiesto a Douglas di esplicitare gli strumenti con cui penserebbe di gestire tale fase (da gennaio 2019 a settembre 2020). In risposta Douglas ha affermato di avere a disposizione delle ricollocazioni su piazza nazionale.
Per noi si tratta di uno strumento irrealistico, in quanto solo parte dei lavoratori potrebbe avere ricollocazione in negozi non distanti; tale approccio in realtà significherebbe licenziamenti mascherati, costringendo le persone coinvolte a dare le dimissioni.

Abbiamo quindi duramente contestato tale posizione aziendale, perché significherebbe scaricare su lavoratrici e lavoratori la decisione di effettuare le chiusure. Riteniamo che qualora permanesse nell’intenzione di effettuare chiusure con effetto traumatico sul personale, ferme restando tutte le iniziative che ci riserviamo di assumere per contrastare tale determinazione, l’azienda dovrebbe assumersi le sue responsabilità.

Bisogna quindi capire qual è la strada percorribile; siamo disponibili, dopo gli approfondimenti da effettuare, a discutere strumenti di carattere realmente volontario in capo ai lavoratori; laddove ciò non fosse sufficiente (perché irrealistiche le ricollocazioni), l’azienda dovrebbe assumersi le sue responsabilità anche aprendo una procedura di mobilità nazionale.

Abbiamo diffidato l’azienda dal compiere iniziative a livello territoriale in merito alle paventate chiusure, consapevoli del rischio che si facciano trasferimenti “mirati” prima della chiusura; in altri casi la scadenza del contratto d’affitto potrebbe essere un mero pretesto
per la chiusura; sappiamo peraltro che le persone vengono già “forzate” ad usare ferie e permessi al di fuori del dettato contrattuale.

Per le segreterie nazionali è condizione imprescindibile un confronto e un tavolo unico nazionale per affrontare la situazione e individuare eventuali soluzioni, respingendo “spezzatini” ed azioni unilaterali sul territorio.

Nel frattempo:
-abbiamo chiesto all’azienda di fornirci notizie e informazioni in relazione ai rinnovi d’affitto, al personale complessivamente occupato, con esplicitazione dei dati occupazionali
(contratti a termine, somministrati, tirocinanti…) e gestionali (supplementari, straordinari, ferie e permessi…) nonché all’andamento economico dei negozi;

-abbiamo dichiarato la nostra profonda insoddisfazione in relazione alle prospettive e al piano industriale, anche alla luce degli impegni disattesi e del pesante clima così creato nel personale; è pertanto nostra intenzione chiedere la convocazione dell’impresa al Ministero per lo Sviluppo Economico;

Ci riserviamo di intraprendere iniziative di lotta e mediatiche a sostegno della vertenza. Abbiamo infine fissato la prossima riunione con Douglas per il giorno 18 ottobre pomeriggio a Milano, alle  15.

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