Dumping contrattuale nel terziario, il caso Macerata
Nei giorni scorsi abbiamo rilanciato una notizia pubblicata sul sito dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro relativamente all’azione di contrasto al fenomeno del dumping contrattuale iniziata dallo stesso Ispettorato a gennaio 2018 è in corso su tutto il territorio nazionale, in particolare nel settore del terziario nel quale si riscontrano violazioni di carattere contributivo o legate alla fruizione di istituti di flessibilità in assenza delle condizioni di legge.
In particolare tale azione è concentrata nei confronti di quelle imprese che non applicano i contratti sottoscritti da CGIL, CISL e UIL, ma i contratti stipulati da organizzazioni sindacali che, nel settore, risultano comparativamente meno rappresentative (CISAL, CONFSAL e altre sigle minoritarie).
Torniamo sull’argomento per segnalare che anche la giurisprudenza si è già orientata in passato in questa direzione, e a conferma presentiamo la sentenza n. 226/14 emessa dal Tribunale del Lavoro di Macerata a favore di una lavoratrice assistita dalla UILTuCS che si è vista riconoscere tutti gli importi relativi alle differenze retributive, oltre agli interessi legali per una somma di oltre 50mila euro. L’azienda è stata condannata anche al pagamento delle spese oltre alla Cassa di assistenza degli avvocati e l’Iva.
Leggi la sentenza.