Eurospin: numeri, progetti e criticità
Si è tenuto lo scorso 4 ottobre a Roma, l’incontro con Eurospin per i diritti di informazione e sulla situazione aziendale.
L’impresa era rappresentata dalla responsabile dell’ufficio legale, la dottoressa Seghetti.
Il gruppo Eurospin, che conta circa 1.100 punti vendita tra Italia e Slovenia, è presente in Italia attraverso le società Spesa Intelligente, Eurospin Tirrenica, Eurospin Lazio, Eurospin Puglia, Eurospin Sicilia.
I punti vendita complessivi in Italia (dati al 31/08/2018) sono 1.081, di cui 700 in gestione diretta, 308 affiliati, 73 in gestione a terzi (franchising in affitto).
I dipendenti diretti complessivi del gruppo, tra uffici e punti vendita, sono 12.723 ( 11.670 nei punti vendita, 1.053 negli uffici). Tale organico si divide in 10.730 tempi indeterminati e 1.993 contratti a termine. I full time sono 7.332, i part time 5.391.
Il Gruppo Eurospin, a fronte di un andamento positivo, continua la politica di sviluppo e prevede l’apertura di ulteriori numerosi punti vendita tra 2018 e 2021 (quasi 200 nel periodo preso in considerazione).
I sindacati hanno sottolineato da subito l’esigenza di aprire una fase nuova con l’azienda, attraverso la costruzione di un articolato ed efficace sistema di relazioni sindacali.
Finora il confronto si è svolto sul territorio “a macchia di leopardo”, con frequenti difficoltà, se non impossibilità, da parte delle strutture sindacali a reperire interlocutori e soprattutto a ricevere risposte ai problemi delle lavoratrici e dei lavoratori.
Per quanto riguarda la situazione aziendale complessiva, Filcams, Fisascat e UILTuCS hanno sollecitato Eurospin a dare una rappresentazione più puntuale circa l’andamento economico del gruppo (fatturati, redditività, Mol, Bilancio, eccetera), l’articolazione degli organici tra uomini e donne, i livelli di inquadramento, le attività formative realizzate e il personale in esse coinvolto, una mappatura dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e in generale la “fotografia” della gestione degli istituti relativi alla salute e sicurezza.
Serve inoltre entrare nel merito di aspetti quali le attività appaltate e i contratti collettivi nazionali di lavoro in esse utilizzati.
Altrettanto prioritario, alla luce delle segnalazioni pervenute dai territori, è affrontare con uno sguardo “generale” problematiche attinenti all’organizzazione del lavoro (orari di apertura, orari e turni di lavoro, missioni e trasferte, livelli di inquadramento, visite mediche…), nonché su riferiti atteggiamenti di Direttori o Capi Area tendenti a creare rapporti di “sudditanza” più che di subordinazione.
Un sistema “certo” di relazioni a livello nazionale deve pertanto aggiungersi per affiancare il confronto di carattere territoriale. Più in generale è indispensabile costruire un sistema in grado di individuare, al livello aziendale, responsabilità e livelli certi ed efficaci di interlocuzione, anche risolvendo contraddizioni, che appaiano strumentali, derivanti dall’articolazione del Gruppo in 5 società.
Per affrontare questi temi è stato pertanto aggiornato il confronto al 22 novembre, sempre in plenaria, nella sede della UILTuCS nazionale a Roma.