Ex Auchan – Conad: le criticità su mobilità e Cigs
Nelle giornate dell’11 e 12 marzo 2020 è proseguito – esclusivamente in videoconferenza – il confronto con Conad/Margherita Distribuzione in ordine alla procedura di mobilità attivata per le sedi.
A latere di tale confronto è per altro avanzato anche il confronto relativamente alla richiesta di Cigs avanzata dall’azienda per il personale della rete vendita in vista della convocazione effettuata dal Ministero del Lavoro per il giorno 16 marzo alle ore 11, che pure si svolgerà esclusivamente in videoconferenza tenuto conto dell’emergenza sanitaria in atto su indicazione del Ministero medesimo.
Tralasciando la descrizione dei testi presentati inizialmente dall’azienda, unitariamente definiti inaccettabili, relativamente alla procedura di mobilità delle sedi allo stato permangono ancora delle criticità in ordine ai seguenti punti:
- L’azienda insiste a volersi garantire la possibilità di disporre una posticipazione della messa in mobilità dei lavoratori che aderiscano all’esodo volontario sulla base delle proprie esigenze tecnico-organizzative e produttive anche contro la volontà del lavoratore direttamente interessato, anche se ha accettato il principio che in ogni caso al lavoratore verrebbe riconosciuto l’incentivo all’esodo previsto al momento della sua dichiarazione individuale di accettazione della messa in mobilità;
- In tema di ricollocazioni l’azienda insiste per escludere qualsiasi automatismo anche in presenza di una piena congruenza di inquadramento e profilo professionale tra il lavoratore disposto alla ricollocazione e la posizione eventualmente apertasi sia all’interno che all’esterno di Conad che presso i soggetti terzi eventualmente coinvolti.
In altre parole l’effettiva ricollocazione del lavoratore sarebbe sempre subordinata alla “valutazione” dei diversi possibili soggetti interessati. Inoltre noi respingiamo il principio che l’incentivo per la ricollocazione destinato al soggetto che rileva il lavoratore proveniente da Margherita distribuzione possa essere riconosciuto anche in caso di assunzione con contratto a tempo determinato, ancorché in misura ridotta, dato che a nostro modo di vedere la ricollocazione o è a tempo indeterminato oppure non è; - Permangono infine distanze per quel che concerne l’importo dell’incentivo all’esodo e la sua scalettatura a decrescere in rapporto alla data entro cui i lavoratori manifesteranno la propria volontà di aderire alla mobilità volontaria incentivata.
Per quanto attiene invece la Cigs a valere per il personale della rete di vendita le problematiche aperte sono ancor più numerose e rilevanti:
- L’azienda insiste per definire nell’accordo generale le percentuali massime di ricorso alla Cigs su base trimestrale su base trimestrale (nella misura del 40% per la fase di “risanamento” dei punti vendita e dell’80% nel caso di ristrutturazione del punto vendita) senza che ci abbia ancora fornito la specifica indicazione delle necessità di riduzioni di orario da essa identificate nei diversi punti vendita e per le due diverse fattispecie, rimandante in entrambi i casi a un elenco/tabella che ancora non ci è stata fornita.
Abbiamo tra l’altro sottolineato che tale lacuna sarebbe tale da rendere impossibile allo stesso Ministero di riconoscere la Cigs in quanto da essa deriva l’assoluta imprevedibilità degli oneri a carico delle diverse sedi Inps e di converso finanche la possibilità di verifica riguardo alla corretta applicazione della Cigs nei diversi punti vendita ad opera delle medesime sedi Inps; - L’azienda per altro insiste a poter avere mano libera circa la fissazione dei periodi di Cigs e l’ampiezza del ricorso alla stessa, nonché perfino al superamento dei limiti sopra descritti in mancanza di un nuovo specifico accordo sottoscritto a qualsiasi livello, nazionale o – come da noi ritenuto preferibile – a livello territoriale.
Analogamente l’azienda vorrebbe poter ricorrere anche alla Cigs a “zero ore” a prescindere da qualsiasi confronto e solo sulla base delle proprie esigenze tecnico-produttive e organizzative, con il rischio che in tal modo si costituisca per sua esclusiva volontà un “ghetto” di persone “a zero ore” anche in presenza di una riduzione complessiva di organico media del 40%, tanto più che dalla Cigs a rotazione verrebbero escluse una serie di figure professionali identificate solo sulla base della volontà aziendale; - Quanto alle ricollocazioni l’azienda propone misure analoghe – e di conseguenza inaccettabili – a quelle già descritte a tale riguardo per il personale delle sedi.
L’azienda ci ha inoltre trasmesso due testi:
- Una Cigs “per cessazione di attività” a valere sul personale delle sedi;
- Una mobilità volontaria incentivata per il personale della rete con la relativa tabella di incentivazione all’esodo;
su cui ancora non si è avviato il confronto nel merito, ma che evidentemente presentano le medesime problematiche e criticità dei testi analoghi presentati per rete (Cigs) e sedi (mobilità).
Abbiamo per altro ripetutamente sottolineato all’azienda che alla luce della diversa composizione delle due platee di lavoratori coinvolti (sedi versus rete di vendita) per quel che attiene i livelli d’inquadramento e le tipologie dei rapporti di lavoro in essere riteniamo inopportuno e ingiusto prevedere identiche misure e interventi nell’ambito degli accordi.
Il confronto con Margherita Distribuzione/Conad proseguirà per videoconferenza nel pomeriggio del 13 marzo 2020. Vi terremo informati tempestivamente delle eventuali evoluzioni del medesimo.