Federdistribuzione: ripresa la trattativa senza novità
Oggi a Roma si è svolto il previsto incontro con Federdistribuzione nell’ambito della trattativa di rinnovo del CCNL del Terziario. La rappresentante dell’associazione datoriale ha esordito ricordando l’aggravamento della situazione economica per poi dichiarare che attendeva dalle OO. SS. una risposta alla proposta avanzata da loro nel precedente incontro del 29 luglio.
La Filcams-CGIL ha prontamente replicato di aver preso atto del “cambiamento di clima” determinatosi grazie alla proposta di Federdistribuzione, rispetto alla quale chiedono però di poter riflettere ulteriormente. Permangono degli elementi di criticità in ordine a tre aspetti:
1. Salario, anche se tradizionalmente è argomento da affrontare alla fine, questa volta si ritiene necessario affrontarlo al principio;
2. Protocollo sulla crisi, su alcuni temi (disoccupazione, salvaguardia della legalità nel settore, contrattazione integrativa) sembrano esserci delle vicinanze, si tratta di entrare nel merito;
3. Normativa contrattuale, per quello che è avvenuto, per la Filcams la normativa contrattuale di riferimento non può essere quella del 2011.
La Fisascat-CISL è partita dalla premessa che tutti abbiamo bisogno che si pervenga a un contratto, come sta avvenendo, sia pure a fatica, nell’industria nonostante la crisi. Per loro è un problema cambiare l’impostazione che prevedeva rinnovo del contratto e un protocollo a latere sulla crisi, ma potrebbero farlo se ci sono risposte sul salario. La Fisascat ha poi dichiarato “di non comprendere” la questione posta dalla Filcams in ordine all’accordo del 2011.
Come UILTuCS abbiamo esordito ricordando che lo scenario è certo cambiato, non solo per il permanere di una situazione di crisi economica, ma anche per le nuove misure di legge che si profilano con l’emendamento avanzato dal Governo alle norme sul lavoro. Le misure proposte impattano tutte sulla natura e i caratteri della contrattazione collettiva. Se la modifica dell’art.18 va a modificare i rapporti di forza all’interno delle aziende con più di 15 dipendenti, ossia nella generalità delle aziende aderenti a Federdistribuzione, le altre due misure (fissazione del salario minimo di legge e demansionamento) impattano direttamente sulla contrattazione e potrebbero preludere ad un definitivo imbarbarimento del quadro contrattuale.
Anche per questo motivo non ci convince un’ipotesi di accordo-ponte. Il contesto modificato imporrebbe la stipula di un contratto collettivo nazionale di lavoro applicabile alla generalità dei lavoratori del settore. Non a caso la piattaforma unitaria partiva dall’indicazione del valore che per tutte le sigle sindacali ha la preservazione dell’unicità contrattuale, linea condivisa e sostenuta anche in altri settori che, come il Terziario, si trovano impantanati nel rinnovo del CCNL, è il caso del turismo, dove le nostre tre OO. SS. sostengono unitariamente che avendo firmato un contratto con un’associazione di datori di lavoro non è possibile firmare accordi totalmente diversi con gli altri che quell’accordo non hanno voluto sottoscriverlo. Abbiamo dichiarato che per la UILTuCS ciò che vale nel settore del Turismo vale anche a maggior ragione nel Terziario.
Abbiamo quindi ripercorso i termini della proposta avanzata da Federdistribuzione a luglio:
1. Non ci sono i margini per un rinnovo “tradizionale” e quindi non c’è un euro di salario a causa della crisi, perché le OO. SS. si sono rifiutate di affrontare i temi posti da Federdistribuzione che avrebbero permesso di liberare risorse, per altro mai quantificate;
2. Siamo disposti a continuare ad applicare temporaneamente il CCNL attuale sulla base di un accordo con le OO. SS.;
3. Siamo pronti ad affrontare immediatamente il tema della bilateralità a partire dal Fondo di assistenza sanitaria integrativa.
In altre parole Federdistribuzione ha proposto un accordo-ponte a costo zero, e le ragioni che ci avevano indotto a luglio a dichiararci indisponibili a tale soluzione sono diventate oggi, alla luce di quanto abbiamo ricordato in premessa, ancora più forti. Non di contratti-ponte abbiamo bisogno, ma di un contratto applicabile alla più ampia platea di lavoratori del settore per ridurre i rischi che per i lavoratori derivano dalla misure che il Governo ha intenzione di introdurre. E non si può rinnovare un contratto senza intervenire sulla dinamica salariale. Non siamo disponibili ad accordi temporanei sull’ultrattività del CCNL applicato attualmente che legittimerebbero a posteriori il recesso operato da Federdistribuzione e la conseguente denuncia della clausola di ultravigenza. Quanto alla bilateralità, abbiamo detto a luglio e lo ribadiamo che se ne parlerà quando essa avrà trovato la sua matrice fondante, ossia un nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro.
A seguito del nostro intervento e della replica di Federdistribuzione, che ha reiterato le proprie proposte marcando alcune sintonie con quanto detto dai rappresentanti di Filcams e Fisascat, la Fisascat ha sostanzialmente ribadito di attendersi da Federdistribuzione una proposta di merito contenente anche una cifra salariale su cui avviare il confronto, il rappresentante della Filcams ha invece dichiarato di essere “preoccupato per un’eventuale accelerazione dei tempi” perché se essi hanno “colto la discontinuità” tra la proposta fatta da Federdistribuzione a luglio e quanto da essa sostenuto in precedenza, le modificazioni di scenario indicate dalla UILTuCS inducono a cautela, tanto più che la bilateralità è un di cui del contratto e non la sua premessa.
Federdistribuzione ha quindi dichiarato che è sua intenzione chiedere che al prossimo incontro siano presenti i Segretari Generali al fine di marcare la possibilità di procedere lungo la strada da essa proposta.
Roma, 24 settembre 2014
Foto: laleggepertutti.it