Nella giornata mondiale sulla salute e sicurezza sul lavoro vogliamo ribadire l’impegno della Uiltucs su questo tema considerato importante e prioritario per la nostra categoria e per la nostra Confederazione Uil che grazie alla campagna “Zero morti sul lavoro “ ha rimesso al centro delle interlocuzioni politiche il tema delle morti bianche, tema sempre più attuale.
La Uiltucs ha sempre considerato il tema della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro un argomento che deve diventare centrale per raggiungere l’obiettivo ambizioso di guardare ad un un lavoro di qualità nel terziario perché lavoro di qualità non significa soltanto salario dignitoso ma deve anche significare lavoro che tuteli la salute e la sicurezza sempre.
Le aziende hanno sempre avuto un atteggiamento prevenuto nei confronti di questo argomento considerato spesso un aggravio burocratico ed un aggravio dei costi, una questione meramente culturale che deve trovare il giusto spazio nella politica sindacale futura convinti che tutelare la salute e la sicurezza in ogni luogo di lavoro non può e non deve significare soltanto dotare di adeguati Dpi i lavoratori o garantire attrezzature a norma ma anche e soprattutto creare un clima di lavoro sano, positivo e sereno che sono gli unici elementi che possono garantire la crescita delle imprese ed il loro successo.
Negli ultimi anni l’attenzione posta a questi ultimi aspetti non si limita alla corretta applicazione del D. lgs. 81/2008 e s.m.i. ma investe anche il ruolo contrattuale su temi quali l’organizzazione del lavoro, la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, l’orario di lavoro, etc.
Pertanto anche la Uiltucs sugli aspetti sopramenzionati dovrà assumere una posizione, una visione e un ruolo attivo da declinare nei vari rinnovi contrattali e accordi aziendali di secondo livello.
Il ruolo degli Rls su questi temi dovrà assumere maggiore rilevanza e a tal proposito diventa rilevante dotare gli Rsa/Rsu degli strumenti, delle competenze e delle agibilità sindacali adeguate per svolgere al meglio il loro compito che non è soltanto quello di analizzare, monitorare, segnalare e denunciare irregolarità ed inadempienze ma soprattutto riuscire a coinvolgere l’impresa nella risoluzione dei problemi riscontrati e promuovere un sistema di prevenzione dei rischi anche attraverso l’adeguamento del Dvr e l’attenta analisi dei rischi sia fisici che psicofisici legati allo svolgimento delle varie attività lavorative.
Soprattutto nelle grandi aziende che detengono una rete di vendita capillare distribuita su vari territori, il ruolo degli Rls, se legato a più punti vendita dovrà essere accompagnato da un adeguato monte ore disponibile che consenta loro di esercitare al meglio il loro ruolo senza aggravio di ulteriori spese.
Il leit motiv per garantire Ssl è conoscenza, formazione e prevenzione, questi sono i tre elementi fondamentali sui quali puntare la nostra attività.
Conoscere non soltanto la normativa ma anche i vari modelli organizzativi aziendali, i metodi di lavoro, possono aiutare a focalizzare i punti deboli per farli diventare punti di forza.
In questo il ruolo degli Rls e degli Rlst è fondamentale. Nei nostri settori sono tante le criticità che vanno affrontate ed in ogni settore vanno evidenziate le specificità che hanno rilevanza ai fini di ricercare soluzioni sul tema.
Nel settore della vigilanza i rischi connessi allo svolgimento dell’attività di sicurezza e di salvaguardia di beni e servizi sono tanti e riguardano sia il rischio della propria vita anche a causa delle rapine delle quali sono spesso vittime le Gpg che svolgono attività di porta valori o di piantonamento davanti le banche o di controlli di sicurezza nei porti e negli aeroporti, sia il rischio di infortuni e malattie professionali che in questo settore riguardano la maggior parte delle attività, dai notturnisti, alle ronde e via dicendo.
Nel settore della grande distribuzione organizzata tra carichi di lavoro pesanti, movimentazione merci pesante, le basse temperature delle celle frigorifere, il caricamento dei banchi, l’attività delle casse, le malattie professionali e gli infortuni sono all’ordine del giorno soprattutto nello svolgimento di alcune attività.
Ma anche nel settore del turismo, della cooperazione, del commercio, della ristorazione collettiva, nel socio sanitario, negli studi professionali, nelle farmacie e comunque in tutti i settori di competenza della Uiltucs il tema della salvaguardia e tutela della salute e sicurezza in tutti i luoghi di lavoro cammina di pari passo con il livello di qualità che si vuole garantire al lavoro perché la qualità del lavoro attiene allo stato di benessere della persona che va tutelato nell’interesse dei lavoratori ma anche delle stesse imprese.
I dati ci dicono che infortuni e malattie professionali sono un dato da attenzionare da Nord a Sud con percentuali diverse che indicano comunque la diffusività del problema.
Dalla analisi dei dati Inail relativi all’andamento degli infortuni e delle malattie professionali si evince che nella maggior parte dei casi i nostri settori vengono inseriti nel macro aggregato del terziario o tra gli aggregati di alcuni settori di attività economica afferenti, motivo per il quale i dati vanno letti tenendo conto di questa specificità.
In particolare si evince dai dati Inail 2022 che nel settore del commercio (che include commercio al dettaglio, all’ingrosso, commercio e riparazioni di veicoli) operano 3.371.287 addetti e nel solo commercio al dettaglio operano 1.830.899 addetti.
Nel commerci operano un quarto delle imprese attive in Italia e un quinto del totale degli addetti medi annui.
Nel settore identificato dalla classificazione Ateco-Istat con la lettera G e denominato “commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione autoveicoli e motocicli” fra il 2016 e il 2019 si è registrata una diminuzione delle denunce di infortunio del 3 ,3% passando da 50903 casi a 49209.
Nel 2020 sono state presentate all’Inail 36624 denunce con una drastica riduzione del 25,6% rispetto all’anno precedente.
La distribuzione delle denunce per modalità di accadimento e genere anche se non ha evidenziato variazioni nel corso dei 5 anni in esame, presenta caratteristiche degne di nota.
Gli infortuni nel settore del commercio avvengono più frequentemente durante lo svolgimento dell’attività lavorativa piuttosto che in itinere (solo 24 su 100 casi).
Dal punto di vista del genere, se per gli infortuni in itinere vi è una certa equidistribuzione fra donne e uomini (rispettivamente 52% e 48%), nel caso di incidenti avvenuti in occasione di lavoro sono gli uomini ad infortunarsi maggiormente (69% contro 31% delle donne).
Dai dati allegati si ritengono degni di nota anche i dati relativi ai distretti corporei maggiormente interessati dagli infortuni nel settore del commercio.
Nel 2020 le denunce di malattie professionali sono state 2748 in calo dell’11% sul 2016 quando si contavano poco più di 3000 casi e in calo del 21% sul 2019.
Il decremento nel 2020 può essere dovuto alla pandemia da coronavirus che ha reso più difficile per il lavoratore la presentazione di eventuali denunce mentre nel 2021, anche se i dati ancora sono provvisori, si è registrata una recrudescenza del fenomeno.
Con il 7% delle tecnopatie sul totale della gestione assicurativa (36960) “industria e servizi) il commercio si colloca al terzo posto per numero di denunce dietro solo al settore delle costruzioni e del manifatturiero.
Altro dato da prendere in considerazione è quello relativo alla provenienza delle denunce concentrate soprattutto nelle regioni del centro Italia (Toscana e Marche con il 35% delle protocollazioni).
I lavoratori maggiormente colpiti da malattie professionali sono i commessi e gli ausiliari di vendita con il 24% delle tecnopatie denunciate nell’ultimo anno.
Anche l’Inail ci dice quali possono essere i fattori di rischio nel settore del commercio: posture scorrette, esposizione ai rumori, contatto con sostanze irritanti, inalazioni polveri e fibre e infine, non per ultimo, lo stress da lavoro correlato che trovano conferma nei dati sulle malattie professionali tra i quali, seppur in percentuale meno significativa, sono presenti anche alcune forme di tumore.
Secondo l’Inail (dati 2022) nel settore del commercio durante i festivi, i turni, gli orari di lavoro che spesso di protraggono la sera e la notte e la continua interazione con il cliente, sono tutti fattori che incidono sullo stress lavoro – correlato: i disturbi psichici rappresentano infatti l’1,5% delle tecnopatie del settore (56 casi in media all’anno).
Altro settore da monitorare è quello del turismo che conta quasi 1,5 milioni di occupati (dati Istat) circa il 6% del totale economia, dopo aver subito nel 2021 un calo del 13,6% rispetto al 2019, settore che più di altri ha risentito della crisi pandemica, dal 2022 si è registrata una evidente ripresa.
Nel 2021 le denunce di infortunio sono state circa 21mila, un dato che rimane al di sotto dei dati ante pandemia.
La divisione Ateco si fa fra Alloggi e ristorazione. La ristorazione prevale massicciamente per numerosità di infortuni con quasi 8 denunce su 10 (16459 su 21127 nel 20219 e comunque in coerenza con la composizione degli occupati e si tratta nella stragrande maggioranza dei casi di infortuni occorsi in occasione di lavoro.
Le professionalità più coinvolte per numero di infortuni sono cuochi e camerieri e a seguire gli addetti al servizio di pulizie.
La fascia più colpita risulta quella dei giovani fino a 34 anni e molti sono lavoratori stranieri.
Altra caratteristica riguarda la provenienza territoriale degli infortuni, infatti 1/3 delle denunce arriva dal Nord Est, Nord Ovest (27%), Centro (23%) e Mezzogiorno (17%).
Nel 2021 le denunce per esito mortale sono state 41. In questo ultimo caso i dati riguardanti le denunce mortali vedono il Mezzogiorno al primo posto (36%).
Per quanto concerne le malattie professionali nel settore del turismo nel 2021 i casi tornano ad aumentare anche se lontani dai dati pre-pandemia e anche in questo caso la ristorazione ha una più alta incidenza dei casi.
Anche in questo caso un dato da attenzionare riguarda la fascia di età e il genere ovvero donne dl 55 anni in su ed anche in questo caso il numero maggiore di denunce riguarda il Centro Italia.
In questo settore con i bandi Inail sono state destinate importanti risorse alle imprese per la realizzazione di interventi finalizzati al miglioramento dei livelli di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro attraverso l’individuazione dei rischi ed alla loro riduzione.
Questi ultimi dati sono soltanto un esempio dell’importanza che la lettura dei dati dei nostri settori può assumere per potere mettere in campo le opportune attività di prevenzione e gli interventi finalizzati alla riduzione degli infortuni e delle malattie professionali in tutti i luoghi di lavoro consapevoli del fatto che tante malattie e patologie anche croniche dipendono dalla scarsa attenzione riservata da parte delle imprese ai problemi della sicurezza sul lavoro.
Negli ultimi anni si è posta l’attenzione anche al livello di benessere mentale o comunque immateriale, partendo dal presupposto di fatto che alcune situazioni lavorative possono creare un tale livello di stress da mettere in discussione l’intera organizzazione del lavoro.
Situazioni di stress lavorativo creano indubbiamente frizioni ed inefficienze nel gruppo di lavoro che si ripercuote su tutta l’attività lavorativa.
La valutazione del rischio da stress da lavoro correlato è un’attività sicuramente molto più complessa della valutazione del rischio fisico dove il rapporto causa effetto è più evidente.
La valutazione del rischio da stress da lavoro correlato necessità di una attenta conoscenza delle attività e delle modalità con le quali si svolgono tali attività e degli effetti che queste attività producono sullo stato psichico dei lavoratori.
Convinti che conoscenza, formazione e prevenzione possano fare la differenza su questo tema delicato, nei prossimi mesi prima dell’estate si costituirà il primo coordinamento nazionale Uiltucs su salute e sicurezza sul lavoro durante il quale verranno presentate le iniziative e le attività future in stretta sinergia con la Segreteria Nazionale Uil Confederale rappresentata da Ivana Veronese.
Altri temi da approfondire riguardano la costituzione degli Organismi paritetici per la salute e la sicurezza sul lavoro e le loro funzioni e il tema della videosorveglianza anche alla luce dell’introduzione di nuove apparecchiature informatiche di controllo a distanza dei lavoratori.