H&M, chiudono 7 punti vendita. UILTuCS: “Ricollocare i dipendenti”
Nella giornata di mercoledì 22 aprile, si è svolto in modalità remoto, l’incontro in plenaria con l’azienda H&M per discutere il futuro occupazionale dei lavoratori operanti presso i 7 punti vendita che saranno interessati alla chiusura, così come annunciato dall’azienda stessa, assistita dalla Confcommercio di Milano.
Durante il confronto, l’azienda ha comunicato alle organizzazioni sindacali le tempistiche di chiusura dei seguenti punti vendita:
• I primi 3 punti vendita che non riapriranno dopo la fase da Covid 19 sono 2 a Milano e 1 a Udine
– i negozi di Milano che non riapriranno sono quelli di Corso Buenos Aires e quello di via Torino per un totale di 70 unità operanti
– il punto vendita di Udine comprende 14 unità operanti
• Gli altri punti vendita interessati da una chiusura prevista tra agosto e novembre sono i seguenti:
– Grosseto, chiusura prevista 9 agosto 18 unità operanti
– Gorizia chiusura prevista 8 novembre 12 unità operanti
• 2 punti vendita di Vicenza centro 16 unità operanti e Bassano in provincia di Vicenza 18 unità operanti le chiusure sono previste tra agosto e novembre.
Il totale delle unità in esubero è 145 così suddivise: 39 part time, 62 full time, 10 tempi determinati e 34 lavoratori a chiamata per i quali la UILTuCS aveva già contestato l’utilizzo improprio della tipologia stessa.
Come UILTuCS abbiamo contestato il metodo e il merito della scelta aziendale, il metodo adottato dall’azienda non è conforme a una buona prassi di corrette relazioni sindacali.
Infatti l’azienda nemmeno nell’ultimo incontro avvenuto di recente aveva comunicato ai sindacati la chiusura dei negozi.
A detta dell’azienda la decisione di chiudere i 7 punti vendita H&M è stata assunta dalla casa madre svedese, affermando che tale scelta si ritiene indispensabile la continuità degli altri 172 punti vendita.
Tale dichiarazione evidenzia che i suddetti negozi erano già soggetti a verifica senza aver mai informato le organizzazioni sindacali, pertanto, la UILTuCS ritiene irresponsabile l’atteggiamento assunto dai vertici aziendali.
Inoltre l’azienda ha comunicato che è disponibile ad attivare tutte le misure di prevenzione atte a contrastare la diffusione del virus nei luoghi di lavoro così come previsto dal protocollo del 14 marzo tra governo e parti sociali e del 26 marzo tra le organizzazioni sindacali e Confcommercio.
Su questo punto, come UILTuCS, abbiamo ribadito la disponibilità a discutere fermo restando che, alla riapertura dei negozi, la priorità deve essere il piano di ricollocazione dei dipendenti dei negozi interessati dalle chiusure.
La UILTuCS ritiene prioritario il tema della ricollocazione dei dipendenti.
Non è accettabile per la UILTuCS che i 7 punti vendita interessati dalla chiusura siano staccati dal resto dell’azienda non prevedendo per i dipendenti la prospettiva di ricollocazione anche alla luce dell’altissima percentuale dei lavoratori a chiamata finora utilizzati, e già a suo tempo contestato dalla UILTuCS.
Per quanto esposto la UILTuCS attiverà tutto quanto previsto per le tutele e la salvaguardia dei livelli occupazionali.
Il prossimo incontro sempre in modalità remoto è previsto per il giorno 28 aprile alle ore 12.