Lavoro e disparità di genere: donne ancora troppo penalizzate
Le donne lavorano in media 59 ore in più degli uomini per prendere lo stesso salario. E una donna su quattro è impiegata in un lavoro al di sotto delle sue qualifiche.
È da questi preoccupanti, e purtroppo ancora molto attuali dati dell’ultimo rapporto Oxfam dedicato alla situazione del lavoro femminile nei 28 Paesi dell’Unione Europea, che spingono la Uiltucs a rafforzare il suo ruolo di sindacato di genere.
La disparità di trattamento economico tra uomini e donne continua a essere una triste realtà in Europa, ma anche in Italia, con il lavoro domestico che grava ancora, per la maggior parte dei casi, unicamente sulle donne, ovvero sull’81% di loro rispetto al misero 20% degli uomini.
Questo sovraccarico per le donne, di fatto, impedisce una serena conciliazione lavoro-vita privata e di certo influisce anche il fatto che sono il 97% delle donne a prendersi cura dei figli, dei quali si occupano solo il 72% dei padri.
Secondo i dati del recente rapporto “Il mercato del lavoro 2018”, reso noto questo 25 febbraio, e realizzato con il contributo di Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Istat, Inps, Inail e Anpal, inoltre, le donne hanno più difficoltà degli uomini a trovare lavoro e a mantenerlo, ma soprattutto lavorano meno di quanto vorrebbero.
In media una lavoratrice sottoccupata sarebbe stata disponibile a lavorare circa 19 ore in più a settimana. Il tasso di sottoccupazione è più elevato nel Mezzogiorno, appunto, tra le donne, oltre a giovani e stranieri.
Infine, c’è da evidenziare come le donne impiegate nei settori che segue la Uiltucs, ovvero Commercio, Turismo e Servizi, siano un numero sostanzioso, come evidenziano anche alcuni dati del recente studio europeo sul Gap retributivo e la differenza di genere.
In particolare, sono soprattutto le donne ad essere impiegate in alcuni ruoli della distribuzione organizzata, come commesse di negozi di abbigliamento e intimo, e in buon numero anche nei settori di turismo e ristorazione. Fortissima la presenza femminile, infine, per la cura alla persona e l’assistenza agli anziani.
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