Lidl, trattativa sul Cia tra avanzamenti e distanze
Il percorso negoziale per il Contratto integrativo aziendale di Lidl Italia è in uno stato avanzato; sono stati infatti approfonditi i vari temi oggetto della trattativa: su alcuni è già possibile individuare una condivisione mentre su altri, in particolare sull’incremento del salario, si registrano ancora delle distanze.
Di seguito riepiloghiamo sinteticamente i vari punti oggetto di trattativa:
Relazioni sindacali – al momento la proposta aziendale tende a regolamentare le agibilità sindacali (permessi, assemblee) con un approccio che abbiamo già dichiarato non condivisibile. Per le organizzazioni sindacali devono invece essere incrementati i permessi sindacali, l’agibilità sindacale nei punti vendita spesso con un organico inferiore ai 15 dipendenti, ed è necessario investire sulla qualità delle relazioni sindacali territoriali, che troppo spesso si limitano ad essere momenti di denuncia e informazione ma il cui confronto non è efficace a risolvere i problemi.
Rappresentanti della sicurezza – le parti condividono la possibilità di regolamentare la rappresentanza in ambito salute e sicurezza, sono stati condivisi alcuni criteri ma non è stato ancora individuato il numero dei rappresentanti in rapporto ai punti vendita presenti in ogni provincia e il conseguente incremento delle agibilità. Serve inoltre individuare una reale cogenza delle previsioni normative, anche attraverso il supporto di un comitato nazionale, troppo spesso infatti quanto condiviso a livello nazionale non trova la corretta applicazione a livello decentrato.
Lavoro a chiamata – l’azienda non ha dato disponibilità ad escludere l’utilizzo del lavoro a chiamata come da richiesta del sindacato, dichiarando di farne un utilizzo marginale.
Part time – l’impresa ha dato disponibilità a prevedere che l’orario minimo, al netto dei part time week end, sia di 25 ore settimanali; questo determina che oltre 2000 lavoratrici e lavoratori avrebbero un incremento di orario (ad esclusione di quelli che riterranno di voler mantenere l’attuale contratto con ore inferiori). L’impresa ha inoltre dato disponibilità ad inserire negli incrementi di orario di chi attualmente non ha le domeniche nel contratto solo una parte di queste ovvero, indicativamente, una si e una no. I sindacati hanno chiesto anche di escludere i festivi. Resta invece ancora da capire in che tempi, qualora firmassimo il Cia, sarebbero proposti gli incrementi di orario. Questo al momento è uno dei punti di possibile condivisione più qualificante.
Part time week end – l’azienda ha chiesto di avere la possibilità di utilizzare part time week end a 16 ore settimanali. La disponibilità delle organizzazioni sindacali è condizionata a prevedere un limite di utilizzo sul totale dei dipendenti, a dare priorità di passaggio a 16 ore a chi attualmente è già impiegato con contratto a 8 ore settimanali e infine a prevedere che, trascorso un determinato periodo di tempo, i part time a 16 ore week end abbiano il diritto di precedenza a passare a 25 ore settimanali.
Organizzazione del lavoro – le organizzazioni sindacali hanno contestato all’impresa l’eccessiva flessibilità utilizzata nella gestione dell’organizzazione del lavoro (in Lidl, tra l’altro, la maggioranza dell’organico è costituita da part-time), che rende problematico avere un eventuale ulteriore rapporto di lavoro a part time e insostenibile la conciliazione vita lavoro a fronte anche di un eccessivo carico di lavoro dovuto ai ridotti presidi nei punti vendita. Le organizzazioni sindacali hanno giudicato critico il modo con cui attualmente l’azienda definisce la collocazione oraria della prestazione nei contratti individuali dei part time. È stato quindi richiesto di garantire una pianificazione più ampia che rispetti i turni individuali dei part time; inoltre abbiamo richiesto di ridurre l’utilizzo delle clausole elastiche prevedendo anche un maggior preavviso sui cambi turno; al netto di alcune vaghe disponibilità il tema resta ancora da verificare. Resta confermato il pagamento di straordinari e supplementari al minuto.
Organizzazione del lavoro domenicale – le organizzazioni sindacali hanno proposto di prevedere un calendario di pianificazione dei presidi domenicali almeno trimestrale. Questo modello, basato sulle disponibilità dei singoli lavoratori ed eventualmente integrato dall’impresa a copertura definitiva dei presidi è volto a permettere ai lavoratori di poter pianificare con maggior anticipo le domeniche libere. L’azienda ha dato una generica disponibilità a valutare la proposta.
Maggiorazione domenicale – questo è uno dei punti di maggior distanza tra le parti. L’impresa, infatti, manterrebbe immutato l’attuale sistema di retribuzione per i dipendenti in forza mentre vorrebbe prevedere una maggiorazione inferiore per i neoassunti. Al netto della mancanza di una proposta precisa su questo doppio regime, le organizzazioni sindacali hanno rifiutato di condividere tale mediazione.
Maggiorazione notturna – l’impresa ha accolto la richiesta sindacale di innalzare la maggiorazione notturna per la totalità dei dipendenti. Al momento l’impresa applica unilateralmente la maggiorazione del 50% solo ad una parte dei dipendenti dei magazzini che non hanno il notturno in ordinario, sono esclusi quindi tutti i dipendenti della rete vendita e i lavoratori notturni dei magazzini stessi. La proposta fatta dall’impresa, che non è stata ancora valutata delle rappresentanze sindacali, prevede una maggiorazione del 15% (come da Ccnl) per i turni dalle 5.00 alle 5.59, del 30% per i turni dalle 22.00 alle 22.59 e dalle 4.00 alle 4.59, del 50% per i turni dalle 23.00 alle 3.59.
Inquadramento nei magazzini – l’impresa si è resa finalmente disponibile a riconoscere il corretto inquadramento contrattuale ai lavoratori dei magazzini che erano stati lasciati al 5° livello. Tutti i lavoratori dopo 18 mesi di anzianità dovrebbero quindi passare al 4° livello.
Pulizie – resta ancora piena di incognite la discussione aperta su chi dovrebbe svolgere le pulizie nei punti vendita. Attualmente l’impresa ha inserito in molti punti vendita addetti al 6° livello che dovrebbero supportare le attività di vendita e al contempo svolgere le pulizie, una figura ibrida, non prevista dal Ccnl, sovra inquadrata di un livello per fare le pulizie e sotto inquadrata di due livelli per svolgere attività riconducibili all’addetto vendita. La proposta sindacale è quella di passare tutti questi lavoratori al 4° livello come da Ccnl ed assumere appositi addetti correttamente inquadrati per svolgere le pulizie. In ogni caso va escluso per le organizzazioni sindacali valutare di affidare in appalto questa attività, eventualità esclusa al momento anche dall’impresa.
Welfare – l’impresa ha proposto alcuni interventi nell’ambito di permessi e congedi straordinari. Lidl si è detta inoltre disponibile, anche se in modo generico, a valutare un miglioramento del welfare aziendale esistente anche tenendo conto del raccordo con il sistema della bilateralità (mutato in seguito all’uscita dal contratto di Federdistribuzione e all’adesione a quello di Confcommercio); inoltre si è dichiarata disponibile a un maggior coinvolgimento delle organizzazioni sindacali sulle politiche di welfare.
Buoni spesa – l’azienda ha proposto di arrivare a 200 € complessivi annui di buoni spesa. L’innalzamento del valore dei buoni spesa è sicuramente apprezzato ma non può essere sostitutivo della richiesta sindacale di innalzare il salario a tutte le lavoratrici e i lavoratori.
Salario – le organizzazioni sindacali si sono poste fin dall’inizio della trattativa l’obiettivo di individuare un sistema di maggior redistribuzione ai lavoratori degli importanti utili che Lidl fa in Italia. L’evoluzione del confronto ha individuato almeno tre ambiti di proposta sindacale attraverso i quali dare una risposta positiva (alternativi o integrativi tra loro): alzare il salario fisso mensile anche attraverso la contrattualizzazione e l’innalzamento di alcuni riconoscimenti dati unilateralmente dall’impresa, riconoscere i buoni pasto, condividere un premio di risultato annuale. Al momento la proposta aziendale si è limitata ai buoni spesa di cui sopra. A fronte delle rivendicazioni sindacali l’impresa si è impegnata a valutare un incremento delle risorse destinate alla contrattazione integrativa chiedendo tempo. La distanza registrata ad oggi su questo punto rischia di rendere impossibile la sottoscrizione del contratto integrativo.
Al fine di proseguire il confronto sono stati individuati ulteriori due incontri, il 24 aprile ed il 14 maggio 2026. Entro il secondo incontro l’impresa si è impegnata a dare riscontro sulla parte salariale. Qualora non arrivassero risposte o qualora fossero insufficienti, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno già preannunciato la possibilità di mettere in campo tutte le azioni utili a sostenere le richieste delle lavoratrici e dei lavoratori.