Mediamarket, contratto integrativo: stop alla trattativa. I motivi

Nella notte del 28 luglio 2022 le segreterie nazionali di Filcams, Fisascat e UILTuCS si sono viste costrette a interrompere la trattativa in corso da mesi con Mediamarket che aveva al centro la definizione dell’ipotesi di accordo del primo contratto integrativo aziendale.
In effetti, il negoziato iniziato nella tarda mattinata di ieri aveva permesso di raggiungere la condivisione di un testo che – pur contenendo alcuni elementi problematici – marcava anche alcuni positivi risultati sul tema delle relazioni sindacali, per favorire una gestione condivisa dell’organizzazione del lavoro (turni, orari, programmazione ferie) da negoziare a livello territoriale e di punto vendita, la normativa sullo smart working e sulla tutela di genere nei confronti delle lavoratrici.
D’altro canto l’azienda aveva ribadito l’assoluta indisponibilità a recepire nel testo dell’intesa il tema dei ticket restaurant, nonché di intervenire sul trattamento del lavoro domenicale, rispetto al quale l’accordo si sarebbe dovuto limitare a recepire senza modifiche il trattamento già adesso unilateralmente definito dall’azienda.
Le strutture sindacali e i delegati presenti avevano comunque deciso, dopo un lungo dibattito, che la sottoscrizione dell’ipotesi d’accordo, da sottoporre comunque al vaglio delle assemblee dei lavoratori nel prossimo mese di settembre prima della sua effettiva sottoscrizione, era possibile sulla scorta di una sua valutazione complessiva, a condizione di non inserire nell’intesa il trattamento domenicale. Questa richiesta è stata accolta dall’azienda.
Alla ripresa del confronto, però, si è dovuto registrare una retromarcia da parte dell’azienda sull’istituto delle ore solidali (ore donate dai colleghi di lavoro per permettere ad un collega che avesse esaurito ferie e permessi di assistere un figlio che versasse in condizioni di grave malattia), su cui si riteneva di aver raggiunto un risultato complessivamente positivo, rimettendone in discussione un elemento centrale, vale a dire la ripetibilità del ricorso alla banca ore in corso d’anno al permanere delle condizioni di immediato e diretto pericolo per la vita di un figlio (per altro solo minorenne), limitandone la fruizione a solo 30 giorni nel corso di un anno solare.
Inoltre, nel momento in cui l’azienda ha formalizzato, dopo lunga attesa, il testo relativo all’inserimento nell’accordo del meccanismo di incentivazione già oggi operante, da lei unilateralmente stabilito e modificato negli ultimi anni, indispensabile per ottenere la detassazione dei soldi erogati a vantaggio dei lavoratori, non solo l’azienda ha manifestato la volontà di addivenire ad un accordo che di fatto vincolasse la parte sindacale alla ricezione pura e semplice delle eventuali modifiche da lei decise (elemento chiaramente delicatissimo, ma che si sarebbe pure accolto tenuto conto che si trattava della prima formalizzazione in un contratto integrativo), ma oltre a ciò pretendeva di formalizzare nell’intesa un’importante modifica in ordine al secondo parametro (soddisfazione del cliente), elevando la soglia per la maturazione del premio al 54% rispetto all’attuale 50%.
Nella stessa intesa – per altro – si evidenziava il fatto che il livello medio attualmente raggiunto su quel parametro è di poco superiore al 46%, per cui oggi oltre la metà dei punti vendita risulta al di sotto della soglia minima almeno nella maggior parte dei mesi.
La conclusione che le lavoratrici e i lavoratori sarebbero stati portati naturalmente a trarre sarebbe stata che, “grazie all’accordo sindacale”, la maturazione di un parametro già oggi riconosciuto solo in una minoranza dei casi sarebbe stata resa ancor più difficile, determinando un minore gettito per i dipendenti e ovviamente un minor costo per l’azienda.
Alla luce di ciò, e del permanere di alcuni ulteriori elementi di problematicità in ordine al testo, le segreterie nazionali di Filcams, Fisascat e UILTuCS si sono viste costrette a fermare la trattativa viste le oggettive distanze registrate.
Nel confermare la disponibilità a proseguire, a partire dal mese di settembre, prevedendo sin da subito una nuova data di incontro, riteniamo però necessario che l’impresa modifichi l’attuale impostazione e si renda realmente disponibile ad individuare utili mediazioni che non alterino e sviliscano lo spirito delle rivendicazioni sindacali portate al tavolo.