Mercatone Uno, crisi aziendale: i commissari chiedono al MISE un nuovo bando
Giorno 19 luglio 2017, al Ministero dello Sviluppo Economico, si è tenuto l’incontro con i commissari straordinari, coadiuvati dai dirigenti del Gruppo Mercatone Uno, sulla situazione inerente la cessione dei punti vendita, successivamente alla chiusura del secondo bando di gara.
Il bando di gara, chiusosi al 17 giugno 2017, ha visto formulate alcune offerte di acquisizione, sia parziale dei punti vendita, che dell’intero compendio dei negozi, ma queste manifestazioni di interesse non sono state ritenute conformi al regolamento del bando, seppur questo fosse stato strutturato in modo molto flessibile e non vincolante, con conseguente non accoglimento delle stesse.
Allo stato attuale, l’amministrazione straordinaria, ha ritenuto opportuno chiedere al MISE l’apertura di un ulteriore capitolo di trattative, denominato 3ª fase, il quale prevede l’instaurazione di contatti privati tra i possibili acquirenti ed i commissari straordinari, sempre sotto il controllo del Ministero e con regole ben definite.
Questa particolare situazione, di mancato apprezzamento del marchio Mercatone Uno, ha reso necessario, da parte dei tre Commissari, la formulazione di un nuovo progetto straordinario, il quale permetterà la sostenibilità economica, per l’intero perimetro aziendale, sino alla metà di gennaio 2018, termine ultimo della proroga della Cigs.
L’apertura della 3ª fase associato al nuovo progetto economico, fatto inusuale per una procedura di amministrazione straordinaria, è sintomo che i commissari credono nella possibilità concreta di dismissione dell’intero Gruppo, salvaguardando il più possibile i livelli occupazionali.
L’attuazione del nuovo progetto straordinario, complice anche la riduzione delle vendite rispetto all’anno 2016, passa attraverso cinque punti fondamentali:
1) Forte contenimento dei costi;
2) Meno dispendio di risorse destinate alle campagne marketing;
3) Maggior ricorso alla Cassa Integrazione;
4) Revisione del perimetro operativo delle unità produttive, con la possibilità di chiusura di 3 o 4 negozi, attualmente attivi;
5) Identificazione di alcuni siti da restituire alla vecchia proprietà.
Quanto sopra riportato sarà frutto di confronto nei territori, direttamente interessati.
Il prossimo incontro sarà fissato per il mese di settembre.