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Commercio
Home›Commercio›Metro, tre mesi di trattativa inconcludente

Metro, tre mesi di trattativa inconcludente

Di master
22 Febbraio 2019
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Il 20 febbraio 2019 si è svolto l’incontro Metro Italia C&C per il rinnovo del Contratto Integrativo Aziendale.

La trattativa rischia di precipitare, infatti, nonostante l’impresa sia ormai ritornata in utile, intende nuovamente tornare a incidere negativamente sulle condizioni di lavoro e sul salario delle lavoratrici e dei lavoratori.

Nel merito Filcams CGIL, Fisascat CISL e UILTuCS dichiarano:

SALUTE E SICUREZZA
L’azienda dichiara di voler migliorare la sicurezza ma l’unica proposta concreta è quella di fare la giornata della sicurezza (safety day), ben venga, ma se si vogliono evitare gli infortuni è necessario investire.

Invece Metro continua a tagliare sugli strumenti di lavoro, come ad esempio la riduzione dei traspallet elettrici, e aumentano i carichi di lavoro.

Abbiamo più volte denunciato la situazione senza essere ascoltati ed il risultato è che aumentano gli infortuni per la movimentazione delle merci.

SALARIO VARIABILE
L’azienda dichiara di voler migliorare il sistema in favore dei lavoratori e per farlo intende ridurre il salario raggiungibile da 1600 a 1200 euro. Siamo all’assurdo!

ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO
La volontà delle organizzazioni sindacali è quella di ridurre la flessibilità contrattandone i criteri a livello territoriale per migliorare le condizioni di lavoro, la proposta dell’impresa è quella di sperimentare un sistema che aumenta gli spezzati smantellando il ciclo di alternanza settimanale di orari continuati con turni di mattina e pomeriggio, un sistema che concentra il riposo nei primi giorni della settima incrementando le ore lavorate il sabato e la domenica, inoltre l’azienda non esplicita se questa sperimentazione sarebbe poi applicata unilateralmente a tutti i punti vendita.

ORARIO DI LAVORO
L’impresa dichiara di voler portare (forse) a 38 ore tutta la platea dei lavoratori. Un annuncio fatto con incertezza solo perché l’azienda è stata incalzata dalle domande delle organizzazioni sindacali.

E mentre al tavolo dichiara un ridicolo “forse” veniamo a conoscenza che sta facendo assemblee a riguardo tra i lavoratori venendo meno anche al rispetto dei diritti sindacali previsti da legge.

Nessuna risposta è arrivata alla nostra richiesta contenuta in piattaforma di specificare a quali ruoli e con quali modalità non viene più riconosciuto il pagamento dello straordinario.

Ne è arrivata nessuna disponibilità a retribuire il superamento del normale orario di lavoro per quegli addetti non cassieri che si ritrovano comunque a fare la chiusura cassa.

WELFARE
La proposta dell’azienda ad oggi appare vuota. L’azienda è disponibile ad aumentare una serie di permessi e aspettative per motivi personali e familiari ma tutti non retribuiti, quindi a carico del lavoratore.

Poi propone un sistema di servizi tramite un call center  che per quel che abbiamo compreso si ridurrebbe a un servizio di consulenza. Nessuna reale risorsa messa a disposizione delle lavoratrici e dei lavoratori.

DELIVERY
Il processo avviato dall’impresa sta progressivamente riducendo i dipendenti diretti e aumentando quelli in appalto. Un percorso di progressiva precarizzazione dei rapporti di lavoro su cui le organizzazioni sindacali hanno chiesto di porre un limite garantendo che il maggior lavoro derivante dagli investimenti sulla delivery passi dai confronti territoriali per creare l’opportunità di dare aumentare le ore di lavoro diretto, ore di lavoro che potrebbero aumentare i salari dei tanti part time involontari.

Nessuna risposta positiva da parte dell’impresa.

DOMENICHE
Non è chiaro se il confronto territoriale utile a garantire il limite di 12 domeniche sia confermato, ne è stata data alcuna disponibilità alla richiesta delle organizzazioni sindacali di aumentare al 70% le maggiorazioni.

RISCHIO CHIUSURE E RIDUZIONE SUPERFICIE DEI PUNTI VENDITA
Negli ultimi anni molti punti vendita sono stati chiusi o ridimensionati con annunci fatti da un giorno all’altro che hanno portato al licenziamento improvviso centinaia di lavoratori, un impatto che inevitabilmente ha avuto ripercussioni su tante famiglie.

Abbiamo chiesto di avere per tempo i piani di riorganizzazione delle imprese, fosse solo per rispetto delle tante lavoratrici e lavoratori che ogni giorno garantiscono a Metro importanti fatturati.

Insomma 3 mesi di trattativa per non concludere nulla, col rischio concreto che dietro ai tanti slogan di Metro ci sia l’ennesimo tentativo di peggiorare le condizioni di lavoro e le retribuzioni.

Il prossimo incontro è previsto per il giorno 28 febbraio 2019 dalle ore 11 alle ore 17 a Milano – all’Hotel NH Milano Machiavelli – Via Lazzaretto, 5 – qualora la trattativa a partire dal prossimo incontro non cambi radicalmente, nel metodo e nel merito, valuteremo di dar seguito allo stato di agitazione promuovendo la mobilitazione dei lavoratori, ricordando a tutti che il 31 marzo il contratto perde efficacia.

p.la FILCAMS/CGIL
A. Di Labio

p.la FISASCAT/CISL
M. Ceotto

p.la UILTuCS
M. Marroni

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TagsMetro Italia
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