My Chef: ridiscutere la flessibilità oraria, riprendere il negoziato di secondo livello
Il 3 luglio 2018 si è svolto a Roma l’incontro con My Chef richiesto dai sindacati di categoria per un aggiornamento sulla situazione aziendale e per i temi connessi alla gestione della flessibilità oraria.
L’azienda ha dato un aggiornamento rispetto al proprio perimetro aziendale che vede oggi 22 punti vendita di cui 19 lungo le autostrade e 3 nelle strade cittadine.
Questi ultimi punti vendita rientrano nella sperimentazione avviata con ENI un anno fa e si concentrano nella zona di Milano (Cinisello, Forze Armate, via Novara).
Non è andato a buon fine l’investimento sul punto vendita di Colleferro, che ha chiuso dopo neanche un anno dall’apertura, nella quale erano impiegati solo tempi determinati.
Le ultime gare hanno visto un saldo zero tra punti vendita acquisiti e persi, ma il perimetro si è ristretto in quanto i nuovi ingressi non hanno compensato le perdite rispetto ai metri quadri commerciali e ai fatturati.
L’organico è composto da 414 dipendenti, di cui 184 full time e 230 part time, con un part time medio di 24-28 ore. Vi sono in forza apprendisti e 30 lavoratori a tempo determinato. Le donne impiegate sono 171 mentre gli uomini sono 143.
L’utilizzo dello straordinario e delle ore supplementari resta molto contenuto (2771 ore di straordinario e 3568 di supplementare), per effetto soprattutto degli accordi di flessibilità e banca ore in essere.
Riguardo agli investimenti, sono in programma interventi sulle area di servizio di Bormida, Salaria, San Zenone, per complessivi 5 milioni di euro.
Meno dettagliati i dati sulla rete aeroportuale, con presenza di punti vendita in 13 aeroporti e 700 impiegati. My Chef sta avviando la propria presenza nelle stazioni, con i primi due punti vendita che verranno aperti nella stazione Termini a Roma (Binario 1 e Terrazza Termini).
Proseguono i progetti sociali avviati dall’azienda che riguardano l’inserimento lavorativo di persone ex detenute e di persone Down, in accordo con AIPD. È in programma un’azione volta al contrasto delle molestie sessuali.
Come già nell’ultimo incontro, i sindacati hanno chiesto di poter discutere di tali iniziative e di poter intervenire con soluzioni contrattuali, ad esempio per una migliore regolamentazione dello stage (istituto utilizzato per l’inserimento dei soggetti svantaggiati) e per il supporto alle vittime di violenza di genere.
Rispetto alle molestie sessuali Filcams, Fisascat e UILTuCS hanno chiesto che l’azione venga inserita nell’ambito della campagna che le organizzazioni sindacali stanno svolgendo con il sindacato mondiale e che ha già visto il raggiungimento di alcuni importanti intese.
Sulla flessibilità oraria, è stata ribadita la necessità di mantenere attivo il confronto a livello territoriale, anche riguardo all’utilizzo dell’orario multiperiodale previsto dal nuovo CCNL Ristorazione.
Ad oggi esistono accordi di gestione della flessibilità in 6 aree di servizio. Solo due siti aeroportuali sono coperti da contrattazione integrativa (Malpensa e Fiumicino).
La pratica degli accordi finora esercitata ha avuto buoni risultati, anche se vi sono state alcune storture (utilizzo di banca ore in sovrapposizione col FIS o altri ammortizzatori) ed è rimasta irrisolta la questione posta più volte dai sindacati sulla regolarità dei contratti individuali dei part time che devono riportare una precisa collocazione settimanale e giornaliera.
I rappresentanti di Filcams, Fisascat e UILTuCS hanno nuovamente posto la necessità di aggiornare l’accordo del 2012 sulla flessibilità e di riprendere un percorso complessivo di negoziazione di secondo livello.
L’azienda ha dato disponibilità ad aprire la discussione fissando come primo incontro il 22 ottobre 2018.