Pam Panorama, licenziamenti e contestazioni a pioggia. I sindacati: “Colpiti i dipendenti fragili, è inaccettabile”
Nessun passo avanti nell’incontro tenutosi oggi a Roma tra la dirigenza di Pam Panorama e le strutture nazionali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs. Alla presenza di un’ampia delegazione di rappresentanti delle lavoratrici e dei lavoratori, l’azienda ha dichiarato più volte di non voler arretrare rispetto a quanto accaduto nelle ultime settimane.
Si registrano contestazioni a pioggia per i motivi più disparati, spesso pretestuosi: merce esposta in modo ritenuto non corretto, presunte lamentele di clienti, fino a sanzioni spropositate. Si parla di multe superiori alle quattro ore per ritardi di pochi minuti, sospensioni cautelative per presunte irregolarità in punti vendita dove un solo dipendente è costretto a sorvegliare più corsie, fino ad arrivare a licenziamenti del tutto immotivati.
Tra questi, una parte riguarda il “test carrello”, durante il quale un ispettore occulta volutamente merce dentro altre confezioni (frutta e verdura mescolate, rossetti nelle confezioni di uova, piccoli oggetti inseriti in cartoni di birra, ecc.). Se il cassiere cade in questo vero e proprio tranello, viene licenziato.
L’azienda si trincera dietro un modulo formativo di dieci slide, della durata di forse dieci minuti, erogato a inizio anno, per giustificare quanto sta accadendo. Si scopre poi che per questo “progetto” sono stati impegnati una quarantina di dipendenti, definiti appunto ispettori. Un’azienda segnata da una cronica carenza di manodopera decide deliberatamente di investire risorse in un’azione finalizzata al licenziamento dei propri dipendenti. È inaccettabile.
Pam Panorama non è stata in grado di rispondere quando le è stato chiesto quale sia l’incidenza dei furti alle tanto “amate” casse automatiche, dove una sola cassiera deve sovrintendere fino a otto postazioni, rendendo impossibile un reale controllo. In quel caso, gli ammanchi sembrano essere compensati semplicemente dal risparmio sul costo delle cassiere e dei cassieri.
A nulla sono valsi i tentativi delle organizzazioni sindacali di trovare una soluzione che non impatti in modo così devastante sulle lavoratrici e sui lavoratori, che dopo decenni di servizio si ritrovano messi alla porta senza alcuna prospettiva occupazionale, in un momento storico già estremamente difficile.
È ormai evidente la volontà dell’azienda di colpire una specifica fascia di dipendenti: lavoratrici e lavoratori con anzianità significativa, età anagrafica elevata, titolari di legge 104 o con limitazioni su salute e sicurezza. In breve, chi non risponde ai livelli di produttività auspicati dall’azienda.
Pam Panorama è arrivata inoltre a definire “diffamatorio” quanto denunciato dalle organizzazioni sindacali nelle ultime ore, in un incontro estremamente teso, con un’azienda inamovibile su posizioni rigide e con un fatto particolarmente inquietante: la presenza, in fondo alla sala, di un soggetto non identificato che, solo dopo l’insistenza delle organizzazioni sindacali, è stato qualificato come addetto interno alla sicurezza. Una provocazione inaccettabile, al limite della possibilità stessa di un confronto democratico. Un fatto grave e lesivo delle prerogative sindacali.
“Ci si chiede – affermano i sindacati – quale fosse la funzione di tale presenza. Di cosa ha paura l’azienda? Forse un tentativo di intimidire la platea? A ciò si sarebbe aggiunta la presenza di ulteriori persone qualificatesi come funzionari della Questura”.
È questo il clima in cui dovrebbe svolgersi un confronto tra parti contrapposte che dovrebbero comunque cercare un punto di mediazione? O si tratta dell’ennesimo segnale dell’impostazione inaccettabile di questa azienda associata a Federdistribuzione? Qual è la posizione dell’associazione datoriale? È questo il modello della cosiddetta distribuzione moderna e organizzata? Di moderno, qui, si vede ben poco: sembra piuttosto un ritorno a un modello ottocentesco, dove o ci si piega alle esigenze del “padrone” o si è fuori.
Per tutte queste ragioni, le strutture nazionali e territoriali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs proseguiranno nelle azioni di denuncia di quanto sta accadendo all’interno di Pam Panorama, tutelando le lavoratrici e i lavoratori in tutte le sedi opportune e definendo nelle prossime ore ulteriori iniziative sindacali.

