Coop Alleanza, il punto sul contratto integrativo

Il 6 maggio è proseguita la trattativa tra Filcams, Fisascat e Uiltucs e la direzione di Coop Alleanza 3.0 per proseguire il negoziato per il Contratto integrativo aziendale.
I temi trattati sono stati l’organizzazione del lavoro e il premio aziendale.
Nell’introdurre il primo tema, i rappresentanti di parte aziendale sono partiti dall’esempio relativo a due negozi appartenenti a due diversi format, ossia l’Ipermercato di Baragalla (o Reggio Emilia Sud) e la Superette di Venezia-Italia (Cannaregio), proprio per illustrare le necessità organizzative sia di natura “trasversale”, quindi comune a tutta la rete di vendita, sia specifiche, legate al singolo format (ed a volte a ciascun punto vendita).
L’impostazione che la Cooperativa ha seguito per rendere più efficacemente le differenze organizzative fra i due format dell’esempio sono stati: afflusso clienti/scontrini per fasce orarie e vendite medie nella settimana.
In estrema sintesi, relativamente all’organizzazione del lavoro, l’impostazione aziendale ha la seguente ratio: predisporre un corpus contrattuale fatto da regole comuni a tutti i format, da regole specifiche, ossia diverse fra i diversi format (ma anche fra tipologie contrattuali).
Per le organizzazioni sindacali l’organizzazione del lavoro non può avere come unico criterio una maggiore produttività delle ore ma deve necessariamente rispondere alle esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori e alla conciliazione con la vita.
Per questo Flcams, Fisascat e Uiltucs si aspettano di migliorare alcune condizioni contenute nella proposta aziendale, per liberare tempo per le lavoratrici ed i lavoratori, ridurre i tempi di stacco fra le prestazioni in una giornata lavorativa, sia per i part time che per i full time.
Per le organizzazioni sindacali, una volta pattuito un perimetro di regole a livello nazionale, queste devono essere applicate attraverso il confronto a livello decentrato, lasciando lo spazio alle strutture territoriali e alle Rsu/Rsa di prevedere accordi in materia che rispondano maggiormente alle caratteristiche e alle necessità locali.
Sul premio aziendale, oltre a richiamare il fatto che il Cia deve non prescindere dalla necessità di garantire sostenibilità alla gestione, la Cooperativa ha sottolineato che, rispetto alla propria posizione di partenza (che richiedeva di non riconoscere il Premio aziendale ai nuovi assunti), la
proposta elaborata nel corso del negoziato accoglie la richiesta principale delle organizzazioni sindacali (riconoscere anche a chi sarà assunto dopo la sottoscrizione del Cia tale istituto retributivo fisso).
Anche in ordine al Premio aziendale il negoziato deve evolvere, soprattutto per non creare iniquità di trattamento fra lavoratrici e lavoratori su tale delicato istituto.
Peraltro, la discussione sul trattamento retributivo fisso ha incrociato la pubblicizzazione dei dati del bilancio relativo al 2021. Bilancio che l’azienda ha reso noto in una conferenza stampa e che evidenzia come le vendite a insegna siano superiori a 5 miliardi (con un recupero della marginalità particolarmente significativo); un risultato netto vicino al pareggio – con un recupero di 284 milioni in tre esercizi – ed Ebitda della gestione caratteristica positivo per la prima volta dal 2016.