Peugeot Citroën Retail, no al rinnovo del Cia: scatta lo sciopero
A seguito della conclusione negativa della trattativa di rinnovo del Cia Peugeot Citroën Retail Italia, le rappresentanze sindacali di Milano hanno organizzato quattro ore di sciopero all’interno del pacchetto di otto ore indette a livello nazionale. Nei prossimi giorni verranno organizzate iniziative analoghe anche nella città di Roma.
L’azienda in risposta alla chiusura della trattativa e alle iniziative di lotta ha inviato formale disdetta del Cia e una comunicazione diretta ai lavoratori.
Questa comunicazione non offre soltanto un parere di parte, come è lecito aspettarsi, ma racconta una trattativa molto diversa da come si è svolta nel merito delle questioni.
Andremo per punti per essere chiari e precisi su ciò che il comunicato aziendale racconta:
- Non è vero che l’obiettivo primario dell’azienda fosse estendere diritti a tutti i lavoratori. Obiettivo primario dell’azienda era ridurre, se non azzerare i trattamenti contrattuali usando come un’arma le differenze di trattamenti, voluti dalla società nel precedente rinnovo contrattuale. Ne è dimostrazione proprio l’ultima proposta che contiene ancora notevoli differenze tra neo e vecchi assunti e riduce in maniera drastica i trattamenti contrattuali.
- Non è vero che il contratto integrativo non sia economicamente sostenibile. Nel corso di una riunione ristretta tra segreterie nazionali e azienda, organizzata su mandato della delegazione trattante, si è evidenziato che i soli costi reali che incidono sul bilancio aziendale siano quelli relativi alla ristorazione e alla gestione delle Rol. Guarda caso i due argomenti sui quali abbiamo dimostrato disponibilità a trattare.
- Non è vero che il sindacato vuole il mantenimento dello status quo. La volontà di parificare i trattamenti c’è sempre stata. Non è mai stata dimostrata invece la pesantezza economica dell’accordo. Lo stesso comunicato evidenzia la poca incidenza dell’istituto più discusso: le ore di permesso per visita medica (900 ore) rispetto alle ore di Rol (9000 circa) dimostrano dove era il problema di costo. E li eravamo disponibili discutere.
- Per il sindacato il concetto di contrattazione inclusiva ed estendere trattamenti economici e normativi ai lavoratori giovani è obiettivo primario. Sulla mensa l’accordo era raggiunto senza quasi discutere. Gli altri istituti non venivano estesi ma ridotti ai minimi termini per tutti.
- Nel corso dell’ultima riunione, a fronte della richiesta di modificare la proposta da noi ricevuta il giorno precedente, l’azienda ne ha provocatoriamente riformulata una che ripristinava le modalità operative per le ore di permesso per visita medica ma azzerava tutte le indennità economiche presenti sul contratto: altro che estendere a tutti, azzerare per tutti.
Tutti questi semplici appunti dimostrano che la mancanza di volontà di trattare non era del sindacato ma dell’azienda.
In questi ultimi dieci anni abbiamo sostenuto con questo gruppo decine di negoziazioni, anche potenzialmente più complesse e drammatiche di questa, e sempre siamo stati capaci di costruire accordi.
Ora di fronte a pretese inaccettabili scopriamo non avere volontà negoziale. Anche l’ultimo rinnovo di questo contratto integrativo era stato siglato pur non condividendo il diktat aziendale della divisione tra lavoratori. Lo avevamo accettato a malincuore nella convinzione che si potesse lavorare per recuperare quanto perso.
Oggi quella stessa società ci ribalta la responsabilità di quella scelta e la usa in maniera impropria per smantellare tutto l’impatto contrattuale.
Non ci stiamo, non ci staremo e porteremo avanti una lotta e un confronto che non potranno esaurirsi in pochi giorni. In ogni caso un risultato brillante la società l’ha portato a casa: una estremizzazione dei rapporti che non potrà costruire soluzioni dove più ce ne sarebbe bisogno.
Pronti e disponibili ad essere smentiti in ogni momento, fiduciosi che la notte porti consiglio a chi in questi mesi non ha voluto ascoltare ma soltanto affermare il proprio ruolo.
Roma, 25 febbraio 2020
Filcams – Fisascat – UILTuCS Nazionali
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