Prénatal, chiediamo garanzie per l’occupazione
Il previsto incontro tra Prénatal, Filcams, Fisascat e UILTuCS, alla presenza delle strutture e delegati interessati si è svolto lo scorso 21 novembre a Roma, presso la sede di Confcommercio.
L’azienda in avvio ci ha confermato la prevista procedura di fusione per incorporazione del ramo d’azienda costituito dai punti vendita della società Wki a partire dal 1° gennaio 2019, già oggetto di affitto e di accordo di armonizzazione per i dipendenti con la contrattazione integrativa di Prénatal Retail Group.
Per questo è stato sottoscritto un verbale che chiude l’informativa ex art. 47/428 e stabilizza nel perimetro Prenatal Retail Group i dipendenti ex Wki interessati. Subito dopo è stata illustrata l’attuale situazione aziendale sia per quanto riguarda il Contratto di Solidarietà che scadrà a maggio 2019 e le performance aziendali.
Per quanto concerne il CdS è stato comunicato che ad oggi le percentuali delle riduzioni orarie sono rimaste al di sotto di quanto previsto dall’accordo del 29 maggio 2017.
Su questo punto, abbiamo espresso la nostra preoccupazione sul mantenimento occupazionale alla luce del fatto che per diversi punti vendita nei quali è in corso il CdS, l’ammortizzatore non sarà più prorogabile, poiché già attualmente al terzo anno di applicazione.
Relativamente alla situazione aziendale più generale, in primo luogo, ci è stato ribadito e sottolineato che il Cia, contratto integrativo aziendale, è scaduto da molto tempo e che è “giunto il momento di mettere mano agli elementi economici e normativi” dell’accordo. Tale intento sarebbe giustificato dalla scarsa redditività aziendale con alcuni punti vendita che stanno entrando in una “zona grigia e rischiano di finire in zona rossa”.
Ciononostante, il bilancio nell’ultimo anno si è attestato su un risultato neutro, anche se nel periodo gennaio – ottobre 2018 le vendite registrate, pur attestandosi su livelli analoghi all’anno precedente, registrano un differenziale negativo di 7 milioni di euro rispetto al budget. Conseguentemente l’Azienda ritiene che “è arrivato il momento di intervenire sulle componenti fisse dei costi, per esempio sulle maggiorazioni domenicali e sul ticket, quali componenti sganciate dall’andamento del punto vendita”. Abbiamo registrato le dichiarazioni aziendali che peraltro, non rappresentano una novità assoluta, in considerazione delle richieste già avanzate nei mesi scorsi circa un intervento sugli istituti della contrattazione integrativa.
I sindacati hanno dichiarato che, se la prospettiva successiva alla scadenza del CdS deve essere attenzionata, non può essere la trattativa sul rinnovo del Cia lo strumento che consente di risolvere le criticità economiche e segnatamente il differenziale di 7 milioni di euro tra budget e fatturato. Inoltre, riteniamo necessario da parte aziendale un esplicito impegno circa il mantenimento dei livelli occupazionali in Prénatal spa. In ogni caso la discussione per avere compiutezza dovrà essere affrontata alla luce di dati certi e definitivi sulle performance dell’intero 2018 che assumeranno un maggior significato alla luce delle vendite del periodo di fine anno.
Infine, Filcams, Fisascat E UILTuCS stigmatizzano lo scorretto comportamento di Prenatal che nello stesso momento nel quale noi chiedevamo di condividere la prioritaria esigenza del mantenimento occupazionale, l’azienda inoltrava, a nostra insaputa, richiesta di nulla osta all’ente Bilaterale nazionale per 65 assunzioni in apprendistato. Tutto questo in presenza di un ammortizzatore sociale “contratto di solidarietà” derivante da una procedura di licenziamento collettivo e senza che alcuna informazione sia stata data alle organizzazioni sindacali.
Si invitano le strutture territoriali a vigilare sulla situazione occupazionale punto vendita per punto vendita e sul rispetto dell’applicazione di norme e leggi in caso di ricorso agli ammortizzatori sociali.