Previdenza cooperativa: un modello sociale per superare l’individualismo
È necessario lavorare per rinnovare le offerte assistenziali e previdenziali, per dare ai giovani la possibilità di un futuro con garanzie e tutele, e agli adulti prospettive migliori, più sicurezza, garantendo prestazioni e servizi. Il tutto, promuovendo “un modello sociale per superare gli approcci individualistici”.
Parola dei relatori che hanno animato il dibattito all’iniziativa Uiltucs e Previdenza Cooperativa dal significativo titolo “Previdenza e assistenza integrativa tra governance e prestazioni”.
L’evento, che si è tenuto a Bologna, ha visto una massiccia partecipazione, anche da strutture della Uiltucs lontane logisticamente.
“Questa sala – ha esordito Paolo Andreani, segretario generale aggiunto Uiltucs – così gremita, testimonia il senso del comune lavoro quotidiano”.
“Fare welfare dentro il conflitto – ha aggiunto Andreani – significa superare gli approcci individualistici e promuovere un modello solidale”.
La carrellata di interventi è proseguita poi con Giovanni Gazzo, componente del consiglio di amministrazione di Previdenza Cooperativa, che ha parlato di come, “slegare le tutele contrattuali da quelle del welfare diventerà una forma di esclusione sociale, se pensiamo alle ridotte rendite previdenziali che spetteranno ai pensionati di domani”.
“Dov’è – ha incalzato Gazzo – la responsabilità sociale d’impresa quando i tassi di adesione alla previdenza complementare nelle aziende della grande distribuzione rimangono così bassi? E quale tutela sociale avranno domani i giovani che iniziano a lavorare oggi?”. I giovani con contratti atipici e precari sono quelli che avrebbero più di tutti bisogno di tutele e invece spesso ne restano esclusi”.
L’aspetto tecnico è stato invece affrontato da Federico Spiniello, direttore di Previdenza Cooperativa, che ha fotografato la singolare tendenza del 2018 quando si è registrato, “per la prima volta dal 1861, il sorpasso degli over 60 (27,8%) sugli under 30 (28,4%) nella popolazione italiana. Nel 2050 – ha spiegato Spiniello – oltre il 55% della popolazione mondiale avrà più di 60 anni”.
E ha concluso citando la Corte Costituzionale, con le sentenze 421 del 1995 e 393/2000, ha rimarcato il collegamento funzionale tra previdenza obbligatoria e complementare. Previdenze che, insieme, concorrono ad assicurare ai lavoratori mezzi adeguati alle loro esigenze di vita. Le conclusioni sono spettate ad Andreani, che ha sostenuto la necessità di “costruire una rete nazionale Uiltucs sulla previdenza complementare come riferimento sui territori”. E ha avanzato un invito: “Formate e informate per fornire sostegno a livello territoriale!”
“Andremo unitariamente – ha aggiunto poi – nei luoghi di lavoro per promuovere l’adesione alla previdenza complementare, e ne verificheremo i risultati”. “La contrattazione aziendale diventa adesso la leva per implementare un vero sistema di Welfare – ha concluso -. Mantenendo le attuali condizioni retributive ma utilizzando gli incrementi di produttività come elemento di crescita dei salari. Offrire alle persone la possibilità di scegliere come investire il proprio salario variabile, anche in previdenza o assistenza, infine, è necessario e possibile”.
Da ultimo, la proposta dell’attivo Uiltucs, arrivata dopo un animato dibattito tra i presenti e i relatori con numerose domande e interventi dalla platea: la richiesta alle Coop di ragionare su un salario variabile esigibile.