Rapporto ISTAT 2014: Italia in grande sofferenza
Presentato a Roma, presso la sala della Regina di Palazzo Montecitorio, il ventiduesimo rapporto Istat sulla situazione del Paese che fotografa una situazione di grande sofferenza e allarmante declino.
I dati emersi fotografano una grande crisi in ogni settore, evidenziando sempre più la necessità di un’imminente inversione di marcia, soprattutto per quanto riguarda l’investimento nelle politiche sociali, volano di sviluppo per ogni Paese.
L’Italia, infatti, è settima tra i 28 paesi UE per quota di spesa sul Pil destinata alla protezione sociale e tra le tre voci di spesa sociale (previdenza, sanità e assistenza ) la quota destinata alla previdenza resta la maggioritaria; mentre si continuano a destinare risorse molto scarse, se non addirittura inesistenti, a tutela degli altri principali rischi sociali, facendo retrocedere il Belpaese nelle ultime posizioni della graduatoria europea per le risorse dedicate alle famiglie, per le politiche di sostegno al reddito e per quelle finalizzate alla formazione per il reinserimento nel mercato del lavoro, per le politiche di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale.
Aumentano le famiglie senza occupati e senza pensionati da lavoro, circa 2,1 milioni nel 2013 in aumento del 48,9 per cento rispetto a 1,4 milioni del 2008; oltre la metà di queste famiglie risiede nel Mezzogiorno, dove la generale crisi raggiunge l’apice.
La mancanza di lavoro e il disagio sociale aumentano il rischio di povertà, già più elevato della media dell’Unione Europea negli anni pre-crisi, e che ha raggiunto il valore massimo nel 2010 mantenendosi stabile nel biennio successivo su valori prossimi al 19,5 per cento delle famiglie.
E’ necessaria in questo momento un’attenzione particolare imperniata alle politiche sociali da parte degli attori istituzionali, in particolare i Comuni, che dal 2011 hanno diminuito le risorse da destinare al welfare territoriale e nello specifico hanno tagliato le voci di spesa sociale rivolte all’assistenza agli anziani, al contrasto della povertà e quelle destinate ad integrare il reddito familiare.
Persiste ancora la disomogenea distribuzione sul territorio dei più importanti servizi alle famiglie, come asili nido, assistenza sociale ai disabili e agli anziani non autosufficienti, e ancora maggiore risulta il forte squilibrio nel Mezzogiorno dove oltre alle forti differenze territoriali si registra una grandissima assenza di servizi sociali a fronte di maggiori bisogni dei cittadini residenti al sud.
Foto: intelligonews.it