RIN, licenziamenti: firmato accordo
Il 10 marzo si è tenuto l’incontro al Ministero del Lavoro per la chiusura della fase amministrativa della procedura di licenziamento collettivo avviata dalla società Retail Italia Network (RIN) il 28 dicembre 2015 e riguardante la chiusura dei negozi di Sarzana (Outlet), Massa (Carrefour), Pietrasanta e Mestre.
Nel corso dell’incontro del 16 febbraio 2016 al Ministero del Lavoro convocato sulla stessa procedura e conclusosi con un rinvio, i sindacati avevano valutato insieme all’azienda e al Ministero, come strumento utile alla risoluzione della potenziale perdita occupazionale generata dalla chiusure, il raggiungimento di un accordo per una mobilità che prevedesse l’esclusivo criterio della non opposizione al licenziamento e che consentisse l’eventuale uscita di personale dai negozi limitrofi rendendo così possibile l’assorbimento di parte del personale proveniente dalle chiusure.
A seguito dell’incontro suddetto, in data 25 febbraio 2016, RIN ha inviato alle organizzazioni sindacali una procedura di mobilità, contenente anche esuberi su altre piazze, emersi dal combinato disposto dato dalla necessità dell’azienda di ridurre la forza lavoro per via del perdurare della crisi e dalla segnalazione di volontarietà all’esodo da parte di lavoratori e lavoratrici sia ai sindacati che alla direzione del personale.
Prima dell’incontro convocato dal Ministero sulla procedura del 28 dicembre, Filcams, Fisascat e UILTuCS hanno quindi realizzato un accordo sulla procedura del 25 febbraio 2016 che prevede l’esclusivo criterio della non opposizione e un’incentivazione all’esodo uguale a quella degli accordi utilizzati in costanza di CIGS.
Per quanto riguarda la procedura del 28 dicembre 2015, inerente le chiusure, in seguito agli incontri effettuati e agli approfondimenti svolti sul territorio, la società ha accettato la proposta sindacale di raggiungere un accordo che preveda il criterio esclusivo della non opposizione al licenziamento.
La società ha confermato la possibilità di ricollocare parte del personale attualmente impiegato nei negozi limitrofi, con condizioni di orario e inquadramento misurate sul fabbisogno dei negozi. I sindacati hanno ribadito che le ricollocazioni dovranno avvenire in accordo con le persone. I rappresentanti dei lavoratori hanno rimandato le valutazioni dettagliati a seguito della definizione più chiara del panorama che deriverà dalla concreta adesione del personale coinvolto da questa procedura all’incentivazione all’esodo e dall’eventuale adesione alla mobilità volontaria da altri negozi limitrofi coinvolti dalla procedura del 25 febbraio 2016.
Ai dipendenti dei negozi in chiusura che non dovessero accettare le proposte di ricollocazione, sarà riconosciuto un incentivo all’esodo come definito nell’accordo a latere. In attesa della raccolta delle volontarietà all’esodo e prima di effettuare i passaggi di confronto sulle ricollocazioni, i lavoratori coinvolti dalle chiusure utilizzeranno ferie e permessi residui.