Securpol, conti correnti bloccati. A rischio il posto di 1.500 lavoratori
All’incontro svolto al Ministero dello Sviluppo Economico, i Custodi giudiziari, nominati dal Tribunale di Roma, hanno segnalato che Securpol non può disporre delle risorse presenti sui conti correnti in quanto gli stessi sono stati bloccati dalla Procura di Civitavecchia.
Attualmente le somme pignorate corrispondono a un valore di 5 milioni di euro, ma il debito maturato dalla Securpol nei confronti dell’amministrazione pubblica è pari a 16 milioni di euro.
L’assoluta mancanza di liquidità non sta consentendo e non consentirà il pagamento delle spettanze dei lavoratori. Le disponibilità non paiono più sufficienti neppure a mantenere su strada i mezzi e ad attuare i servizi.
Nella prossima settimana, pare lunedì, il Tribunale di Roma dibatterà sulla ennesima richiesta dei Custodi di sbloccare, interamente e/o in parte, le somme pignorate. Intanto l’istituto, vista l’indisponibilità economica, non ha ottemperato alle procedure necessarie al rinnovo del DURC.
Corre inoltre l’obbligo di notare che i Custodi termineranno il loro naturale mandato entro la fine del corrente mese. La loro possibile deroga dipenderà, ovviamente, dalle necessità e/o eventualità che si dovessero ulteriormente sviluppare nel proseguo.
Qualora il Tribunale sbloccasse le risorse oggi indisponibili, parte delle stesse servirà per pagare i lavoratori e parte verrà utilizzata per il pagamento dei fornitori più importanti. Erano presenti all’incontro anche i Commissari giudiziari nominati ad agosto dal Tribunale di Civitavecchia che, come si evince dalla stessa sentenza, dovranno presentare al su detto tribunale, entro il 22/09 2017, una memoria in merito alla società ed alle prospettive della stessa.
Nel tempo massimo di un ulteriore periodo di 30 giorni, il tribunale di Civitavecchia, esaminati gli atti e le relazioni, deciderà se aprire una procedura conservativa, oppure disporre il fallimento della Securpol.
Successivamente a tale decisione il Ministero riconvocherà il tavolo. Infine, sia i Custodi giudiziari che il Curatore fallimentare della società Futura, società che detiene a tutt’ora moltissimi rami di azienda Securpol, ci hanno informato di aver ricevuto segnalazioni d’interesse da parte di altri istituti di vigilanza, finalizzati ad affittare i rami di azienda e quanto ne consegue normativamente, ma che tale eventualità sia attualmente di difficile attuazione.
Lo scenario che si pone davanti ai nostri occhi è quindi un orizzonte che vede la Securpol rimanere con sempre meno servizi e di sempre minor valore; implicata in una complicata diatriba tra le decisioni assunte dal Tribunale di Roma e quelle effettuate dal Tribunale di Civitavecchia a seguito delle richieste avanzate dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia; senza nessuna risorsa economica disponibile, perciò nell’impossibilità di proseguire le attività quotidiane e di corrispondere qualsivoglia spettanze alle GPG.
Uno scenario, evidentemente fallimentare, che potrebbe portare, paradossalmente, ad un numero importante di lavoratori disoccupati, ad oggi circa 1000 GPG, una conseguente massiva richiesta di NASPI ed un ricorso al Fondo INPS per la corresponsione del TFR e delle spettanze mensili previste dalle norme in vigore.
In poche parole un dramma per i lavoratori ed un aggravio di spesa per lo Stato.