Securpol vuole ricorrere al concordato prenotativo
Giorno 1 giugno 2017 le organizzazioni sindacali Fisascat-Cisl, Filcams-Cgil e Uiltucs hanno incontrato la Direzione di Securpol Group Srl per fare chiarezza in ordine alla situazione gestionale che l’istituto di vigilanza privata sta vivendo, anche a seguito delle vicende giudiziarie connesse alla questione della transazione con l’Agenzia delle Entrate di Genova.
L’azienda ha comunicato ai sindacati che, alla luce del fatto che le indagini di cui sopra hanno indotto la competente Agenzia delle Entrate a “congelare” la verifica di ammissibilità dell’istanza di ristrutturazione del debito fiscale, Securpol Group Srl procederà nei prossimi giorni alla predisposizione di un ricorso finalizzato all’ammissione alla procedura di concordato prenotativo ex art. 161, c. 6, L.F.
L’opzione preannunciata prevede che l’imprenditore possa depositare il ricorso di concordato, con riserva di presentare la proposta di concordato preventivo, il relativo piano e l’ulteriore documentazione prevista (nei termini, compresi tra i 60 e i 120 giorni, prorogabili di altri 60, fissati dal tribunale), unitamente agli ultimi 3 bilanci della società oltre all’elenco dei creditori; infatti, la finalità principale correlata alla presentazione della domanda prenotativa è quella di consentire all’imprenditore in crisi, che ha intenzione di ristrutturare il proprio debito e di non fallire, di poter disporre di un congruo margine di tempo per elaborare o un piano di ristrutturazione dei debiti (ex art. 182 bis L.F.) o il piano di concordato preventivo (ex art. 161, 6° comma, L.F.).
Naturalmente, lo scenario prospettato, che implica un sensibile innalzamento dei livelli di incertezza gestionale per Securpol Group Srl, in quanto l’istituto di vigilanza privata sconta un effetto negativo in termini reputazionali per le vicende sopra richiamate, potrebbe ulteriormente complicare il già non facile rapporto che la Società intrattiene con la committenza (sia pubblica che privata) e, quindi, comportare una perdita di servizi.
La procedura in fase di avvio produce effetti anche in termini di gestione dei rapporti di lavoro; i crediti maturati dai lavoratori, considerati crediti privilegiati all’atto della distribuzione delle somme ricavate dalla liquidazione dell’attivo.
A scanso di equivoci, e vista l’imminenza del pagamento delle spettanze del mese di aprile con le variabili di maggio, i sindacati hanno richiesto alla Direzione aziendale di procedere alla presentazione dell’istanza solo dopo aver onorato il pagamento delle spettanze dovute, al fine di evitare inutili tensioni sociali in questa fase assai delicata della vicenda societaria di Securpol Group Srl.
La controparte ha accolto tale richiesta, dichiarandosi disponibile a liquidare le spettanze maturate prima di presentare l’istanza Tribunale di Civitavecchia.
Naturalmente, per il pagamento degli istituti diretto, indiretti e differiti maturati e/o ricollegabili al periodo precedete la presentazione dell’istanza, in caso di accoglimento di questa, occorrerà attendere i tempi della liquidazione dell’attivo.
In relazione alla consistenza della massa debitoria, Securpol Group Srl è stata alquanto evasiva. La Direzione aziendale ha sostenuto, infatti, che il debito per IVA non versata ammonterebbe a 45/50 milioni di euro e che l’esposizione verso i fornitori raggiungerebbe quota 5 milioni di euro.
In relazione all’intesa in tema di nuovo modello organizzativo, Filcams, Fisascat e UILTuCS hanno espresso la difficoltà a garantire la continuità applicativa della stessa, in quanto maturata all’interno di uno scenario del tutto diverso rispetto all’attuale, che vedeva nel buon esito dell’istanza di rateizzazione del debito fiscale la sua ragion d’essere.
È evidente che questo scenario apre problematiche nuove che devono essere affrontate con rigore e precisione da parte di tutti i soggetti, a partire dalla direzione aziendale: informazione circa la data di effettivo deposito della domanda e rispetto ai contenuti del progetto da presentarsi successivamente; interruzione dei tentativi di addivenire ad accordi e/o interpretazioni contrattuali difformi da quanto previsto dall’intesa ministeriale e dal CCNL.
Relativamente al contratto di solidarietà, preso atto che il Ministero del Lavoro non ha ancora autorizzato il pagamento del contributo anche in relazione alle verifiche ispettive, si è convenuto che l’azienda informi tempestivamente circa l’evoluzione della vicenda.
Solo a seguito di ciò, sarà possibile riconsiderare la possibilità di riapertura dei termini per l’adesione al CdS o al modello organizzativo alternativo.
Si richiama l’attenzione circa il fatto che l’ingresso nella procedura concorsuale comporta il “congelamento” dei crediti alla medesima data: è bene, quindi, informare tutti i lavoratori circa la necessità di accertare e documentare preventivamente eventuali crediti, la cui natura è privilegiata rispetto a terzi. In questo senso, gli uffici vertenze potranno fornire la necessaria assistenza.