Studi Professionali: accordo per il sostegno al reddito
Il giorno 22 ottobre 2013 è stato sottoscritto da UILTuCS, Filcams e Fisascat e Confprofessioni, dopo un lungo confronto, l’accordo per il sostegno al reddito dei lavoratori impiegati presso il settore degli studi professionali.
Si è definito, in questo modo, un sistema di protezione del reddito per un settore che non ha mai usufruito di ammortizzatori sociali a regime e sul quale l’impatto della crisi economica è stato comunque significativo.
Circa il 95% dei datori di lavoro che fanno capo al CCNL degli studi professionali occupa meno di 15 dipendenti; le recenti novità introdotte dalla legge n. 92/2012 (legge Fornero) in tema di ammortizzatori non prevedevano per tale platea l’obbligo di costituire forme di sostegno al reddito in caso riduzione o sospensione dell’attività lavorativa.
L’intesa raggiunta copre quindi un vuoto lasciato dal legislatore in tema di estensione e di tendenziale “universalizzazione” degli ammortizzatori sociali, valorizzando il ruolo delle parti sociali e rafforzando il welfare contrattuale.
Il fondo per il sostegno al reddito è di carattere nazionale, è costituito in seno all’Ente Bilaterale Nazionale degli Studi Professionali, ed è alimentato da quota parte dei contributi già previsti dal CCNL di settore per il finanziamento delle attività della bilateralità; il fondo ha già accantonato risorse utili per iniziare ad erogare i trattamenti di sostegno al reddito previsti dall’accordo, non appena sarà definito l’apposito regolamento.
In occasione dell’imminente negoziato per il rinnovo del CCNL di settore, le parti valuteranno l’opportunità di costituire un fondo di solidarietà cosiddetto “alternativo” ai sensi della legge Fornero, con particolare riferimento ai datori di lavoro che occupano più di 15 dipendenti. Allo stesso tempo si valuterà la possibilità di introdurre modalità di sostegno al reddito per le forme di lavoro cosiddette “atipiche” (collaboratori, partite IVA in regime di monocommittenza).
L’accordo inoltre si pone l’obiettivo di rafforzare ulteriormente il sistema complessivo della bilateralità, mettendo in raccordo il sostegno al reddito con la formazione e riqualificazione professionale delle lavoratrici e dei lavoratori e con i servizi all’impiego (politiche attive del lavoro).
Nello specifico si è deciso di costituire un sistema sperimentale di prestazioni integrative del reddito a favore dei dipendenti, alimentato dai contributi all’Ente Bilaterale, che si articola nelle seguenti misure:
1. intervento integrativo del 20% dell’indennità ASPI a carico dell’Ente Bilaterale per i casi di sospensione dell’attività lavorativa, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 3, comma 17 della legge n. 92/2012;
2. intervento integrativo pari al 20% della retribuzione persa in caso di ricorso alla cassa in deroga (90 giorni);
3. anticipo i lavoratori del contributo ministeriale in caso di attivazione del contratto di solidarietà ai sensi della legge 236/1993 (solidarietà difensiva di tipo B o “piccola solidarietà”); contributo pari al 50% della retribuzione persa in seguito a riduzione d’orario nel limite massimo del 50% dell’orario originario nelle strutture con un solo dipendente, fino ad un massimo di 520 ore nell’arco di 12 mesi.
Tali interventi saranno subordinati alla stipula di appositi accordi sindacali in sede territoriale.
Per quanto concerne l’intervento integrativo del 20% dell’indennità ASPI a carico dell’Ente Bilaterale nel caso di sospensione del lavoro, evidenziamo che tale strumento sarà operativo solo a seguito della necessaria stipula della convenzione con l’INPS, richiesta dal legislatore.
Per consentire l’erogazione di tutti gli strumenti di sostegno al reddito definiti dall’accordo, le parti si sono impegnate a redigere nelle prossime settimane l’apposito regolamento.
Ricordiamo in ultimo che gli interventi a carico dell’Ente Bilaterale Nazionale di settore (EBIPRO) saranno garantiti entro il limite delle risorse accantonate e disponibili in capo al fondo per il sostegno al reddito.
Scarica l’accordo per il sostegno al reddito
Foto: mglog.it