Termale, al via i negoziati per il rinnovo del Ccnl per 15mila lavoratori
Al via in Confindustria i negoziati di rinnovo del Contratto nazionale del lavoro termale scaduto il 30 giugno 2020 e in ultra vigenza.
I sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno presentato (ieri 27 aprile) all’associazione imprenditoriale di settore Federterme le rispettive piattaforme sulla definizione del nuovo Ccnl.
Interessati circa 15mila addetti del comparto, prevalentemente stagionali, occupati negli oltre 350 stabilimenti termali italiani.
Nel mese di giugno 2022 la Fisascat Cisl e la Uiltucs avevano formalizzato la trasmissione delle proposte sul rinnovo contrattuale.
A cominciare da un nuovo slancio delle relazioni sindacali, con la previsione di “una maggiore, certa ed ampliata esigibilità delle relazioni a tutti i livelli”, la Fisascat Cisl e la Uiltucs chiedono espressamente specifici incontri sui diritti di informazione con al centro “le prospettive di sviluppo e i problemi del termalismo” e “le questioni inerenti il rapporto tra termalismo e Ssn”, oltre che la definizione di “regole certe per l’esercizio della contrattazione” e “l’attivazione degli strumenti di rilevazione e monitoraggio delle dinamiche del settore e del suo andamento, tramite gli enti bilaterali”.
Tra i capitoli della piattaforma sindacale anche quello dedicato all’ampliamento e il rafforzamento della contrattazione di secondo livello, con particolare riferimento al confronto regionale, al quale demandare i temi del premio di risultato e delle erogazioni economiche, sevizio mensa, formazione professionale ed Ecm, progetti di conciliazione vita lavoro, indennità turni e nastri orari, salute e sicurezza, mercato del lavoro, organizzazione del lavoro e nuove qualifiche, welfare aziendale e clausola di salvaguardia per l’erogazione del salario di 2° livello in assenza di contrattazione decentrata.
Attenzionati anche i capitoli riferiti a mercato del lavoro, terziarizzazioni, formazione professionale, classificazione, stabilizzazione dell’occupazione. Sul welfare la richiesta delle federazioni di categoria della Cisl e della Uil verte sul rafforzamento e sul consolidamento dell’Ente Bilaterale, sull’incremento del versamento mensile a carico delle aziende al fondo di Assistenza Sanitaria Integrativa e sulla maggiore diffusione del sistema di adesioni al fondo di previdenza complementare di settore FonTe.
Fisascat e Uiltucs sollecitano poi la necessità di ricevere risposte concrete rispetto alle aspettative delle lavoratrici e dei lavoratori del settore anche su altri temi, tra cui pari opportunità e politiche di genere, attraverso “l’attivazione effettiva degli strumenti contrattuali per le pari opportunità”, “un ulteriore periodo di aspettativa non retribuita di 12 mesi nei confronti dei lavoratori affetti da gravi e continuative patologie” e “la previsione di nuove tutele individuali riguardanti i congedi per unioni civili, la maternità e il lavoro di cura, l’assistenza dei figli con problemi di apprendimento e inserimento scolastico, la conciliazione tempi di vita e di lavoro”.
Sul salario la richiesta verte su “aumenti retributivi connessi alle dinamiche macroeconomiche, agli andamenti dei settori e dei tradizionali indici dei prezzi al consumo”, tenendo conto “degli incrementi salariali afferenti le altre categorie del lavoro privato”.
Il negoziato proseguirà a livello di delegazioni i prossimi 7 giugno e 4 luglio, a partire dalle ore 14 e affronterà i seguenti temi: relazioni sindacali, diritti di informazioni, mercato del lavoro, politiche di genere e diritti individuali.