Unicoop Tirreno, Cia: ok a un confronto nel segno della chiarezza
Si è svolto il 28 maggio 2020, l’incontro tra UILTuCS, Filcams, Fisascat e la cooperativa Unicoop Tirreno.
Durante l’incontro la cooperativa, ha illustrato ai sindacati per l’ennesima volta lo scenario macroeconomico europeo, nonché la crisi del turismo affermando che tale scenario crea un impatto negativo sulla tenuta aziendale.
Come UILTuCS, ancora una volta abbiamo evidenziato che l’attuale situazione di pandemia non ha avuto riflessi negativi sul segmento della distribuzione alimentare e che tale fenomeno ha generato un aumento notevole degli incassi rispetto agli anni precedenti.
In riferimento alla crisi del turismo, ancora una volta sottolineata dalla cooperativa non ne comprendiamo il nesso.
La cooperativa ha di nuovo affermato che in caso di mancata proroga dell’accordo di maggio 2017, potrebbe attivare la disdetta dell’integrativo vigente.
In riferimento alla costituzione dei comitati aziendali da Covid19, la cooperativa, ha dato la disponibilità a costituire dei comitati regionali in subordine a quello nazionale già costituito con il coordinatore degli Rls.
In merito alla figura del coordinatore degli Rls come UILTuCS abbiamo dichiarato che tale figura non è contemplata nel D. Lgs. 81/08 e pertanto non ne comprendiamo la fonte.
Per quanto affermato dall’azienda la UILTuCS ha esplicitato con chiarezza la sua posizione, ribadendo che l’attuale situazione aziendale non può sempre gravare sul salario dei lavoratori soci della cooperativa.
Molteplici sono le responsabilità dei vertici della cooperativa che si sono succeduti negli anni.
Troppo immobilismo aziendale nell’affrontare le criticità che emergevano continuamente. Costante l’assenza di piani di rilancio commerciale e tanta impostazione di tipo politico piuttosto che commerciale, a partire dall’insediamento in Campania, che poi si è rilevato un fallimento, fino a giungere alla dismissione dei negozi presenti nel basso Lazio e non solo.
Nel 2017 le organizzazioni sindacali hanno stipulato un sofferto accordo di cessione di salario dei lavoratori derivante dal vigente Cia, attraverso un referendum che prevede il ripristino delle condizioni salariali e normative a partire dal 1 giugno 2020.
A fronte di tali concessioni da parte dei lavoratori doveva corrispondere un piano di riorganizzazione e rilancio commerciale della cooperativa che a tutt’oggi come UILTuCS facciamo fatica ad individuare se non nel continuo smembramento aziendale accompagnato da una continua richiesta di taglio al salario dei lavoratori stessi.
La UILTuCS ha riaffermato alla cooperativa che vi è la disponibilità ad affrontare il negoziato per il rinnovo del Cia ma senza pregiudiziali sul tavolo e che siamo contrari alla proroga dell’accordo di maggio.
A fine riunione però abbiamo registrato per l’ennesima volta una posizione aziendale, che rispecchia il suo modus operandi, ovvero l’ennesima richiesta di attivazione di ammortizzatore sociale per il format insistente su grandi aree.
Ciò evidenzia ancora una volta che i continui sacrifici richiesti ai lavoratori non producono effetti per il futuro della cooperativa stessa e che abbiamo visto bene come UILTuCS a non prorogare l’accordo di maggio che tra l’altro è soggetto ad esito referendario.
Per quanto esposto chiariamo sin da ora che nella riunione prevista per il 4 giugno non accetteremo un’altra pregiudiziale che vede lo scambio della proroga dell’accordo con il ritiro dell’annunciata cassa integrazione. Basta con questo metodo di confronto.
I valori e le conquiste dei lavoratori meritano più rispetto soprattutto in ambito cooperativistico.