Unicoop Tirreno: il piano industriale fa acqua. Rischio chiusura dei punti vendita in Campania
Il piano industriale Unicoop Tirreno non decolla. Unica leva al momento efficace risulta essere quella della riduzione del costo del lavoro a seguito della risoluzione del rapporto di lavoro ad oggi definite e/o preventivate al 2018 di 109 persone nell’intero Gruppo e della disapplicazione temporanea di alcuni istituti del contratto collettivo aziendale.
Nessuna notizia sugli effetti degli interventi messi in atto per il miglioramento e la riorganizzazione dell’offerta commerciale.
Si hanno invece notizie generiche sulla riduzione dei costi generali.
A quanto pare sono stati realizzati investimenti improvvisati e non preventivati nel piano.
Annunciata la terziarizzazione di interi reparti in alcuni punti vendita. Un’azione non prevista dal piano, come nel caso della logistica e delle pescherie.
Indicativa la sostanziale mancata (rete di vendita) o sbagliata (sede) applicazione degli ammortizzatori sociali.
Tuttavia sembra esserci un generico miglioramento degli indicatori di vendita e sui margini ma non in linea con quanto preventivato.
Possibile l’inasprimento delle politiche di contenimento delle perdite e la chiusura di vari punti vendita: entro il 2017 previste quella dei punti vendita di Grosseto Pisacane, Porto Santo Stefano, San Vincenzo Porto e Vallerano.
Unicoop Tirreno ha annunciato l’uscita dalla gestione dei punti vendita della Campania. In corso una trattativa con Unicoop Firenze per la restituzione del ramo d’azienda. C’è il rischio quindi di una chiusura di Arenaccia e S. Maria Capua Vetere in ragione di un possibile mancato accordo sul futuro dei due punti vendita con Unicoop Firenze.
Anche delle relazioni sindacali, in quanto strumento di gestione comune della crisi aziendale non si vede traccia. Una pasticciata gestione unilaterale dell’organizzazione del lavoro sta creando danni. Dichiarati gli esuberi e aumentate le ore di lavoro con il somministrato. Come è possibile che accada ciò?
Si prospetta così la mobilitazione dei lavoratori per la salvaguardia dell’occupazione.