Vigilanza privata, quale futuro per il settore?
Ormai da troppi anni il settore della Vigilanza Privata e della Sicurezza tutta, versa in una crisi molto profonda, la cui prima responsabilità è sicuramente in capo alle imprese.
La rincorsa alla compressione dei costi, in particolare del costo del lavoro, che nell’idea delle imprese avrebbe dovuto generare competitività, si è dimostrata una scelta strategica miope che ha alimentato la logica del massimo ribasso senza limiti ed i comportamenti elusivi delle regole, che ormai troppo spesso sconfinano nell’illegalità.
I ritardi delle istituzioni, ed a volte il loro silenzio complice, rischiano di disegnare un futuro ancora più difficile ed incerto. Ormai da anni siamo in attesa del completamento dei decreti previsti, a partire da quello sulla formazione.
La certificazione delle imprese, il cui termine è ormai scaduto, non viene controllata e non è nemmeno stata pubblicata la lista delle aziende che l’hanno ottenuta, come si era impegnato a fare il Ministero degli Interni molti mesi fa.
La recente sottoscrizione di un CCNL per il settore da parte di associazioni datoriali del tutto sconosciute e di CISAL (tutti soggetti che non possono definirsi – né maggiormente né comparativamente – più rappresentativi), si inserisce a pieno titolo in quel contesto ed alimenta a sua volta la crisi del mercato, attraverso il deprecabile strumento del dumping sul lavoro.
Questa vicenda è emblematica e paradossale. In seguito alla scelta di un’azienda operante in appalti pubblici e privati di grande rilevanza di modificare la condizione economica e normativa dei dipendenti con il passaggio a questo CCNL (ed al rischio che altre imprese si accodassero), sollecitammo un urgente incontro ai Ministeri degli Interni e del Lavoro.
In quella sede, fu richiesto un pronunciamento chiaro ed esigibile da parte dei due Ministeri sulla legittimità dei comportamenti sia dell’azienda che dei committenti, tenendo conto che il costo orario a valere come riferimento per l’aggiudicazione degli appalti pubblici è già disciplinato da tabelle ministeriali riferite al CCNL Vigilanza Privata e Servizi fiduciari 2013.
Le risposte dei Ministeri competenti non hanno fatto chiarezza, nonostante i numerosi richiami presenti nel Decreto Leg.vo 269/2010, nella determina dell’ANAC 2015 e nel nuovo Codice degli Appalti.
E ora si cominciano ad aggiudicare appalti sulla base di una tariffa di 12.50€ /ora circa: è l’effetto della riduzione del costo del lavoro contemplata in quel contratto? Purtroppo pensiamo che sia così, sebbene nessuna stazione appaltante abbia compiuto le verifiche che la legge impone di effettuare quando l’offerta di prezzo da parte di un’azienda è palesemente anomala!
Quale sarà dunque il futuro del settore se non si porranno dei limiti ben precisi, se non si daranno regole chiare e trasparenti, se non si porteranno a compimento le riforme previste?
Noi dobbiamo dire la nostra e provare a mettere un freno a questa spirale verso il basso che sembra non aver fine. Per questo Filcams, Fisascat e Uiltucs promuovono una campagna di informazione, sensibilizzazione e mobilitazione a partire dall’attivo nazionale unitario delle delegate e dei delegati del settore convocato per il 21 febbraio, dalle ore 10.30, presso il Centro Congressi Frentani, in Via dei Frentani 4, in Roma.
Roma, 31 gennaio 2017
Filcams CGIL
Fisascat CISL
UILTuCS