Cassa Integrazione 2018, rapporto Uil: salvati 107mila posti di lavoro
Con i 14 milioni di ore di dicembre, si chiude il bilancio 2018 sulle ore di cassa integrazione autorizzate dall’Inps alle aziende. Si tratta di circa 218 milioni di ore, che hanno permesso la conservazione di 107 mila posti di lavoro. I valori della cassa integrazione sembrano essere tornati quelli dell’ultimo anno pre-crisi in cui si registrarono 228 milioni di ore.
Dal confronto con l’anno 2017, vi è una flessione del 37,6% delle ore, che investe tutte le gestioni (-44,2% cig straordinaria, -8,7% la cig ordinaria e -91,7% la cig in deroga), le tre macro aree (-45% il Mezzogiorno, -36,8% il Centro, -33,4% il Nord) e tutte le Regioni, con la sola eccezione della Basilicata in cui sale dello 0,7%.
Incrementi in 11 Province con il picco maggiore a Latina (+160,9%).
Analizzando i settori produttivi è l’industria che, in valori assoluti, assorbe il maggior numero di ore autorizzate (168,2 milioni), seguita dall’edilizia (31,2 milioni), dal commercio (18 milioni) e dall’artigianato (271 mila ore), ma rispetto all’anno precedente si assiste ad una flessione dell’ammortizzatore sociale in tutti i rami di attività: artigianato (-96,6%), commercio (-48,2%), industria (-38%) ed edilizia (-10,4%).
Tale riduzione generalizzata della cassa integrazione, sconta, però, i dati del FIS (Fondo Integrazione Salariale), che ha sostituito la cassa integrazione in deroga ed è operativo dal 2016.
Stando all’ultimo monitoraggio aggiornato al mese di dicembre, il numero di lavoratori per cui è stata avanzata richiesta al suddetto fondo di prestazioni di integrazione al reddito, sono oltre 148 mila per un totale di ore che ammonta a circa 43 milioni di cui 27,7 milioni autorizzate. L’ammontare di lavoratori interessati da ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro, sale ulteriormente se si aggiungono le richieste di prestazioni inoltrate ai Fondi di Solidarietà Bilaterali (su cui realizzeremo un monitoraggio ad hoc nel prossimo futuro).
Vi è un’altra misura di politica passiva che continua purtroppo a crescere. Si tratta della Naspi le cui domande hanno raggiunto nel periodo gennaio-novembre, circa 1,9 milioni.
Quante delle domande derivino da procedure di licenziamento a seguito della fine del periodo della cassa integrazione e quante, invece, siano la conseguenza di contratti a termine scaduti e non rinnovati, non è dato conoscerlo.
È evidente che per creare posti di lavoro e per ricollocare i lavoratori usciti dal mercato del lavoro, occorrono investimenti altrimenti l´occupazione strutturale e di qualità non crescerà.
Ivana Veronese – Segretaria Confederale UIL
Roma, gennaio 2019
Scarica il 12° rapporto 2018 UIL sulla Cassa Integrazione
(dati dicembre 2018)