COMIFAR: proclamato lo stato di agitazione
Il giorno 13 marzo scorso si è svolto l’incontro per proseguire il confronto sulla riorganizzazione presentata da Comifar lo scorso 18 Febbraio.
Il responsabile dei call center ha illustrato le motivazioni per cui si va alla centralizzazione del servizio che ha, come fine principale, la riduzione dei costi conseguente alla diminuzione costante dei margini sui farmaci. L’azienda, infatti, ha deciso di centralizzare il call center su tre poli. L’operazione ha il fine di migliorare il rapporto con il cliente, che, con il supporto di un software, personalizzerà il rapporto con le farmacie e ne premierà la fidelizzazione.
La conseguenza della centralizzazione porterà alla chiusura dei call center di Teramo, Catania, Novate Milanese e Bari, provocando un esubero di 58 lavoratori.
Un ulteriore esubero di 15 persone è stato dichiarato in conseguenza della chiusura dell’unità produttiva di La Spezia, che ha come motivazione la diminuzione costante delle righe: dal 2007 ad oggi è passata da circa 6000 a circa 4000 righe.
Inoltre l’impresa ha confermato le difficoltà di alcune unità produttive, su cui si è trovata una soluzione attraverso accordi a livello territoriale.
A Bari, Roma e Torino gli accordi hanno permesso di recuperare efficienza attraverso una diversa gestione dell’organizzazione del lavoro, ed è previsto un intervento simile per il magazzino di Palermo.
A Catania l’apertura della mobilità ha portato alla totale gestione dell’esubero.
Le OO.SS. hanno chiesto maggiori informazioni su:
- gli obiettivi precisi di recupero dei costi che si pone l’impresa;
- la tenuta sul mercato nelle aree dove sono stati chiusi i magazzini, anche per il rischio di agevolare i competitor meno virtuosi;
- lo stato, le strategie e gli sviluppi delle altre aziende facenti capo al gruppo Comifar;
- l’entità di eventuali investimenti.
L’impresa ha poi dichiarato che rispetto agli esuberi aprirà formale procedura di mobilità. Pur consapevoli delle difficoltà, le OO.SS. hanno da subito precisato che pretenderanno un confronto che porti alla ricollocazione dei lavoratori in esubero attraverso un percorso supportato da ammortizzatori sociali conservativi compreso il ricorso al contratto di solidarietà.
Per la situazione di La Spezia, dove la ricollocazione di tutti i lavoratori è evidentemente più difficile, si valuteranno tutte le opportunità. A riguardo l’impresa ha proposto percorsi di outplacement e di ricollocazione presso terzi, le OO.SS. hanno dichiarato di voler valutare nel concreto la quantità e la qualità di queste possibilità.
Secondo le OO.SS. è innegabile la forte crisi che sta investendo ogni settore dell’economia, ma nello specifico caso di Comifar manca un’informazione organica e complessiva del piano aziendale e soprattutto si contesta il continuo intervento sulle lavoratrici e i lavoratori attraverso continue chiusure di magazzini e procedure di mobilità, una continua richiesta di sacrifici di cui non si riesce a comprendere l’obiettivo finale e che provoca malcontento tra tutti i dipendenti del gruppo Comifar.
Le OO.SS hanno duramente contestato il metodo brutale con cui l’azienda sta gestendo la fase di riorganizzazione ed hanno, pertanto, proclamato lo stato di agitazione.
Il prossimo incontro è stato fissato per il giorno 3 Aprile 2013 alle ore 11 a Roma.