Comifar: siglata ipotesi accordo CIA
È stata siglata alle prime luci dell’alba del 29 luglio 2015 l’ipotesi di accordo relativo al primo integrativo nazionale Comifar.
La trattativa è nata per rispondere a due opposte esigenze: quella dell’azienda, che – di fronte anche ad iniziative legislative e di governo, che continuano ad erodere la marginalità in tutta la filiera della produzione e della distribuzione del farmaco – si riprometteva di risparmiare due milioni di euro sul costo del lavoro, e quella delle organizzazioni sindacali, il cui obiettivo era quello di pervenire ad un contratto integrativo di Comifar unico, comprendente cioè non solo le realtà del nord Italia più forti e con un integrativo territoriale, ma anche quelle realtà di nuova acquisizione, cui non veniva applicato nessun integrativo, con la necessità quindi di tutelare tutti i lavoratori, con particolare riferimento a quelli più svantaggiati.
La trattativa ha avuto un inizio conflittuale soprattutto per responsabilità dell’azienda, che aveva proceduto alla disdetta di tutti gli integrativi esistenti nelle unità distributive.
Ma la situazione non è degenerata soprattutto per il senso di responsabilità delle organizzazioni sindacali e dei lavoratori, che, nonostante tutto, hanno accettato la sfida del tavolo di discussione e della trattativa, preparandosi con la costruzione di una propria piattaforma rivendicativa.
Alla fine il risultato è stato soddisfacente, essendo stato trovato un modo per ridurre i costi, ma –sostanzialmente- non i benefici reali acquisiti nella contrattazione di lunghi anni nelle realtà di più forte presenza sindacale nell’azienda (Milano, Veneto, ma anche Roma, ecc.).
Si entra in un nuovo regime, quello dei “flexible benefits” (un paniere di beni e servizi), si tratta di coordinare una fase delicata, quella di una prima gestione della “novità” e di spiegare ai lavoratori tutte le opportunità offerte dal nuovo sistema, in ogni caso non si parte da zero.