Conforama, la trattativa continua. Obiettivo: evitare l’annullamento della contrattazione integrativa
Nella giornata dello scorso 1° agosto, le organizzazioni sindacali Fisascat-Cisl, Filcams-Cgil e Uiltucs hanno incontrato la direzione delle risorse umane di Conforama Italia SpA per proseguire il confronto avviato il 19 luglio 2017 a seguito della disdetta del contratto integrativo aziendale del 28 giugno 2017.
Nell’occasione di confronto, la controparte ha ribadito le ragioni che l’hanno indotta ad operare la scelta di disdettare il CIA che, in estrema sintesi, hanno origine unicamente dalla necessità di operare una riduzione dell’onere sostenuto per il lavoro.
In particolare, Conforama Italia SpA, che riconosce al proprio personale dipendente una maggiorazione del 50% per ogni ora lavorata in giorno domenicale e/o festivo (che sale al 60% dalla trentunesima domenica e nel periodo che va dall’ultima domenica di novembre al 6 gennaio di ciascun anno), sostiene di non poter ulteriormente sostenere un costo di tale portata, così come pure dichiara di non ritenere più funzionale alla sua organizzazione aziendale il premio di produzione legato ad obiettivi budgettari (in quanto produrrebbe l’effetto – peraltro variamente stigmatizzato da parte della Direzione aziendale – di corrispondere salario aggiuntivo ai lavoratori impiegati presso negozi che, pur avendo fatto registrare una minore perdita rispetto a quella preventivata, risulterebbero connotati da forti e perduranti perdite in termini di risultato operativo della gestione).
Gli interlocutori di parte aziendale hanno più volte evidenziato la necessità di dare alla proprietà (com’è noto, Conforama dal 2011 è di proprietà di Steinhoff International, multinazionale con sede in Sud Africa) un segnale di netta discontinuità rispetto alle passate gestioni, al fine di attrarre liquidità da investire in Italia per consolidare la presenza commerciale del brand; sempre a detta della Direzione aziendale, l’intervento sul CIA risponderebbe proprio alla logica – portata avanti dal management di Conforama Italia SpA – di comprimere i costi per apparire più competitivi e, quindi, meritevoli di nuovi investimenti.
I sindacati, prendendo atto del rifiuto di revocare la disdetta del CIA, si sono dichiarate disponibili a negoziare un nuovo contratto integrativo aziendale, possibilmente produttivo di effetti dal 1° novembre 2017 (data nella quale cesserebbe l’applicazione del CIA disdettato).
Oltre alle certamente significative e centrali questioni relative al salario variabile (da modificare in termini di obiettivi a cui legare il premio economico) ed alle maggiorazioni per il lavoro domenicale e/o festivo (da rimodulare sulla base delle condizioni di sostenibilità e rispetto a ciò che la concorrenza pratica), per Fisascat-Cisl, Filcams-Cgil e Uiltucs è necessario sviluppare un congruo confronto rispetto all’organizzazione del lavoro ed alle dinamiche di crescita professionale dei lavoratori dipendenti.
Naturalmente, il percorso negoziale che si aprirà già in occasione del prossimo incontro, previsto per il 12 settembre 2017, non potrà prescindere da una questione centrale e che non va ignorata: la disdetta, nel caso in cui non si dovesse ottenere un’intesa, produrrà una drastica riduzione dei trattamenti economici connessi al lavoro domenicale e festivo ed erogati a titolo di salario variabile.
Per quanto la scelta della disdetta sia da biasimare, è indubbio che la nuova fase da essa dischiusa comporti per le organizzazioni sindacali un’assunzione di responsabilità chiara: evitare che l’azienda annulli anni di contrattazione integrativa, rinegoziando istituti salariali e normativi più confacenti alla nuova stagione che Conforama Italia SpA sta avviando.