Covid, basta morti nella Gdo: vaccini subito
Rischiano tutti i giorni di essere contagiati, sono esposti al rischio di contrarre il Covid-19 molto più di altri, vengono a contatto con migliaia di persone e sono costretti ad andare avanti in silenzio. Ad assistere allo stillicidio di colleghi di ogni età che si ammalano, o peggio, come accaduto a Roma in questi giorni, non torneranno mai più al lavoro.
Sono molti i supermercati in cui il Covid-19 ha mietuto le sue vittime tra i lavoratori. Personale per il quale la Uiltucs chiede a gran voce i vaccini, unica vera arma contro il pericolo del contagio.
La rabbia, dopo gli ultimi due decessi in tre giorni soltanto di lavoratori del commercio a Roma, è a livelli altissimi.
Hanno le idee chiare Alessandro Maria Contucci e Roberta Valenti, sindacalisti della Uiltucs di Roma e Lazio, intervistati da Adnkronos sugli ultimi fatti di cronaca.
“Due morti in 3 giorni tra i lavoratori dei supermercati romani? Diciamo che finora siamo stati fortunati, vista l’esposizione di questi lavoratori al contagio in questi mesi. Ma adesso il Covid sta presentando il conto e questi lavoratori, che sono stati chiamati eroi come gli operatori sanitari, continuano a essere invisibili per le istituzioni e iniziano a morire. Questa è una cosa che non possiamo accettare. E che non accetteremo”.
Due morti che, spiega la Uiltucs ad Adnkronos, vanno di pari passo con “un fenomeno a cui stiamo assistendo sempre più: in nome di un recupero del fatturato ci sono imprenditori, nella maggior parte non legati alle grandi case di distribuzione e con cui non siamo riusciti a fare accordi per il rispetto delle regole, che stanno usando misure di controllo anti-assembramento sempre più blande”.
Il problema della necessità di maggiori controlli, è stato “fatto presente proprio oggi in un incontro oggi (ieri, 30 marzo, ndr) in Regione Lazio”.
“Quanti morti finora per Covid tra i lavoratori dei supermercati a Roma? È un dato statistico che non possiamo conoscere, come anche quello dei contagi. Possiamo dire per certo, però, che per tipologia di lavoro, orario e carichi di impegno questi lavoratori sono stati tra quelli più esposti al contagio”, aggiungono.
Di certo, per il sindacato, “i lavoratori più esposti sono quelli dei supermercati meno sindacalizzati, quelli che non appartengono alle grandi catene con cui invece siamo riusciti a fare degli accordi per le norme di sicurezza da tenere”.
“In altre strutture, come i negozi di prossimità e quelli in franchising dove non siamo presenti, non sappiamo materialmente quello che accade. Stiamo ricevendo in questi giorni sempre più segnalazioni da supermercati della Capitale sul mancato rispetto delle regole sugli ingressi contingentati e del numero di persone presenti nelle strutture. È come se ci fosse stato un abbassamento della guardia e questo non va bene. Abbiamo chiesto alla Regione di fare più controlli”, proseguono. Una situazione che rischia di diventare esplosiva.
“È colpa di imprenditori – spiegano – poco etici che invece di controllare gli ingressi li incentivano”.