Decathlon, in discussione organizzazione, flessibilità e premi
Il 20 luglio in Confcommercio Milano, si è svolto l’incontro in plenaria (modalità mista) tra l’azienda Decathlon Italia e le organizzazioni sindacali nazionali Filcams, Fisascat e Uiltucs relativamente al proseguo del negoziato per la definizione del contratto integrativo aziendale.
’azienda ha comunicato che, considerata la sua organizzazione interna, intende applicare solo 2 livelli di confronto, ovvero quello nazionale e quello relativo al livello di negozio escludendo di fatto il livello territoriale.
Su questo punto i sindacati hanno dichiarato la propria contrarietà motivando che tale livello oltre ad essere previsto dal Ccnl vigente e sue relative materie di confronto, di fatto ridurrebbe notevolmente le tutele dei lavoratori nonché l’autonomia prevista e già regolamentata delle organizzazioni territoriali.
Relativamente al tema dell’organizzazione del lavoro, l’azienda ha dichiarato che per loro è prassi consolidata comunicare i turni di lavoro 4 settimane prima e di avere un continuo confronto con le Rr.ss.aa ove presenti, o direttamente con i dipendenti interessati.
Da questo versante i sindacati hanno ribadito ancora una volta che quanto dichiarato dall’azienda non trova riscontro a livello di punto vendita, pertanto resta per noi una criticità da rimuovere.
Sempre in merito all’organizzazione di lavoro e nello specifico alla tipologia di lavoro part time, Filcams, Fisascat e Uiltucs, hanno affermato che la formula di lavoro part time applicata dall’azienda e definita dalla stessa (part time flex), deve essere rivista e verificata se compatibile con le norme vigenti in materia. Inoltre tale applicazione rende super flessibile l’orario di lavoro del part time riducendo poi di fatto la possibilità di un consolidamento dell’orario dello stesso.
Per Filcams, Fisascat e Uiltucs non sono accettabili forme di orari flessibili che non garantiscono una conciliazione dei tempi di vita e dei tempi di lavoro, nonché di eventuali possibilità di raggiungere un consolidamento a full time o di maggiori ore di lavoro. Relativamente alla parte salariale l’azienda ha illustrato l’attuale formula di premialità salariale applicata unilateralmente dalla stessa e mai condivisa con le organizzazioni sindacali chiarendo il
meccanismo di raggiungimento degli obiettivi e i parametri di riferimento, che hanno portato fino all’anno 2021 una discreta cifra ai dipendenti tutti.
In merito alla premialità Filcams, Fisascat e Uiltucs hanno dichiarato che relativamente all’anno 2022, ai lavoratori non sono state erogate adeguate cifre, anzi quasi nulla per l’introduzione (sempre in modalità unilaterale) del parametro riferito alla Sostenibilità. Dal canto suo l’azienda ha dichiarato che le modalità, le cifre e i tempi di erogazione della premialità vengono definiti dalla Casa Madre e che non sono soggetti a confronto.
Come sindacato abbiamo contestato fortemente tale impostazione, ribadendo che per noi la premialità deve essere conforme a quanto stabilito dalle norme fiscali e dagli accordi interconfederali vigenti in Italia, e che per noi resta fondamentale trovare spazi di confronto che mettano al centro la partecipazione e la condivisione del salario variabile relativo alla premialità aziendale.
Le parti si sono aggiornate al mese di settembre per riprendere il confronto che sarà preceduto da un coordinamento unitario.