DPS Trony, i sindacati chiedono il piano industriale
Si è tenuto il 5 maggio a Bologna, l’incontro con DPS Trony inerente la procedura di mobilità aperta dall’azienda che coinvolge 163 persone su 615 in organico.
All’incontro, oltre al Dr. Bianchi, era presente l’Avv. Sasso in rappresentanza della proprietà e l’Avv. Vacchi della Ernst&Young che sta predisponendo il piano industriale.
Il fatturato a parità di punti vendita con DPS e FRC è calato di 24 milioni nel 2016 con una perdita sul margine del -1,5%, mentre il 2017 vede un ulteriore peggioramento con una perdita di fatturato di 4,4 milioni pari al -11% con un calo del margine di -2,5%.
La società DPS Trony ha comunicato ai sindacati che dei 44 punti vendita presenti nella rete, intendono chiuderne 4 e rilanciarne 40, che successivamente verrebbero affittati e poi ceduti ad una società che attualmente si occupa di vendita all’ingrosso.
Tale società di nome Vertex è controllata all’80% dalla Famiglia Piccinino e per un restante 20% da altri 2 soci, tra cui l’ex responsabile acquisti DPS, ma c’è l’intenzione da parte della stessa di ricercare altri soci, e pertanto altri finanziamenti.
Per quanto riguarda i punti vendita FRC, l’operazione non è ancora decisa, ma dal primo confronto emerge che, dei 4 punti vendita esistenti, Milano e Genova dovrebbero passare alla Vertex, mentre Verona e Napoli, hanno un futuro molto incerto.
Sul piano industriale, c’è stata un’illustrazione non supportata da informazioni complete, in quanto lo stesso piano industriale non è ancora stato definito dalla dirigenza aziendale.
In ogni caso ci comunicano che il rilancio, a loro avviso, dovrebbe essere impostato sulle seguenti strategie:
1. cambio radicale delle politiche commerciali con differenziazione territoriale;
2. ridefinizione griglie di prodotto (scorte minime e massime);
3. incremento delle vendite a libero servizio;
4. concentrazione del Brand su prodotti con alta quota di mercato;
5. rivisitazione di servizi e prodotti;
6. sistema di fidelizzazione della clientela;
7. formazione dei dipendenti.
È previsto inoltre lo sviluppo di un canale on-line che verrebbe gestito da società a parte e con marchio diverso, tramite una rete fisica di piccole dimensioni 150/200 mq. per negozio, utile esclusivamente per la consegna prodotto e l’aiuto nella ordinazione on-line.
In merito alla gestione della solidarietà, è stato usufruito di un montante complessivo di riduzione oraria del 16% comprensivo delle ferie arretrate degli anni precedenti. Le organizzazioni sindacali hanno quindi obiettato che lo scarso utilizzo del contratto di solidarietà in questi anni è in dissonanza con il numero rilevante di esuberi dichiarati.
Si ricorda che negli ultimi 5 anni 300 persone hanno lasciato l’azienda con varie procedure di mobilità e chiusura di punti vendita.
I sindacati hanno rimarcato alla società che è difficile discutere di esuberi e del futuro occupazionale, non avendo ancora un piano industriale definitivo e credibile.
Infatti quanto presentato, non viene considerato come base importante di rilancio. Anche il canale on-line non verrebbe gestito direttamente e creerebbe un’ulteriore concorrenza interna a scapito delle vendite dei negozi.
Inoltre è da anni che sentiamo parlare di formazione e che questa non viene sviluppata in modo adeguato.
I sindacati di categoria hanno ribadito alla società, di evitare confronti personali nei punti vendita ricercando persone che accettino di trasformare il proprio orario di lavoro da full-time a part-time, e, cosa gravissima, dicendo a queste persone che se trasformeranno l’orario non verranno inserite nelle liste degli esuberi.
Tale informazione non rappresenta la verità e rischia di danneggiare pesantemente in termini di condizione e di salario queste persone.
Per tutto quanto sopra, i sindacati diffidano l’azienda nel continuare a cercare di risolvere le questioni singolarmente, ma invitano la società a scoprire le carte fino in fondo e a fare una discussione collettiva, così come previsto dalla procedura di legge, e presentando un piano di rilancio aziendale credibile e di possibile attuazione.
Le parti infine hanno definito di rincontrarsi il 31 maggio alle ore 14.30 a Roma (e non il 30 maggio a Bologna come precedentemente definito), per proseguire il confronto.
foto: conef.it