Federdistribuzione cala un’altra brutta carta
In occasione dell’incontro di oggi, 27 giugno, Federdistribuzione ha esordito sottolineando la necessità di sottoscrivere nel più breve tempo possibile, e possibilmente oggi stesso, un accordo sulla detassazione dei premi variabili e degli altri elementi retributivi connessi ad incrementi di produttività, redditività ed efficienza aziendale, in assenza del quale sarebbe impossibile sottoscrivere accordi territoriali su questa materia.
Come UILTuCS abbiamo risposto immediatamente che la sottoscrizione di un simile accordo non è necessaria e comunque sarebbe atto insufficiente, in quanto le norme di legge specificano che ai fini della detassazione hanno efficacia esclusivamente le intese sottoscritte a livello aziendale e territoriale, che non presuppongono comunque la sottoscrizione di un accordo quadro nazionale, tanto più che esso potrebbe essere utilizzato strumentalmente da aziende che non hanno contrattazione aziendale ovvero che l’hanno disdettata e non rinnovata negli anni passati.
Alla replica piccata di Federdistribuzione, che ha dichiarato di non capire perché per questo settore non si può fare quello che si fa altrove, abbiamo ulteriormente replicato che per quanto ci riguarda questo settore avrà la possibilità di essere definito tale il giorno che avrà un contratto collettivo nazionale di lavoro che lo regolamenti. Quando ciò sarà non avremo problemi a sottoscrivere anche un accordo sulla detassazione, che al pari dei temi della bilateralità affrontati ieri è conseguenza e frutto della stipula di un CCNL e non sua premessa. Federdistribuzione ha dichiarato di registrare che anche su argomenti che esulano dal contratto non si può procedere per delle pregiudiziali politiche, dal che emergerebbe a suo dire l’urgenza di definire norme chiare sui temi della rappresentanza sindacale, cui abbiamo replicato che anche le norme sulla rappresentanza per noi sono un di cui del contratto, non una loro precondizione e che per di più sono di competenza confederale.
A seguito di ciò Federdistribuzione ha illustrato le modalità con cui intenderebbe porre mano in modo strutturale ad un ulteriore materia del vigente CCNL, vale a dire il tema delle deroghe. A suo dire, il futuro contratto – sulla base della condivisione di alcuni indicatori di ricchezza e reddito disponibile, ovvero di produttività del lavoro, ovvero per contrastare il dumping esercitato dalla diffusione del lavoro irregolare (con particolare ed esplicito, ancorché non esaustivo, riferimento alle Regioni del Mezzogiorno) – dovrebbe prevedere una procedura formalizzata che consenta alle aziende associate di procedere a deroghe sull’applicazione di numerose norme previste dal CCNL anche in materia salariale e di orario di lavoro, rendendo sostanzialmente esigibile quanto oggi previsto esclusivamente nell’ambito della contrattazione di secondo livello aziendale o territoriale stando al contenuto del rinnovo sottoscritto nel 2011. Questo in quanto, a suo dire, le attuali condizioni di contesto non consentirebbero più di affrontare tali problematiche con i ritardi e le incertezze imprescindibilmente connesse al percorso della contrattazione di secondo livello.
In replica a tali considerazioni come UILTuCS abbiamo reiterato a titolo di premessa la richiesta che Federdistribuzione fornisca quanto prima possibile alle OO. SS. l’elenco delle norme del vigente CCNL, ed evidentemente alla luce di quanto appena dichiarato anche dell’accordo di rinnovo del 2011, che non sarebbe sua intenzione modificare, al fine di permetterci di comprendere compiutamente e al di là di qualsiasi dubbio interpretativo o fraintendimento quali siano le sue reali intenzioni e quanto corrisponda al vero la sua dichiarazione di non avere l’intenzione di destrutturare il vigente CCNL. Abbiamo quindi ricordato che il tema delle possibili deroghe dal CCNL affidate al secondo livello di contrattazione fu uno degli aspetti più delicati su cui intervenne il rinnovo del 2011 e abbiamo rimarcato che quanto proposto oggi da Federdistribuzione non solo oggettivamente andrebbe ad incidere sul secondo livello di contrattazione, un problema presente, ma che risulta addirittura di secondaria rilevanza davanti alla possibilità tutt’altro che teorica che utilizzando il meccanismo ipotizzato si potrebbe intervenire pressoché in automatico destrutturando elementi portanti del contratto collettivo nazionale in materia di orario e di salario a livello aziendale e/o territoriale. Di conseguenza, per la UILTuCS, quanto firmato a fatica nel 2011 anche in ossequio ad un accordo interconfederale nel frattempo tra l’altro scaduto non può essere modificato nel senso auspicato da Federdistribuzione.
A questo punto Federdistribuzione ha ritenuto necessario precisare che l’ambito di attuazione delle deroghe sarebbe comunque sempre il secondo livello di contrattazione (territoriale e aziendale) con una modalità che non vuole demolire quanto già oggi è stato fatto, mentre sarebbe solo sua intenzione – sulla base dell’esperienza fatta in questi anni, che avrebbe dimostrato che l’applicazione di quella norma contrattuale è risultata macchinosa e difficile – passare ad un approccio all’argomento basato su regole che permettano alle aziende che si trovino nelle situazioni di difficoltà identificate nell’ambito del futuro CCNL sulla scorta di indicatori oggettivi, di intervenire in tempi certi e con certezza di risultato. Conseguirebbe anche da ciò l’urgenza di attivare un percorso, che non potrebbe che essere Confederale, per definire anche nel settore seguito da Federdistribuzione regole sulla rappresentanza sindacale analoghe a quelle operanti in altri settori.
Dopo aver ringraziato per gli ulteriori chiarimenti, abbiamo replicato come UILTuCS che avevamo per altro già da prima perfettamente ed esattamente compreso quanto Federdistribuzione vorrebbe realizzare, confermando la nostra indisponibilità a modificare le norme vigenti nella direzione da essa indicata. Abbiamo poi aggiunto che non è nostra volontà né in nostro potere impedire a Federdistribuzione di attivare con le Confederazioni CGIL, CISL e UIL un percorso di confronto volto alla definizione anche per l’ambito da essa curato di norme sulla rappresentanza analoghe a quelle definite in altri settori di attività economica. Per quanto ci riguarda, qualora la nostra Confederazione ci dovesse interpellare al riguardo, risponderemo che a nostro giudizio è non solo opportuno, ma necessario che ciò avvenga a seguito della firma del CCNL, dopodiché essa potrà operare come riterrà nell’ambito dell’autonomia che evidentemente le compete.
Infine Federdistribuzione ha anticipato che in occasione dell’incontro previsto per il 3 luglio prossimo è sua intenzione entrare nel merito del quarto punto di snodo da lei indicato il giorno 23 giugno per il rinnovo del contratto, vale a dire il tema della produttività, con le sue ricadute in materia di orario di lavoro e salario.
Foto: centricartomanzia.it